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Letta: “L’Europa ha smarrito la sua anima. Ricerca e innovazione per creare lavoro”

Il Presidente del Consiglio riferisce alle Camere sul Consiglio Europeo del 24 e 25 ottobre: “L’Italia punti su cittadinanza digitale ed innovazione”.
A cura di Redazione
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Nella giornata di oggi Enrico Letta sarà presente sia alla Camera dei Deputati che al Senato della Repubblica (nel primo pomeriggio) per le rituali comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri, in vista del Consiglio europeo di Bruxelles del 24 e 25 ottobre 2013 che "sarà incentrato sui temi economici come la crescita, la competitività, occupazione, l'innovazione e l'unione economica e monetaria dell'Europa".  Ed è proprio su questi temi che Letta ha incentrato il suo intervento, spiegando quale sarà la linea che il nostro Paese intende rappresentare agli altri membri del Consiglio: "Ricerca ed innovazione non possono essere sacrificate sull'altare della sola austerity e non possono essere oggetto di tagli: è necessaria un'inversione di tendenza chiara". Ma anche il nostro Paese deve colmare un gap tecnologico e di formazione, che nei prossimi anni rischia di costarci caro anche in termini di posti di lavoro con la previsione di un milione di nuovi occupati che potrebbe essere sconfessata "se non ci dotiamo delle competenze minime necessarie".

Ovviamente il centro dell'intervento del Presidente del Consiglio è rappresentato dalle due emergenze con cui sta facendo i conti il nostro Paese, quella legata all'immigrazione e quella economica, con indicatori che permangono comunque preoccupanti, malgrado la "fiducia nel futuro". Sulla questione migranti Letta è chiaro: "Quella di oggi è un'Europa che ha smarrito la sua anima, che ha scritto la parola solidarietà nei trattati ma poi non riesce a esercitarla". Sul punto economico, il capo del Governo spiega che dalla crisi si esce solo affrontando la problematica in un'ottica europea. Del resto, ampliando il discorso ai meccanismi "operativi" dell'Unione Europea, Letta è chiaro: "La strada per uscire dalla crisi non è costruire nuove gabbie di procedure e sanzioni, ma trovare nuovo equilibrio su quanto chiesto a Stati in deficit e quanto a Stati in surplus. È necessaria la creazione di meccanismi di sostegno per quei Paesi che stanno avviando riforme strutturali: maggiore responsabilità va unita a maggiore solidarietà".

Ma sopratutto, continua Letta, "è necessaria maggiore considerazione delle variabili sociali nelle raccomandazioni che le istituzioni europee inviano agli stati". E l'Italia deve arrivare all'appuntamento con il semestre di presidenza dell'Unione Europea con le idee chiare, partendo da quanto si è fatto in questi mesi. A cominciare dalla lotta a disoccupazione giovanile: "Il Consiglio Europeo dovrà rendere il piano per la disoccupazione operativo entro gennaio 2014 e tenere conto anche dei piani nazionali dei governi". Infine una nota di merito per il Governo: "Undicimilaottocento giovani avranno prospettiva di lavoro a tempo indeterminato grazie al click day".

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