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Letta annuncia le privatizzazioni: in vendita quote di Eni e Fincantieri

Via libera al piano per il recupero di 12 miliardi di euro dalle privatizzazioni: e il decreto per la cancellazione della seconda rata Imu slitta ancora.
A cura di Redazione
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Nell'attesa che l'Eurogruppo si pronuncia sui giudizi formulati dalla Commissione Europea sulla legge di stabilità, il Consiglio dei ministri di oggi era chiamato ad affrontare alcune questioni rimaste in sospeso da settimane. Nello specifico, l'ordine del giorno prevedeva la discussione e la deliberazione su: Disposizioni urgenti in materia di IMU, finanza pubblica, nonché in materia di alienazione di immobili pubblici; Disposizioni urgenti riguardanti la Banca d’Italia; la ratifica ed esecuzione di alcuni trattati internazionali; l'attuazione delle direttive sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, sulla cooperazione amministrativa nel settore fiscale, sulla alla tassazione a carico di autoveicoli pesanti adibiti al trasporto di merci su strada per l’uso di alcune infrastrutture e sul diritto d'autore; infine l'indizione del lutto nazionale n ricordo delle vittime dell'alluvione che ha colpito la Sardegna.

A quanto si è appreso in conferenza stampa, invece, sia la cancellazione della seconda rata Imu che la questione della rivalutazione delle quote di Bankitalia sono state rinviate alla prossima settimana. Letta ha parlato di "motivi formali", ribadendo che "la seconda rata dell'Imu non sarà pagata dalle famiglie e dai cittadini". Dal Consiglio dei ministri invece via libera ad un piano di privatizzazioni che, oltre a garantire risorse per circa 12 miliardi, dovrebbe servire anche a convincere le istituzioni europee della bontà del percorso impostato dall'esecutivo. Nella sostanza, come hanno spiegato Saccomanni e Letta, si tratta di una serie di cessioni di quote, dal 3% di Eni, fino a quote di non maggioranza in Fincantieri, Enav e Grandi Stazioni: un complesso di operazioni dalle quali "dovrebbero entrare tra i 10 e 12 miliardi di euro, di cui la metà vanno a riduzione del debito nel 2014 e l'altra parte a ricapitalizzazione della Cdp".

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