L’estremista filorusso in Donbass che imbarazza l’europarlamentare di Fratelli d’Italia
Un post che inneggia all’invasione russa dell’Ucraina mette in imbarazzo Fratelli d’Italia. Il 24 febbraio scorso, mentre l’esercito di Vladimir Putin dava inizio alla guerra, la pagina Facebook de Il Talebano, il think tank fondato da Vincenzo Sofo, europarlamentare del partito di Giorgia Meloni, pubblicava un messaggio di Riccardo Emidio Cocco, estremista di destra da anni in Donbass: “Da oggi per il Donbass inizia una nuova era, sorge il sole. Sull'Occidente invece è calato il sipario. Svegliatevi amici miei, svegliatevi europei.”
Il sostegno all’estremista filorusso in Donbass da parte del laboratorio di idee fondato da Sofo stride accanto alla posizione tenuta in maniera netta da Fratelli d’Italia fin dai primi minuti della guerra: “L’attacco su larga scala della Russia contro l’Ucraina è semplicemente inaccettabile. La comunità internazionale deve rispondere compatta a difesa del diritto internazionale”, aveva annunciato a caldo la leader di Fdi Giorgia Meloni.
Eppure le parole del filorusso Riccardo Cocco condivise dal think tank allo scoppiare della guerra sono state ben visibili sulla pagina de Il Talebano per settimane. La genesi di quel post è infatti da rintracciare nell’entourage dell’europarlamentare, con un passato nella Lega di Matteo Salvini e da sempre su posizioni nazionaliste.
Sofo, compagno di Marion Maréchal-Le Pen, nipote della leader del Rassemblement National Marine Le Pen, ha portato infatti al Parlamento Europeo una schiera di collaboratori dalle posizioni radicali. Come Fabrizio Fratus, vicino al comunitarismo rossobruno di Aleksandr Dugin, oppure come Niccolò Fracchia e Federico Cocco, candidati nel 2016 a Roma nelle liste di Alfredo Iorio, storico responsabile del Msi romano, vicino a Roberto Fiore e a Forza Nuova.
Federico Cocco, tuttofare dell’europarlamentare Sofo sin dai tempi della sua campagna elettorale per le elezioni europee nelle file della Lega, è infatti il fratello di Riccardo Emidio Cocco, il militante filorusso autore di quelle parole che inneggiano alla guerra. Il Cocco che vive da anni in Donbass non è solo un attivista come altri. Secondo i rapporti delle intelligence occidentali, nelle regioni occupate dalle milizie separatiste, Cocco sarebbe uno dei punti di riferimento italiani della propaganda filorussa. Nel corso degli anni in Donbass è diventato infatti un personaggio pubblico, tanto che le sue attività sul territorio sono state spesso documentate dai locali organi di stampa. L’attenzione degli analisti dell’intelligence è stata richiamata in particolare da due video e alcune foto pubblicate sul canale Telegram “Donbass decide”, che conta circa 60mila iscritti.
In questi post, pubblicati il 23 febbraio, il 4 e il 6 marzo, Cocco esprime in lingua russa e per conto del “popolo italiano” solidarietà agli abitanti del territorio e disprezzo per la Nato. Oltre ai video l'estremista di destra diffonde tramite la macchina della propaganda filorussa, composta da numerosi canali Telegram, organi di stampa e pagine sul social russo VKontakte, alcune foto di striscioni affissi dai militanti di Forza Nuova in centro a Roma. I post vengono visti da decine di migliaia di utenti, che ringraziano l’autore. “Ora sono a Luhans'k. Sto cercando di essere utile alla gente del Donbass”, ammette. In questi video, analizzati dall’intelligence, Cocco afferma di essere a capo di un’associazione “di persone che la pensano allo stesso modo e che lavorano per rafforzare le relazioni tra Russia e Italia”.
L'europarlamentare Sofo dice di non occuparsi del think thank Il Talebano
Contattato da Fanpage.it l’onorevole Vincenzo Sofo nega di occuparsi del Talebano, il think tank da lui fondato, affermando che questo è attualmente gestito dal suo assistente parlamentare Fabrizio Fratus: “Il Talebano non sono io, è solo una delle tante associazioni che mi sostengono. Verificherò questa cosa e prenderò provvedimenti. Le mie posizioni sono le stesse del mio partito, di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni. Non giustifichiamo in alcun modo aggressioni militari a stati sovrani”, precisa.
Riccardo Emidio Cocco non è il solo estremista di destra che in Donbass si è costruito la fama di eroe. Sono tanti gli esponenti della destra radicale italiana che dal 2014 a oggi hanno combattuto per conto delle milizie filorusse delle repubbliche separatiste di Donec'k e Luhans'k. Fra questi, quelli finiti a più riprese al centro delle indagini della magistratura italiana sono stati “il generalissimo” Andrea Palmeri, latitante, ex militante di Forza Nuova e già leader del gruppo ultras Bulldog della Lucchese, Massimiliano Cavalleri, ex militare, noto come “Spartaco” e Gabriele “Arkanghel” Carugati. Capifila di una schiera di miliziani neri che nelle pianure aspre del bacino del Donec combattono dalla parte di Putin.
A cura di Luigi Scarano