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Leopolda5, il giorno Renzi: “Non è la mia sfida, ma quella dell’Italia”

Dopo la discussione nei tavoli tematici (con la partecipazione di tantissimi ministri), Renzi chiude la quinta edizione della Leopolda: “Di sinistra è innovare, non restare aggrappati alla nostalgia”.
A cura di Redazione
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Ore 12:25 – "Questa non è la sfida di Matteo, ma quella dell'Italia che ha bisogno di riprendersi la fiducia in se stessa. E solo così riusciremo a dare un senso allo straordinario risultato del 41 percento, diventando in grado di dire che ‘la dimensione dei nostri sogni è grande come l'Italia". Poi la chiusura: "Se io uscendo da qui potrò dire di contare su di voi almeno per una parte di quanto voi contate su di me, allora davvero potrò dire che il futuro è solo l'inizio".

Ore 13:15 – "Sono dieci anni che le famiglie italiane fanno la spending review e la politica si abbuffa". Poi Renzi replica alla Bindi (senza nominarla): "Non consentiremo a quella classe dirigente di riprendersi il Pd per riportarlo al 25 percento e non accettiamo che si dica che la Leopolda è imbarazzante". Poi un ringraziamento a Giorgio Napolitano, salutato dall'ovazione dei presenti in sala.

Ore 13:10 – "Sul lavoro stiamo facendo la più grande battaglia culturale da 30 anni a questa parte": così Renzi introduce il tema della riforma del lavoro, spiegando che non bastano "manifestazioni e convegni", ma occorre cambiare le regole del gioco e la mentalità. Poi attacca: "In questi anni ci siamo limitati ad un dibattito ideologico, pensando che l'articolo 18 sia la madre di tutte le battaglie. Ora non capisco come si fa ad essere contrari alla revisione degli ammortizzatori sociali e all'ampliamento dei diritti, quindi la protesta è solo sull'articolo 18. Ma di fronte ad un mondo che cambia a questa velocità, dobbiamo dire che il posto fisso non c'è più, perché è cambiato il mondo. In questo nuovo scenario, invece di difendere la coperta di Linus dobbiamo capire che conta di più stare vicino a chi il posto di lavoro lo perde e che lo Stato ora lascia da solo". In questo senso, nella lettura di Renzi, il provvedimento del Governo va nella direzione giusta con "un percorso di sostegno, di formazione e di reinserimento per chi perde il lavoro"; l'articolo 18, invece, "carica il sistema del welfare sull'imprenditore e dà da lavorare a giudici e avvocati ma non a chi perde la causa", spiega Renzi: "Se quella della Cgil è manifestazione politica io la rispetto, anche se è più di sinistra innovare che restare aggrappati alla nostalgia. Restare aggrappati ad una legge del 1970 è come prendere un iPhone e cercare un posto per inserire il gettone. Ma soprattutto non è possibile pensare che le tutele debbano valere per pochi, quindi allarghiamo i diritti e stoppiamo cococo e cocopro".

Ore 13:05 – Dopo il duro affondo contro l'austerità, con la rivendicazione della richiesta di flessibilità e attenzione alla crescita in Europa, Renzi passa al lavoro fatto dal Governo italiano. "Abbiamo fatto la riforma della Costituzione e ci siamo concentrati sulla scuola", spiega Renzi: "Bisogna ridare dignità al ruolo degli insegnanti, perché saranno loro a salvare l'Italia, non i ragionieri. Poi ci sono le riforme della giustizia, del fisco che è da semplificare".

Ore 12:55 – "Lo spirito della Leopolda non è solo quello dei compagni di classe che si ritrovano, ma di chi pensa che l'Italia abbia e debba avere il diritto a dire che il futuro è solo l'inizio". Così Renzi introduce il tema dei "tabù da sfatare": "C'è un incantesimo da sbloccare, l'Italia sembra la foresta incantata e in Europa è una battaglia tutte le volte. Perché dire che l'Italia è un problema per l'Europa è una falsità e io sono orgoglioso di portare la nostra voce con forza. Basterebbe dire che noi tutti gli anni portiamo 20 miliardi in Europa e ne abbiamo indietro 10, c'è un atteggiamento errato nel considerarci un problema". Poi l'affondo: "Siamo il partito che ha preso più voti in Europa, vogliamo rispetto per il Pd e per l'Italia. L'Europa è nata per creare lavoro e occupazione, non vincoli ed austerità".

Ore 12:45 – "La politica estera è una cosa seria e significa restituire dignità e orgoglio alla politica". Così Renzi introduce il tema della politica estera, raccontando dei passi avanti fatti dal Governo e dal ministro Mogherini, anche in chiave europea.

Ore 12:40 – Comincia l'intervento di Matteo Renzi dal palco: "Questa è una Leopolda diversa, inutile girarci intorno. Ora siamo al Governo per cambiare il Paese e non per scaldare la seggiola. Questa è l'ora di prendersi terribilmente sul serio, di assolvere il nostro compito. E noi abbiamo un disegno organico, non facciamo le cose per caso". Poi un invito: "Noi dobbiamo capire che se non proviamo in prima persona a cambiare il mondo, nessuno lo farà al posto nostro. Siamo cresciuti con chi ci ha detto che era finita la storia e che non c'era spazio per vedere altro. Ma le cose non stanno così e lo stiamo dimostrando".

Ore 12:30 – E sul tema delle donne anche l'intervento del ministro della Difesa Roberta Pinotti: "Sono orgogliosa di far parte del Governo di Matteo Renzi, composto per la metà di donne, proprio perché il tema della rappresentanza e dell'impegno femminile è tema essenziale". Poi un riferimento diretto: "Alla Leopolda c'è moltissimo Pd, ma non è luogo chiuso, ma aperte; serve affinché uomini come Gennaro Migliore prima vengano ad ascoltare e poi decidano cosa fare". Sulla difesa: "Le nostre forze armate hanno la grande capacità di dialogare e di essere il centro del concetto di sicurezza. Questa eccellenza la metteremo al servizio dell'Italia e della sua crescita".

Ore 12:15 – Sul palco della Leopolda anche il ministro Maria Elena Boschi, vera padrona di casa di questa edizione: "Mi tremano le gambe per l'emozione, è un onore far parte di questa storia, da volontaria a ministra di un Governo fatto per metà di sole donne. Io sono una di voi, chiunque può farcela nel Paese che vogliamo".

Ore 12:05 – Termina tra gli applausi l'intervento di Dario Franceschini dal palco della Leopolda: "Noi dobbiamo difendere ciò che abbiamo costruito, anche grazie al nostro leader. E dobbiamo dire che il Pd è anche il partito di chi ieri era in piazza, ma non solo, perché è ora di abbandonare la vocazione minoritaria". Poi l'intervento del ministro del Lavoro Poletti: "Non possiamo andare avanti con ciò che c'era e ciò che c'è, ma abbiamo bisogno di guardare avanti, cambiando anche la testa e la mentalità. Sulla riforma del lavoro abbiamo il dovere di dare risposte agli italiani, soprattutto a chi il lavoro lo sta cercando".

Ore 11:40 – Parla Federica Mogherini, ministro degli Esteri e lady Pesc: "Nei prossimi giorni sarò a Bruxelles, perché è lì che dobbiamo incidere sulle questioni interazionali. Da questa sala, invece, un impegno per i nostri figli, per dare loro un mondo più uguale e giusto". Poi Gennaro Migliore, ex Sel, accolto molto più freddamente dalla platea: "Siamo noi l'argine al populismo e costruire un soggetto inclusivo per essere sempre di più in campo. Il diritto di sciopero non va toccato, perché è il primo dei diritti, proprio perché è l'ultima risorsa per i lavoratori".

Poi è il turno di un altro nuovo ingresso nelle fila democratiche, con l'intervento di Andrea Romano, ex Scelta Civica: "Dobbiamo riscoprire il valore del concetto di nazione e di quello ‘interesse nazionale', che è poi normale in una grande nazione democratica".

Ore 11:00 – Particolarmente atteso l'intervento di Debora Serracchiani, vicesegretario del Partito Democratico ieri protagonista di un acceso battibecco con Rosy Bindi: "Lavoro, dignità e uguaglianza sono parole che appartengono anche a questa sala. Perché ogni volta a sinistra dobbiamo cercare la scissione dell'atomo senza liberare nemmeno energia? Non basta cambiare le cose, bisogna cambiare la nostra mentalità e accettare il cambiamento e la nostra missione collettiva".

Intanto sul palco si alternano i relatori (e particolarmente apprezzato è stato l'intervento di Bonaccini, candidato alla carica di Governatore della Regione Emilia Romagna), sembra terminata la breve contestazione degli operai delle acciaierie di Terni. A quanto si apprende in questi minuti sembra che il capo della delegazione sia stato ricevuto per qualche minuto proprio dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Ecco intanto le ragioni della protesta, ai nostri microfoni:

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Ore 10:15 – Cominciata l'ultima giornata della Leopolda 2014, con i relatori che cominciano ad avvicendarsi sul palco. Si attende, ovviamente, l'arrivo di Matteo Renzi.

Ore 10: 00 –  Mentre la prima sala della Leopolda 5 è già piena di militanti e simpatizzanti (e si sta riempiendo anche la sala adiacente, con i maxischermi che trasmettono gli interventi dal palco), all'esterno dell'edificio va in scena la prima contestazione alla manifestazione fiorentina. Si tratta degli operai delle acciaierie di Terni, circa una cinquantina, che stanno urlando slogan di protesta all'indirizzo del Presidente del Consiglio e, controllati da un cordone di polizia, si stanno lentamente avvicinando alla stazione Leopolda. Una manifestazione del tutto tranquilla fino a questo momento.

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Dopo la lunga giornata di ieri, contraddistinta dalla partecipazione in massa dei ministri (che hanno animato i tavoli tematici e si sono a lungo confrontati con cittadini e militanti, peraltro concedendosi pochissimo alla stampa), oggi andrà in scena l'ultimo atto della Leopolda 2014. Un'edizione sensibilmente diversa da quelle precedenti, non tanto nella formula e nella costruzione scenografica, quanto nella valenza simbolica e nell'incidenza complessiva sull'agenda politica italiana. E, a chiudere l'edizione della Leopolda di Governo sarà ovviamente Matteo Renzi, che tirerà le fila della tre giorni di lavori nell'attesissimo discorso conclusivo (cui dovrebbe seguire la conferenza stampa…sempre che, come accaduto nell'ultima edizione, il Presidente del Consiglio non decida di rinunciarvi). Sarà interessante notare se Renzi deciderà di spendere qualche parola per la manifestazione di ieri a Roma, con la Cgil che ha portato in piazza oltre un milione di persone a protestare contro il Jobs Act (sul quale finora il Governo ha mostrato di voler andare avanti a testa bassa).

Questa mattina, dunque, si partirà con la formula assembleare, con i relatori che si succederanno sul palco della stazione Leopolda e, in parte, racconteranno anche il lavoro svolto ai tavoli tematici.

Ieri intanto era stata la Boschi a stemperare le tensioni dopo l'intervento di Davide Serra sul diritto di sciopero:

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