Leopolda, opa di Renzi su FI: “Senza Berlusconi partito di burocrati”. E boccia Ursula von der Leyen
Matteo Renzi chiude dal palco la Leopolda 2024, l'edizione numero 12, lanciando l'opa su Forza Italia, che secondo l'ex premier ha perso ormai ogni forza attrattiva e propulsiva, dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi. "Forza Italia e Antonio Tajani hanno snaturato la visione europeista che in Berlusconi c'era e che oggi è diventata una visione da grigi burocrati quale è Antonio Tajani, e quale è Ursula von der Leyen. È la scelta di una Forza Italia che io voglio combattere a viso aperto", ha detto il leader di Iv dal palco della famosa stazione di Firenze.
La Leopolda 2024 sarà ricordata come quella del forfait improvviso del Guardasigilli Carlo Nordio. Secondo Maria Elena Boschi dietro al rifiuto del ministro della Giustizia ci sarebbe la mano della presidente del Consiglio: "Il ministro Nordio ha sicuramente ricevuto pressioni per non venire alla Leopolda, non so se da parte del suo partito o da parte della stessa presidente Meloni. Mi aveva confermato personalmente la sua presenza sabato mattina", ha detto Boschi a Radio 24, commentando la decisione di Nordio di annullare la partecipazione.
Ma questa Leopolda sarà ricordata anche come la kermesse dell'incoronazione di Matteo Renzi da parte di Francesca Pascale, ex compagna di Silvio Berlusconi invitata all'evento più importante per i renziani. Per Pascale, se Renzi "sarà l'erede di Berlusconi lo dirà il tempo, ma credo che lui sia l'unico leader in campo ed a portare avanti quel progetto fatto partire da Silvio Berlusconi. Di Matteo Renzi mi convince la tenacia, la forza, la passione politica e quella verve che difficilmente si incontra nei leader politici. Oggi la riconosco solo in lui".
"Matteo Renzi – ha aggiunto Pascale -, non è un segreto, lo dicono tanti articoli dei giornali, è stato uno dei personaggi politici che Silvio Berlusconi ha amato di più, lo ha sempre considerato un genio della politica, e per questo ha condiviso con lui molti temi importanti, fra cui i diritti civili. Questo credo che sia un monito per me, per crederci".
L'evento si è concluso con una rottamazione, quella della presidente della Commissione europea Ursula von Der Leyen. Von Der Leyen "ha fallito", "non è una leader ma una follower" e quindi, ha promesso Renzi, "chiederò di non votarla", che "non sia riconfermata" alla guida della Commissione Ue. "Possiamo dare un giudizio su Ursula von der Leyen? Dobbiamo darlo. Le riforme istituzionali non sono arrivate; strizza l'occhio a Orban e ai conservatori; nella risposta ai confitti, benissimo su Twitter, ma la politica non è un social; la difesa comune europea oggi non è all'ordine del giorno se non a parole. Dov'è il ruolo e la visione dell'ex ministro della difesa Von der Leyen? È sul green deal che si vede il fallimento di Ursula von der Leyen".
Per le elezioni europee di giugno "Più Europa ha chiesto una lista unitaria, noi ci stiamo. Se c'è una richiesta da parte degli altri di fare un passo indietro da parte dei parlamentari in carica io ci sto, ma sia chiaro che noi da oggi siamo in partita per un risultato che serve non al nostro ego, ma all'Italia, all'Europa e al futuro dell'Europa. Se ci state noi ci siamo, altrimenti faremo da soli. Posso garantire che ci metto il mio impegno e coraggio. Se qualcuno non se la sente se ne vada". Lo ha detto il leader Iv Matteo Renzi nel suo intervento conclusivo. Tradotto: Iv corre anche da sola. Ma Renzi non si accontenterà di raggiungere la soglia del 4% prevista per le elezioni europee, ma punta al 5%: "Andremo in Europa a fare il 5% per i nostri principi, per noi stessi, per la nostra dignità".
"In molti credono che noi non ce la faremo" ma "accettiamo di essere al 3%" nel peggiore dei sondaggi in vista delle prossime Europee ragiona Renzi, "significa avere 750mila voti. Ce ne mancano 250mila per fare il quorum del 4%. Se prendiamo il 4% non ne sarei contento, voglio il 5%".