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“L’Egitto non è un Paese sicuro”: tribunale di Catania non convalida trattenimento di un migrante

L’Egitto non può essere considerato un Paese sicuro, e quindi il trattenimento di un cittadino egiziano, disposto dal questore di Ragusa, non può essere convalidato. È la decisione presa oggi da un giudice del tribunale di Catania.
A cura di Annalisa Cangemi
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In attesa della sentenza della Corte di giustizia europea, il tribunale di Catania non ha convalidato il trattenimento di un egiziano disposto dal questore di Ragusa per un migrante di 30 anni sbarcato sulle coste siciliane e trattenuto nel centro di Pozzallo-Modica. Il provvedimento di non convalida è stato firmato dal giudice Rosario Maria Annibale Cupri, della sezione immigrazione del tribunale.

Il tribunale ha richiamato il recente pronunciamento della Cassazione, secondo cui stilare la lista dei Paesi sicuri spetta ai ministri, ma il giudice ha il dovere di effettuare le verifiche del caso. La Cassazione sostiene infatti che "il giudice ordinario ha il potere-dovere di esercitare il sindacato di legittimità della designazione da parte dell'autorità governativa di un certo paese d'origine tra quelli sicuri, ove tale designazione contrasti in modo manifesto con la normativa europea".

Per l'immigrato egiziano, dunque, è stato disposto l'immediato rilascio. Il trentenne aveva fatto domanda di riconoscimento di protezione internazionale al suo ingresso in Italia, a Pozzallo.

Perché non è stato convalidato il trattenimento del cittadino egiziano

Il caso del cittadino egiziano riguarda la definizione del cosiddetto ‘Paese sicuro' sulla quale si è appunto pronunciata la Suprema corte di Cassazione.

Il giudice Cupri, nella sua disamina, ha posto accento sul recente pronunciamento della Suprema corte di Cassazione che con ordinanza interlocutoria (Cass. 30/12/2024, n. 34898) "ha affermato il principio secondo cui il giudice ordinario ha il potere-dovere di esercitare il sindacato di legittimità della designazione da parte dell'autorità governativa di un certo paese di origine tra quelli sicuri, ove tale designazione ‘contrasti in modo manifesto con la normativa europea vigente in materia, anche tenendo conto delle fonti istituzionali e qualificate di cui all'art. 37 della direttiva 2013/32, aggiornate al momento della decisione'".

Il giudice ha motivato la sua decisione di non convalida del trattenimento aggiungendo: "Sul punto la Suprema Corte si esprime chiaramente laddove afferma che: ‘La valutazione di sicurezza contenuta nel decreto ministeriale, cioè, non impedisce al giudice di prendere in considerazione specifiche situazioni di persecuzione che per il loro carattere esteso e generalizzato siano tali da rendere il Paese obiettivamente insicuro. Qualora le fonti provenienti dalle organizzazioni internazionali competenti, contemplate nell'art. 37 della direttiva 2013/32, rendano manifestamente evidente la presenza di persecuzioni con carattere generalizzato, endemico e costante, il giudice potrà ritenere la designazione come sicuro del paese di origine illegittima perché in evidente contrasto con la normativa europea. Il giudice, garante, nell'esame del singolo caso, dell'effettività del diritto fondamentale alla libertà personale, non si sostituisce, in tal caso, nella valutazione che spetta, in generale, soltanto al ministro degli affari esteri e agli altri ministri che intervengono in sede di concerto, ma è chiamato a riscontrare, nell'ambito del suo potere istituzionale, la sussistenza dei presupposti di legittimità della designazione di un certo paese di origine come sicuro, rappresentando tale designazione uno dei presupposti giustificativi della misura del trattenimento' (paragrafo 17.3)'".

Per il giudice del Tribunale di Catania, "la valutazione di sicurezza di un paese anche in presenza di eccezioni soggettive non impedisce al giudice ordinario, chiamato a valutare la legittimità di un trattenimento, di esaminare e verificare la sussistenza di ‘persecuzioni estese e generalizzate' che siano tali da superare la presunzione relativa di sicurezza che normalmente si ricollega alla designazione di Paese sicuro".

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