E' fuori da ogni dubbio che la sentenza della Corte Costituzionale sul legittimo impedimento rappresenti uno dei passaggi più importanti nell'agenda politica del 2011. Da qualche tempo in effetti, autorevoli analisti e famosi commentatori hanno espresso l'opinione che al "via libera" della Consulta sia collegata addirittura la stessa prosecuzione della legislatura, con Berlusconi orientato verso le elezioni anticipate nel caso in cui il provvedimento fosse bocciato. Del resto, il Cavaliere nella rituale conferenza stampa di fine anno aveva già "avvertito" i magistrati della sua intenzione di "farli vergognare" nelle piazze e sulle televisioni, sottolineando qualche giorno dopo in una telefonata alla comunità Incontro di Don Gelmini, come fosse già stato accusato di tutto, dalle stragi alla mafia.
Una decisione che è attesa per l'11 di gennaio, anche se nelle ultime ore circolava la notizia di un possibile slittamento al 25, ma di cui si è già ampiamente cominciato a dibattere. Infatti, secondo indiscrezioni di una certa caratura, l'orientamento dei quindici Giudici della Corte sarebbe, come scrive il Messaggero con un articolo a firma Massimo Martinelli, quello di licenziare una sentenza ”interpretativa di rigetto”; in altre parole la Consulta respingerebbe il ricorso della Corte d’Appello di Milano (che chiede una dichiarazione di incostituzionalità tout court della legge sul legittimo impedimento), affermandone la legittimità interpretandone però il senso e la portata. Una scelta che però in qualche modo confermerebbe la precedente giurisprudenza (caso Previti in particolare) che rimandava al Giudice la valutazione sulla "legittimità" dell'impedimento opposto da un imputato.
Una circostanza che, come si può facilmente intuire, non sarebbe accolta favorevolmente da quei settori della maggioranza parlamentare che ormai parlano apertamente di magistratura politicizzata e che già in questi giorni non hanno mancato di sollevare una polemica relativamente alla presunta "decisione già presa" da parte del relatore della causa Sabino Cassese (secondo La Stampa, infatti, il togato avrebbe già inviato ai "colleghi" le sue conclusioni in merito). D'altro canto, però, l'opposizione non ha mancato di sottolineare come la linea opposta, ossia quella del respingimento del ricorso del Tribunale di Milano contro il legittimo impedimento, abbia come capofila quel Luigi Mazzella, giudice della Corte che qualche mese fa ospitò in casa proprio il Ministro Alfano ed il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.