Legittima difesa, Salvini: “Ti difendi da un ladro? Non potrà più chiedere un euro di risarcimento”
Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, torna a parlare di legittima difesa, lo storico cavallo di battaglia della Lega. Secondo il titolare del Viminale, con la riforma della legge sulla legittima difesa, i cittadini non saranno più tenuti a risarcire un ladro ferito o ucciso né a sostenere spese legali. "Un ladro ti entra in casa, in azienda o in negozio e tu ti difendi? Sarà tuo diritto farlo, senza finire sotto processo per anni e pagando di tasca tua. Lo Stato coprirà le eventuali spese legali di chi si è difeso e il delinquente e i suoi parenti non potranno chiedere neanche un euro di risarcimento. Sono alcuni spunti della Legge sulla legittima difesa, che il 23 ottobre comincerà il suo percorso in Senato. Dalle parole ai fatti", ha dichiarato Salvini durante un incontro svoltosi al Villaggio della Coldiretti di Roma.
Attualmente, in commissione Giustizia al Senato è depositato un testo di riforma della legge sulla legittima difesa, proposto dall'esponente leghista Andrea Ostellari. Qualora venisse approvata, la nuova legge modificherebbe l'articolo 52 del codice penale introducendo il principio di "presunzione di legittima difesa" per chi agisce nell’intento di proteggere la propria casa o la propria azienda da sconosciuti e il restringimento del campo interpretativo su proporzionalità tra difesa e offesa. In sostanza, secondo la Lega, "respingere l’intrusione con violenza, minaccia di uso di armi e di altri mezzi di coazione fisica, da parte di una o più persone la violazione di domicilio o intrusione in un luogo di lavoro" sarà sempre legittima difesa, dunque non sarà punibile colui che si difenderà utilizzando un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo utile.
La Lega vorrebbe poi modificare anche il cosiddetto "eccesso colposo di legittima difesa" regolato dall'articolo 55 del c.p. determinando che "la punibilità sia esclusa se chi ha commesso il fatto per salvaguardare la propria o altrui incolumità, ha agito contro chi stava approfittando di circostanze di tempo, di luogo o di persona, anche in riferimento all’età, tali da ostacolare la pubblica o provata difesa o se in stato di grave turbamento derivante dalla situazione di pericolo in atto".