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Legge omofobia, riparte l’esame alla Camera: punisce anche la discriminazione legata alla disabilità

È ripreso alla Camera l’esame del ddl Zan contro le discriminazioni e le violenze legate all’omofobia. 748 gli emendamenti presentati, quasi tutti dell’opposizione. Bocciate ieri a larga maggioranza le pregiudiziali di costituzionalità presentate presentate da FdI e Lega. Con il pacchetto di emendamenti presentati dalla maggioranza sono ampliati i motivi della discriminazione: spuntano i motivi legati alla disabilità.
A cura di Annalisa Cangemi
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Riparte l'esame in Aula sulla legge Zan contro l'omofobia, in prima lettura parlamentare. Il testo unificato delle proposte di legge sulle misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati al sesso, al genere, all'orientamento sessuale e all'identità di genere, è approdato ieri pomeriggio in Aula della Camera. Respinte a larga maggioranza le pregiudiziali di costituzionalità presentate presentate da FdI e Lega, contrarie al provvedimento, che giudicano pericoloso per la libertà di pensiero perché introdurrebbe il "reato d'opinione", in realtà eliminato dal testo.

Sono stati presentati in tutto 748 emendamenti al testo unico delle proposte di legge sull'omofobia. Le votazioni proseguiranno per l'intera giornata. La maggior parte delle proposte di modifica proviene dalle opposizioni. La maggioranza ha presentato un pacchetto di 7 emendamenti, con cui si risponde alle osservazioni avanzate dal comitato per la legislazione e alle richieste di alcune forze di governo. La novità è l'estensione delle previsioni degli articoli 604 bis e ter del Codice penale anche alle violenze e discriminazioni legate alla disabilità, su proposta di Italia viva. La legge non mira solo a difendere le persone lgbt, ma fornisce anche uno strumento per combattere anche il sessismo e la misoginia.

La prima modifica approvata ieri, delle sette complessive presentate dalla maggioranza, risponde alle osservazioni del comitato per la legislazione e della commissione Affari costituzionali, che avevano chiesto una specificazione più puntuale delle definizioni di ‘sesso', ‘orientamento sessuale' e ‘genere'. Con l'emendamento della maggioranza si spiega cosa si intenda per sesso ("il sesso biologico o anagrafico"), per genere ("qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso"), per orientamento sessuale ("l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi"), per identità di genere ("l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione"). Il centrodestra ha votato contro. La deputata di Forza Italia, Giusi Bartolozzi, ha votato a favore, in dissenso dal suo gruppo. I voti favorevoli sono 249, i contrari 189.

L'Aula di Montecitorio ha invece respinto l'emendamento delle opposizioni, con votazione segreta, che mirava ad inserire nel testo unico delle proposte di legge sull'omofobia una specificazione precisa sulla libertà di opinione. In particolare l'emendamento intendeva specificare che non costituisce atto di discriminazione la libera espressione di pensiero o di convincimenti relativi all'orientamento sessuale.

Le opposizioni di centrodestra hanno chiesto oggi di non proseguire con l'esame della legge, proponendo anche emendamenti soppressivi del testo. Tutti i deputati di Fdi si sono iscritti a parlare su tutti gli emendamenti al ddl, per portare avanti sostanzialmente un'azione di ostruzionismo, che però si scontra con il contingentamento dei tempi a cui è sottoposto l'esame del provvedimento. "Questa legge prevede il divieto d'opinione, secondo cui sei io parlo al telefono e dico che l'unica famiglia è quella tradizionale posso essere perseguito. Ci vogliono rieducare ideologicamente, siamo davanti alla parole di Orwell", dice il deputato della Lega Alessandro Pagano in un intervento.

"Abbiamo escluso dalla criminalizzazione la propaganda delle idee, contenuta nella legge Mancino, proprio per evitare la criminalizzazione delle opinioni", ha ricordato l'onorevole del Partito Democratico Alfredo Bazoli. "sulla scorta delle sollecitazioni che ci arrivavano anche dalle opposizioni abbiamo riscritto l'articolo 3, che specifica che con questa legge ‘non costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera espressione di convincimenti o di opinioni, nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte, purché non istighino all’odio o alla violenza".

"Voi volete introdurre la ‘pulizia' del pensiero, con l'introduzione di una giornata nazionale contro l'omofobia", ha detto Antonio Palmieri di Forza Italia. Il deputato Salvatore Deidda di Fratelli d'Italia ha invece sottolineato come si stia affrontando un "falso problema": "Oggi l'unica discriminazione vera è quella verso una categoria di italiani che oggi sta manifestando contro il governo. È una proposta che non interessa a nessuno, interessa soltanto a una minoranza politica che è anche minoranza del Paese".

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