Legge elettorale, salta l’accordo. M5S: “Legislatura finita, al voto”. Mattarella preoccupato
UPDATE Nel corso della trasmissione Otto e Mezzo l'onorevole del Movimento 5 Stelle Danilo Toninelli ha annunciato la fine della legislatura: "Non si deve parlare di decreto sulla legge elettorale! Salvini dice a Gentiloni e Renzi – quelli che hanno fatto l'Italicum bocciato dalla Consulta – di fare un decreto? Forse non è molto attento. La legislatura ormai è finita, andiamo ad elezioni. Mi spiace per Mattarella ma non c'è nulla che si possa fare", chiudendo definitivamente la porta a ogni tipo di accordo con le altre forze parlamentari. Poco prima, Matteo Salvini aveva avanzato l'ipotesi della decretazione d'urgenza per andare al voto il prima possibile: "Per la Lega la discussione sulla legge elettorale è finita. Siamo pronti a votare anche un decreto che uniformi le leggi elettorali di Camera e Senato, ma andiamo a votare. Da dicembre dico come Lega che non facciamo problemi, basta che si faccia una legge elettorale e si vada a votare entro ottobre".
Intervenendo a San Lazzaro di Savena, l'ex segretario del Pd e membro di Mdp, Pier Luigi Bersani, rifiuta categoricamente l'ipotesi di un decreto d'urgenza per andare al voto: "Non si azzardino a fare un decreto e a mettere la fiducia, perché siamo in un sistema democratico e parlamentare: non possono stoppare un parlamento che sta votando e fare un decreto su una legge elettorale. Siccome sento dire questa cosa, se la tolgano dalla testa".
In serata il Quirinale ha fatto sapere che c'è "preoccupazione" e che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha seguito "con molta attenzione l'attività parlamentare odierna e lo stallo del dialogo avviato su una legge elettorale condivisa". Resta comunque confermata la posizione sul decreto in materia elettorale, che potrà essere varato solo a ridosso della fine della legislatura e solo su aspetti tecnici, certamente non su nodi politici.
Il presidente del Senato Pietro Grasso sembra invece ottimista: “Sulla legge elettorale non mi pare ci sia stato un de profundis. Il ritorno in commissione significa un momento di ulteriore riflessione che penso possa aiutare”. Il ministro degli Esteri e leader di Ap, Angelino Alfano, che solo pochi giorni fa aveva polemizzato con il segretario del Pd Matteo Renzi proprio sull'impianto del sistema tedesco nato in seguito all'accordo con le forze di opposizione, ha esultato su Twitter: "Forza Italia presenta emendamento. Noi di AP chiediamo voto segreto. Loro vanno sotto. #Inciucellum affondato! #EUROGOAL #leggeelettorale".
Al primo ostacolo vero, però, i timori relativi alla fragilità del patto a 4 (M5s, Pd, Lega e FI) si sono concretizzati. La maggioranza è andata sotto su un emendamento presentato dalla Biancofiore, relativamente alla modalità di elezione dei parlamentari del Trentino Alto Adige, su cui il relatore di maggioranza aveva espresso parere contrario. Lo scrutinio doveva essere a voto segreto, ma a causa di un errore tecnico è stato evidente come a votare a favore dell'emendamento siano stati in massa i parlamentari del MoVimento 5 Stelle, oltre che altri parlamentari della maggioranza, tra cui alcuni del PD.
A testimoniarlo una "foto" del deputato del PD Emanuele Fiano:
Durissima la reazione del Partito Democratico, con il capogruppo Rosato che ha preso la parola per gridare (letteralmente) che "la parola del MoVimento 5 Stelle non vale nulla" e per chiedere alla Boldrini di sospendere la seduta per valutare se fosse il caso di rimandare la legge elettorale in Commissione, sancendo sostanzialmente la fine del patto sul modello tedesco. Immediata la replica del M5s che con Toninelli ha ammesso di aver votato a favore "di un emendamento di giustizia", che ampliava le stesse regole anche al Trentino Alto Adige, e ha poi attaccato il PD "che ha la responsabilità maggiore delle difficoltà" con cui si sta lavorando alla nuova legge, in ragione della maggioranza relativa di deputati di cui gode. Prendendo atto dello stallo, il segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, ha convocato per le 15 la segreteria Pd. Nell'ambito dell'incontro si discuterà di come procedere sulla legge elettorale.
Le motivazione del sì del M5s a sostegno dell'emendamento della Biancofiore sono state spiegate dal deputato Fraccaro nel corso del suo intervento:
"Un partito che ha la maggioranza alla Camera grazie al premio di maggioranza e che oggi ha votato insieme a Forza Italia, non riesce a raggiungere la maggioranza dei voti? Qui il tema non è la legge elettorale. È che il voto segreto ci testimonia che ormai non esiste più una maggioranza di Governo. Esiste solo una maggioranza di gente attaccata alle poltrone. Per noi la legge elettorale si deve fare. Andiamo avanti. E poi al voto il prima possibile", è invece la posizione del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio.
Intervenendo su Facebook, il deputato Alessandro Di Battista ha fornito la sua interpretazione della vicenda: "Vi spiego quel che è successo in aula. Il M5S presenta un emendamento (a firma Fraccaro) che prevede l'applicazione della legge elettorale in tutta Italia, dalla Sicilia all'Alto-Adige (dove c'è un partito, il Südtiroler Volkspartei, che era contrario). Questo emendamento passa. Noi ovviamente abbiamo votato a favore proprio perché è un emendamento giusto ma l'hanno votato tantissimi del PD! Ora il PD (che aveva tanti assenti in aula) dice che è colpa nostra. Ma sono loro ad avere i franchi tiratori (già dai tempi dell'elezione di Prodi al Quirinale ricordate?). Ora il PD affosserà questa legge elettorale perché è passato un emendamento che prevede la sua applicazione in tutta Italia, dal sud al nord. Vi rendete conto? Questa si chiama schizofrenia. Renzi è incapace di gestire le miliardi di correnti del suo partito. Avrebbe fatto davvero bene (come aveva detto) a ritirarsi a vita privata dopo la sconfitta del referendum del 4 dicembre".
Dopo la sospensione della seduta, è nuovamente bagarre in Aula
Dopo la sospensione della seduta intervenuta in seguito all'errore tecnico sul voto segreto per l'emendamento presentato dall'onorevole trentina Biancofiore, alle 15 l'Aula ha ricominciato a discutere su un punto procedurale, ovvero il rinvio il commissione del testo della legge elettorale, come espressamente richiesto dal capogruppo del Pd Ettore Rosato.
Nel corso del dibattito parlamentare l'onorevole Danilo Toninelli del Movimento 5 Stelle e l'onorevole Ettore Rosato del Partito Democratico si sono duramente scontrati. Il Movimento 5 Stelle ha accusato il PD di essere composto da "vigliacchi e traditori", parlamentari che nel segreto dell'urna hanno votato contrariamente a quanto stabilito dal Partito Democratico e poi addossato la colpa al Movimento 5 Stelle. Rosato ha invece ribadito che la parola del Movimento 5 Stelle non vale nulla e che con il voto favorevole all'emendamento Biancofiore hanno rotto l'accordo sulla legge elettorale siglato con il Pd, Fi e Lega in commissione.
Nel mezzo, gli onorevoli Capezzone e Lupi hanno accusato il Partito Democratico di nascondere una grave errore politico, addossando le responsabilità all'opposizione, senza prendere atto della reale situazione scatenatasi in Aula questa mattina. Lupi ha inoltre ribadito che il Pd starebbe cercando di nascondere i propri errori politici senza accennare al fatto che, dopo 4 anni di alleanza di Governo con Alternativa Popolare di Angelino Alfano, il Pd ha deciso di accordarsi con "gli avversari" sulla legge elettorale senza tenere conto della posizione degli alleati di governo, anzi rifiutando ogni richiesta di Ap.
Il deputato della Lega Nord Giancarlo Giorgetti, ha invece sostenuto: "Non esiste più una maggioranza in grado di approvare una legge elettorale. Non ci crediamo più".
Al termine della votazione, l'Aula di Montecitorio ha deciso per il rinvio del testo della legge elettorale in commissione Affari costituzionali.