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Legge elettorale, Renzi: “O passa l’Italicum o si va al voto”

Il segretario del Partito Democratico: “Se si affossa anche questa possibilità di riforme diventa davvero delicato immaginare uno spazio di speranza per questa legislatura”
A cura di D. F.
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Renzi ride a Porta a Porta
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E' sempre la riforma della legge elettorale a tenere il banco. Con ogni probabilità Matteo Renzi dovrà incontrare nuovamente il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi vista la proposta di innalzare la soglia per ottenere il premio di maggioranza dal 35 al 38%. Il leader del PD, tuttavia, sembra ben intenzionato a non farsi logorare: "Siamo consapevoli – afferma – che siamo a un bivio straordinario. Con le riforme sarà tutto più semplice anche per quanto riguarda il lavoro, lo sviluppo: se si affossa anche questa possibilità di riforme diventa davvero delicato immaginare uno spazio di speranza per questa legislatura". Il messaggio per Enrico Letta è chiaro. O l'Italicum viene approvato in tempi brevi oppure il governo cade.

In mattinata, tuttavia, ha anche cercato di stemperare la tensione con un post sulla sua pagina facebook: "La legge elettorale non è la cosa più importante. Ma è l’inizio di un percorso che può cambiare il Paese: taglio dei costi della politica, semplificazione, superamento di Senato e Province, lotta contro le rimborsopoli regionali. Se passa questa legge poi è più semplice tutto, dal piano per il lavoro all’attrazione degli investimenti stranieri, come hanno notato autorevoli osservatori internazionali in queste ore".

"Tutto è migliorabile – spiega il sindaco di Firenze – ma l'accordo sulla legge elettorale dopo anni di immobilismo adesso c'è, corrisponde al dettato costituzionale, può far uscire l'Italia dalle sabbie mobili. Rispetto le motivazioni di chi in queste ore sta disperatamente cercando di bloccare tutto, qualcuno persino in buona fede. Ma fuori dalle stanze dei palazzi c'è un Paese che ha bisogno di gesti concreti di cambiamento. Ora, non tra qualche anno. E una politica che non decide neanche sulle regole del gioco, non è più credibile su niente. Il PD ha fatto la sua parte, coerente con le primarie e con il voto della direzione. Abbiamo dato la disponibilità a ridurre il premio di maggioranza per accogliere il rilievo di parlamentari e costituzionalisti. Ieri ho chiesto ai nostri deputati di ritirare gli emendamenti per evitare ogni alibi sulle divisioni interne". Infine l'invito al Parlamento: "Adesso tocca al Parlamento. Personalmente non mi farò ingabbiare nelle stanche liturgie della politica tradizionale: le carte sono in tavola, nessuno può bluffare. Se qualcuno vuole far saltare tutto, lo faccia a viso aperto e lo spieghi al Paese".

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