Era calendarizzata per l'Aula del Senato della Repubblica dal 5 al 7 dicembre la discussione dei disegni di legge in materia elettorale (ddl 2 e connessi), con il testo presentato dal senatore del Popolo della Libertà Lucio Malan. Si tratta ovviamente del progetto di revisione della legge elettorale intorno al quale si è concentrata la polemica politica degli ultimi mesi. Giova infatti ricordare che dalla determinazione del meccanismo elettorale dipende in maniera diretta anche la composizione del Parlamento nella prossima legislatura. Insomma, come ricordano in molti, ben più che dall'oscillazione dei flussi di consenso alle urne, a decidere il futuro a breve termine del nostro Paese potrebbe essere l'accordo tra i partiti che compongono la maggioranza che sostiene il Governo di Mario Monti. Ed è per questo che le differenti anime della politica italiana arrivano alla discussione parlamentare in un crescente clima di tensione, con lo scetticismo del Partito Democratico sulla bozza Malan e soprattutto con tanti nodi da sciogliere. In primis quello del premio di maggioranza (che è uno degli aspetti più controversi del Porcellum, nonché oggetto di rilievi della Corte Costituzionale). Partendo dal documento in discussione (che alleghiamo in fondo all'articolo), ovvero da:
un premio è determinato in misura fissa. Esso ammonta a 76 seggi presso la Camera dei deputati, a 37 seggi presso il Senato. Questo numero di seggi di premio corrisponde al 12,06 per cento dei complessivi seggi della Camera; all'11,74 per cento del Senato […] Perché il premio di maggioranza, predeterminato in tale misura fissa, conduca al raggiungimento della maggioranza assoluta, una lista o coalizione deve pertanto conseguire 240 seggi alla Camera e 121 seggi al Senato (omettendo nel computo i Senatori a vita). Significa conquistare una percentuale di voti, secondo alcune stime valutabile attorno al 40 per cento. In caso di più limitato consenso, il premio scatta comunque, senza tuttavia consentire l'ottenimento della maggioranza assoluta
Su questo punto la discussione è aperta, con le proposte di "premio variabile" di Calderoli e l'ultima del "premietto fisso" di 50 deputati che andrebbe solo nel caso in cui la lista o coalizione raggiunga il 40% dei consensi (proposta Quagliariello – Malan che ovviamente non piace al PD). Così come resta aperto il nodo delle preferenze, che non piacciono ai democratici ma che restano uno dei punti caratterizzanti (assieme alle liste bloccate) il testo su cui discuterà l'Aula:
L'elettore dispone di un unico voto per la scelta della lista. Ogni lista di compone di due elenchi di candidati. Il primo elenco (recante un numero di candidati non inferiore ad un terzo dei seggi assegnati nella circoscrizione) può essere oggetto di espressione di preferenza (una o due: v. infra circa la rappresentanza di genere) da parte dell'elettore. L'elezione dei candidati è pertanto determinata in base alle preferenze raccolte. Il secondo elenco (recante un numero di candidati "non superiore a" un terzo dei seggi assegnati nella circoscrizione) è invece ‘bloccato'. L'elezione dei candidati è determinata secondo l'ordine di collocazione nell'elenco.
Singolare anche la scelta di consentire le candidature multiple: "Si prevede che il nominativo di un candidato non possa essere presente in più di tre ‘listini bloccati' e non possa esser presente in più di un elenco oggetto delle preferenze. E' consentita la presenza, nella medesima lista, sia nell'elenco oggetto di preferenze sia nel "listino bloccato". Mentre sulla questione di genere la legge articola un doppio binario: "Riserva di quota di lista e preferenza di genere (per l'elenco oggetto di espressione di preferenza, nessuno dei due generi può figurare nell'elenco di candidati, in misura superiore ai due terzi); ordine alternato di genere (per il listino bloccato) […] La preferenza di genere importa che l'elettore possa esprimere due preferenze. Qualora esprima due preferenze, esse devono andare una ad un candidato di un genere, una ad un candidato di altro genere – pena l’annullamento della seconda preferenza".
Insomma, un testo che definire "rivedibile" è poco. E la cui discussione potrebbe essere rinviata ancora o saltare definitivamente se fallisse il lavoro di sintesi di queste ore della Commissione. Insomma, ancora una volta la sensazione è che il voto col Porcellum si avvicini sempre di più.