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Legge elettorale, giovedì in commissione la nuova proposta del Pd: arriva il Rosatellum bis

Emanuele Fiano (Pd)ha annunciato che presenterà giovedì in commissione Affari Costituzionali un nuovo testo base per la legge elettorale: è stato già ribattezzato Rosatellum bis. Previsti 231 collegi e una rivisitazione del Mattarellum con una quota proporzionale di listini piccoli e una parte di collegi uninominali. Scettici M5s e Mdp.
A cura di Stefano Rizzuti
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Ha già un nome il nuovo testo base della legge elettorale che il relatore Emanuele Fiano presenterà giovedì in commissione Affari Costituzionali: sarà il Rosatellum bis, un testo diverso rispetto a quello nato dall’accordo di giugno e che avrà 231 collegi. Si tratta di un sistema che riprenderà il Mattarellum ma non modifiche sostanziali: prevista una importante quota di proporzionale con listini piccoli e con una parte di collegi uninominali. In giornata è arrivato anche il no della presidente della Camera Laura Boldrini e degli uffici tecnici di Montecitorio al ‘lodo Brunetta’ che avrebbe consentito di superare l’impasse sulle norme elettorali per il Trentino, permettendo di proseguire i lavori sul ‘Tedeschellum’.

Emanuele Fiano, prima di presentare il nuovo testo base, ha annunciato che darà vita a un giro di incontri con i diversi gruppi parlamentari: “Chiederò la possibilità di incontrare e ascoltare tutti i gruppi prima di giovedì”, ha dichiarato al termine dell’ufficio di presidenza della commissione Affari Costituzionali. Il relatore della legge elettorale ha sottolineato che il testo base “non sarà il tedesco”: “In coerenza con quanto detto dalla presidente Boldrini e da quanto sempre affermato dal Pd – ha aggiunto Fiano – ovvero che solo superando il punto dell'emendamento approvato a giugno sul Trentino, si poteva proseguire con il testo portato in Aula. Quindi, non presenterò come testo base il tedesco, ma un nuovo testo su cui non ho dato né indicazioni né nomi, ma ho solo detto che ci saranno i 231 collegi per la Camera, come da emendamento approvato”.

La presidenza della Camera boccia il lodo Brunetta

Il presidente della commissione Affari Costituzionali, Andrea Mazziotti, riferendo durante l’ufficio di presidenza, ha reso noto la decisione della Boldrini riguardo al ‘lodo Brunetta’, considerato inammissibile. Questo lodo era una norma transitoria che aveva l’obiettivo di far entrare in vigore un anno dopo le norme sui collegi del Trentino Alto Adige.

Per quanto riguarda i tempi di discussione, a rassicurare è lo stesso Mazziotti, secondo il quale l’eventuale slittamento di qualche giorno per aprire la discussione sul testo con calma non sarà un problema. “Se il relatore presenta il testo base giovedì mattina – sostiene – è evidente che i tempi sono molto stretti. Se sarà necessario qualche giorno in più non succede nulla, l'importante è lavorare bene”. L’approdo in aula a Montecitorio era fissato per la fine del mese, ma a condizione che fosse concluso l’esame in commissione.

Le critiche di M5s e Mdp

Secondo il deputato del MoVimento 5 Stelle Danilo Toninelli il nuovo testo “sarà una schifezza istituzionale”. “Cambiano idea ogni 10 minuti – ha affermato – noi non perdiamo tempo. È uno spettacolo triste, mancavano solo pop corn e coca cola. Noi finché non vediamo che abbiamo di fronte interlocutori normali non perdiamo tempo”. “Fanno uscire idee di nuove leggi elettorali sulla stampa, tramano nel buio per cercare di contarsi e se hanno i numeri presentano il testo – ha aggiunto -. La stanno buttando in caciara perché non si sono ancora contati e non sanno se Ap o Fi gli voteranno la legge. Sarà un'altra schifezza incostituzionale”.

Scettico anche il deputato di Mdp Alfredo D’Attorre: “Il capogruppo Rosato sa bene che riesumare un testo già accantonato e poi affossato a maggio per mancanza di numeri è un modo per non fare la legge elettorale, è un modo per buttare la palla fuori dal campo e mettere la legge elettorale in un binario morto”. “Se questa è la decisione del Pd – attacca D’Attorre – lo si dica chiaramente, basta con i giochini”. Per Mdp la soluzione migliore per sbloccare il nodo Trentino è “introdurre un altro regime, l'emendamento non preclude infatti altre forme di regime valide per il Trentino, fermo restando i 231 collegi uninominali. Per noi – conclude D'Attorre – la strada del proporzionale alla tedesca resta aperta, serve la volontà politica”.

I parlamentari della Lega, come aveva preannunciato da Matteo Salvini, non hanno partecipato ai lavori per protesta contro il blocco dei conti correnti deciso dalla magistratura. Così come la Lega, anche Fratelli d’Italia ha deciso di lasciare i lavori dell’ufficio di presidenza della commissione per solidarietà verso i colleghi del Carroccio.

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