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Legge di stabilità: il Governo pensa a sgravi per redditi medio – bassi

Dalle ultime indiscrezioni confermato il taglio del cuneo fiscale e l’aumento delle detrazioni: si pensa ad un bonus di 150 – 200 euro in busta paga per i lavoratori dipendenti.
A cura di Redazione
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Il giorno fissato resta martedì 15 ottobre: entro quella data il Consiglio dei ministri approverà la legge di stabilità, il provvedimento cruciale cui Saccomanni sta lavorando ormai da settimane e che dovrebbe servire a colmare una serie di buchi formatisi a seguito degli ultimi interventi del Governo. Ma soprattutto nella legge di stabilità dovrebbero trovar posto una serie di misure pensate "teoricamente" per alleviare le condizioni economiche delle fasce di reddito più esposte alla crisi.

In tal senso, però, le ultime indiscrezioni sembrano poco confortanti. Come riporta Enrico Marro sul Corsera, infatti, "risultati non sono esaltanti. Il perché è presto detto. Le risorse a disposizione sono poche e anche ipotizzando che dei 5 miliardi di taglio del cuneo fiscale di cui si parla più della metà, diciamo pure 3 miliardi, vada ai lavoratori attraverso un aumento delle attuali detrazioni sul lavoro dipendente (1.840 euro fino a 8 mila euro lordi di reddito e poi a scalare fino ad azzerarsi a 55 mila euro lordi), in media entrerebbero in busta paga appena 150-200 euro netti in più all’anno."

L'intervento dovrebbe riguardare i redditi da lavoro dipendente fra 0 e 55mila euro di lordi, una forbice che includerebbe circa 20 milioni di soggetti: ipotesi che dunque comporterebbe benefici minimi data l'esiguità delle risorse. E probabile che su questo punto, sulla platea degli aventi diritto, si giocherà una partita decisiva all'interno del Consiglio dei ministri, anche in relazione ai diversi orientamenti delle anime che compongono la maggioranza di Governo e anche nella consapevolezza di dover dare risposte alla categoria dei pensionati, che al momento risulta totalmente esclusa da simili misure.

La questione aperta è comunque quella delle risorse, dal momento che la considerazione unanime è quella della ristrettezza dei margini di manovra con una dotazione di soli 3-5 miliardi di euro. Certo, Saccomanni è pronto a pianificare un piano di 10 – 15 miliardi fino al 2016, ma le coperture continuano ad essere giudicate inadeguate e soprattutto nell'immediato le risorse rischiano di non soddisfare anche le richieste "minime" delle parti sociali.

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