Legge di stabilità, il Governo chiederà tre fiducie
Dopo settimane intense di lavoro a Montecitorio tra emendamenti presentati, bocciati e ritirati in commissione, sembra in dirittura di arrivo il disegno di legge stabilità varato dal Consiglio dei Ministri circa un mese fa. Il Governo infatti è pronto a porre ben tre questioni di fiducia all'Aula su altrettanti quesiti del testo per dare il via libera finale alla Legge di stabilità. Secondo il calendario stabilito dalla Presidenza della Camera in accordo con governo e gruppi parlamentari, le fiducie saranno chieste martedì prossimo e votate dall'Aula mercoledì 21, mentre il voto finale avverrà giovedì prossimo. Secondo l'accordo della conferenza dei capigruppo, i gruppi di maggioranza esprimeranno la loro dichiarazione di voto soltanto sul terzo voto di fiducia, previsto a partire dalle 18 di mercoledì e trasmesso in diretta televisiva.
Con l'intesa sull'emendamento esodati si chiude così il cerchio di una trattativa intensa durata quasi un mese. Dopo la riscrittura dell'emendamento da parte dei relatori Brunetta e Baretta la platea degli esodati tutelati si è allargata di 10130 lavoratori che vanno ad aggiungersi ai 120mila già previsti dal governo. La copertura economica sarà garantita anche dal mancato adeguamento delle pensioni superiori ai 3mila euro lordi mensili. In generale l'accordo tra Governo e partiti ha portato a cambiamenti sostanziali nell'impianto iniziale della legge di stabilità pur rimanendo invariati i saldi come aveva chiesto il Ministro Grilli.
Tra le modifiche più rilevanti alla legge di stabilità ci sono quelle sul pacchetto fiscale. Come già concordato con Grilli salta l'aumento dell'Iva sull'aliquota del 10% ma per compensare gli introiti salta anche il taglio di un punto delle aliquote Irpef sui primi due scaglioni di reddito. In compenso aboliti i tetti e le franchigie su deduzioni e detrazioni dalle imposte sul reddito e aumentate le detrazioni per i figli a carico. Nella legge di stabilità creati anche due fondi in cui confluiranno i risparmi scaturiti dalle maggiori entrate e minori spese e che serviranno per la riduzione delle tasse alle imprese e ai cittadini a partire dal 2013. Sarà il Def poi a stabilire l'entità delle somme e come potranno essere ridistribuite. Accordo infine anche sui fondi destinati ai non autosufficienti e in genere alle politiche sociali, così come c'è l'intesa sui soldi per le calamità naturali che hanno colpito varie zone del Paese.
Il via libera della Camera alla legge di stabilità a questo punto appare certa. Meno certa invece la probabilità che il Senato possa approvare il disegno di legge senza controbattere. Molti i temi infatti che sono ancora controversi e lo stesso Esecutivo aveva intrapreso la strada del ddl invece del decreto per favorire il dialogo in Aula. Dai partiti per il momento non è arrivata alcuna rassicurazione sulla blindatura del testo, fatto che potrebbe significare un nuovo passaggio Parlamentare e ulteriori modifiche della legge di stabilità.