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Legge di bilancio, gli italiani pagheranno un miliardo di tasse locali in più

Lo studio della Cgia di Mestre lancia l’allarme sulle tasse locali, dopo le modifiche introdotte dalla manovra economica del governo Conte: l’ottanta percento dei Comuni potrebbe aumentare i tributi di propria competenza. Una stangata che potrebbe costare agli italiani oltre un miliardo di euro.
A cura di Redazione
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"Dopo aver rimosso il blocco delle aliquote dei tributi locali introdotto con la legge di Stabilità del 2016 dall’allora governo Renzi, è molto probabile che alcuni Governatori e molti Sindaci torneranno ad innalzarle". È questo l'allarme che lancia la Cgia, con un report sulla legge di bilancio del Governo Conte, appena approvata al Senato e in attesa del via libera definitivo della Camera dei deputati, previsto tra il 28 e il 29 dicembre. A quanto emerge dalle stime effettuate dalla CGIA, dunque, l'ottanta percento dei comuni avrebbe i margini per aumentare sia l’Imu sulle seconde e terze case sia l’addizionale Irpef. E non è neanche da escludere che l'Imu sui capannoni possa subire dei ritocchi per quanto concerne la parte di competenza comunale. Il punto è sempre lo stesso: le ultime manovre economiche hanno prosciugato la disponibilità di risorse per gli Enti locali, Comuni in testa, che ora potrebbero cogliere l'occasione della rimozione del blocco delle aliquote dei tributi locali per provare a far quadrare i loro conti.

Spiega il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo. "Tra Irap, Imu, Tasi e addizionali Irpef, famiglie e imprese versano a Regioni ed enti locali oltre 60 miliardi di euro all'anno l’incidenza di questo importo, sul totale delle entrate tributarie, è pari al 12% e, purtroppo, è destinato ad aumentare". La cifra complessiva che potrebbe gravare sul bilancio delle famiglie italiane si aggira sul miliardo di euro. A ciò bisogna aggiungere anche che negli ultimi 3 anni le tariffe comunali hanno già subito aumenti consistenti per quel che riguarda i servizi amministrativi erogati ai cittadini. Certificati di nascita e di matrimonio, documenti amministrativi, pareri e visure hanno già subito aumenti che in molti casi hanno superato il 50%. Discorso simile per le società di servizio collegate ai Comuni, con il canone base per la fornitura di acqua che è salito del 13%, la quota dei trasporti del 2%, delle mense scolastiche del 4,5%.

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