Come vi abbiamo raccontato, nella serata di ieri il Consiglio dei ministri ha messo nero su bianco la risposta alla bocciatura della legge di bilancio da parte della Commissione Europea. Il Governo ha risposto ai rilievi dei commissari europei, confermando di non voler modificare né i saldi, né le stime sulla crescita, né la struttura di alcuni provvedimenti giudicati centrali, come il superamento della legge Fornero con quota 100, il reddito e la pensione di cittadinanza e il risarcimento per gli investitori delle banche. La sola "apertura" di rilievo riguarda la previsione di dismissioni (essenzialmente privatizzazioni) di patrimonio pubblico, anche immobiliare, che sono quantificate in 18 miliardi, ovvero l’1% del PIL. Il Governo è convinto del fatto che “grazie all’espansione fiscale, alle riforme introdotte, al rilancio degli investimenti e alla riduzione del carico fiscale sulle piccole imprese, la manovra consentirà di conseguire un tasso di crescita superiore a quello tendenziale e di recuperare parzialmente il divario rispetto agli altri Paesi europei”.
Le privatizzazioni e le clausole di salvaguardia della manovra
La lettera del ministro dell'Economia Giovanni Tria, però, contiene anche alcuni chiarimenti sulla strada che il Governo intraprenderà nel caso in cui non fossero confermate le stime di crescita e dunque il rapporto debito / PIL dovesse esplodere. Nel documento si legge che “al fine di accelerare la riduzione del rapporto debito / PIL e preservarlo dal rischio di eventuali shock macroeconomici, il Governo ha deciso di innalzare all’1% del PIL l’obiettivo di privatizzazione del patrimonio pubblico”. In alte parole, se la crescita del PIL non fosse quella “ultraottimistica” prevista dal Governo, “gli incassi derivanti dalle privatizzazioni” costituirebbero “un margine di sicurezza” per garantire il raggiungimento degli obiettivi di riduzione del debito.
Discorso simile per quel che concerne i saldi di finanza pubblica, che il Governo si impegna a “mantenere entro il limite del 2,4% del rapporto deficit / PIL”. In tale ottica, Tria spiega che l’indebitamento netto sarà “sottoposto a costante monitoraggio, con la verifica della coerenza del quadro macroeconomico e dell’andamento delle entrate e delle spese”. Nel caso fossero accertati scostamenti, il ministero dell’Economia e delle Finanze “assumerà tempestivamente le conseguenti iniziative correttive”. Tagli alla spesa, per farla breve.
Nella lettera, infine, si chiede “l’applicazione della flessibilità” per le spese eccezionali dovute al dissesto idrogeologico e alla manutenzione straordinaria della rete viaria e dei collegamenti stradali, in relazione anche al crollo del Ponte Morandi di Genova.
Ecco il documento: