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Legalizzazione, diritti, Europee e futuro del PD: Elly Schlein alla prova del Politiquiz

Elly Schlein è ospite nella redazione di Fanpage.it per una partita a Politiquiz, il nuovo format per parlare dell’attualità politica italiana e mondiale attraverso un tabellone di test e domande.
A cura di Annalisa Girardi
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La battaglia per i diritti è fondamentale per il Partito democratico, che si tratti di diritti civili, a una giusta retribuzione sul lavoro o alla sanità. Lo dice la segretaria dem, Elly Schlein, ospite nella redazione di Fanpage.it per una partita a Politiquiz, il nuovo format di interviste ai leader politici in vista delle elezioni europee. Un tabellone, tante caselle: ogni casella una diversa tipologia di domanda. "Apprezzo molto, sono appassionata di giochi da tavolo", dice Schlein.

Sanità, Autonomia, Jobs Act e povertà: la versione di Schlein

Al primo tiro dei dadi la segretaria capita su un "vero o falso": le diciamo quattro affermazioni e le chiediamo di spiegarci se secondo lei sono vere o false.

Prima affermazione: il governo Meloni è quello che ha messo più soldi sulla sanità. 

"Clamorosamente falso. Dicono di averlo fatto, ma in realtà la spesa sanitaria in tutto il mondo si calcola in proporzione al Pil del Paese. Dai dati del governo si vede che da quando Giorgia Meloni siede a Palazzo Chigi, la spesa sanitaria sta scendendo. Noi abbiamo presentato una proposta di legge, a mia prima firma, proprio per chiedere di aumentare le risorse della sanità pubblica e portarle alla media europea, che è il 7,5% del Pil".

L'Autonomia differenziata non lascia indietro nessuno. 

"Falsa anche questa. Hanno fatto una legge che ha ancora il sapore del disegno secessionista della Lega. Non ci hanno messo neanche un euro, a loro non interessa ridurre le diseguaglianze territoriali. È una riforma che spacca il Paese e che incide sul diritto all'accesso alla sanità, al trasporto pubblico locale, alla scuola. E purtroppo fa sì che il tuo destino sia segnato dalla Regione e dalla famiglia in cui nasci e cresci. Noi non lo possiamo accettare".

A chi sottolinea che spetterà comunque alle singole Regioni scegliere se accedere a maggiore autonomia o meno, Schlein replica: "Non c'è un fondo di perequazione, non sono stati fissati i livelli essenziali di prestazioni, quindi attualmente quella riforma lì è esattamente ciò che vuole spaccare in due il Paese, cristallizzare le disuguaglianze attuali e non potrà fare altro che aumentarle. È la legge del più forte: le Regioni che sono già più avanti potranno andare ancora più avanti, ma quelle che fanno più fatica di certo non vengono aiutate a recuperare".

Il Jobs Act ha reso il mondo del lavoro più dinamico.

"Io sono sempre stata contraria, è noto: ero in piazza nel 2015 con la Cgil contro il Jobs Act ed è il motivo per cui ho anche firmato i referendum. Noi abbiamo fatto un congresso l'anno scorso e ho vinto le primarie anche con una forte critica rispetto a quella stagione di politiche del lavoro".

Ultima affermazione: si dovrebbe reintrodurre il Reddito di cittadinanza.

"Sì, si poteva anche migliorare insieme, però il governo di Giorgia Meloni ha scelto di smantellarlo. Ho incontrato delle famiglie che hanno perso l'unico strumento di contrasto contro la povertà. E Giorgia Meloni non può pensare, dall'arroganza della sua poltrona a Palazzo Chigi, di decidere chi può essere povero e chi no in questo Paese. Perché la povertà non è una colpa individuale, come crede la destra, ma è un grave problema sociale. E poi la povertà non dipende da quanti anni hai o da come è composta la tua famiglia. Ho incontrato persone che non hanno 60 anni, ne hanno 58: non riescono a trovare lavoro e i corsi di formazione non sono partiti. In un Paese che ha 5,7 milioni di poveri assoluti credo che questo non sia accettabile: serve uno strumento di sostegno contro la povertà".

Perché per il Pd è importante la battaglia sui diritti civili

Un altro tema che affrontiamo con la segretaria del Pd è quello dei diritti civili, per cui si batte da ormai molti anni. Le chiediamo di rispondere a chi la critica dicendo che con lei ai vertici il partito si occupa troppo di diritti civili e ha finito per dimenticare quelli sociali, come quelli dei lavoratori. "Da quando sono segretaria, le prime priorità sono state il salario minimo – perché sotto i 9 euro l'ora non è lavoro è sfruttamento – l'abolizione degli stage gratuiti – perché con gli stage gratuiti non si paga un affitto, è diventata una forma di schiavitù che spesso per molti giovani è l'unico modo di entrare nel mondo del lavoro, ma se entri precario poi resti precario anche per molti anni – e la questione della sanità pubblica – su cui questo governo sta tagliando le risorse e questo fa sì che chi ha i soldi riesce a saltare la lista d'attesa andando dal privato, ma chi non ce li ha sta rinunciando a curarsi ed è il contrario del diritto alla salute che c'è scritto nella Costituzione", precisa Schlein.

Per poi spiegare, però, che oltre alla battaglia per la tutela diritti sociali, anche quella per i diritti civili è fondamentale. Le due cose non si possono scindere tra loro, sottolinea: "Chi fa le gerarchie – le classifiche dei diritti – di solito ha un problema con gli uni o con gli altri. Altre volte addirittura con tutti e due. Dopodiché è una cosa che che spesso mi sono sentita dire: ogni tanto, dico la verità, ho avuto l'impressione che fosse dovuto al mio orientamento sessuale. Spero di no".

Contro le discriminazioni di genere serve l'educazione sessuale e affettiva a scuola

Nel tabellone di Politiquiz sono inserite della caselle tematiche, in cui chiediamo all'intervistato o all'intervistata di raccontarci il suo punto di vista su un tema specifico. Alla segretaria del Pd chiediamo come la pensa sull'educazione sessuale e affettiva nelle scuole, tema su cui non sono mancate le polemiche nei mesi scorsi. "È assolutamente necessaria per contrastare la violenza di genere in ogni sua forma, ma anche le discriminazioni ai danni della comunità LGBTQIA+. Non bastano le misure di repressione, serve la prevenzione. Bisogna agire sul pregiudizio sessista prima che si radichi nelle menti, quindi in tutti i cicli scolastici. Noi vogliamo educazione al rispetto dell'affettività e al rispetto delle differenze. Questo è l'unico modo per evitare che le differenze diventino diseguaglianze: non negandole, ma garantendo pari opportunità a tutte e tutti, e sappiamo che oggi pari non sono".

Per Schlein "serve un'educazione al rispetto delle differenze, altrimenti la cultura patriarcale non la sdradicheremo mai". Finché quella cultura non sarà superata, aggiunge, resteranno le violenze e "quell'idea criminale di un diritto al possesso sul corpo, sul tempo e sulla vita della donna". La segretaria risponde poi a un'altra serie di "vero o falso", con affermazioni che riguardano sempre il tema dei diritti delle donne.

Prima affermazione: in Italia le donne hanno gli stessi diritti degli uomini. 

"Le donne sono ancora discriminate in ogni sfera di vita. Sul lavoro c'è ancora una grandissima disparità salariale. Le donne prendono in media europea il 13% in meno dei colleghi maschi. E se guardiamo alle pensioni questa distanza raddoppia addirittura, prendono il 28% in meno. Manon è solo la differenza salariale. c'è la maggiore fatica che fanno nell'accesso al lavoro perché ancora c'è chi fa domande discriminatorie ai colloqui per chiederese hai un fidanzato o vuoi fare una famiglia, non è accettabile".

I bambini hanno diritto ad avere una mamma e un papà. 

"I bambini hanno diritto anche ad avere altri tipi di famiglia. Di famiglia non ce n'è una sola, quella tradizionale di cui tanto parlano a destra (ma che poi non ha nessuno di loro). Le famiglie sono tante, sono plurali e serve anzitutto riconoscere il matrimonio egualitario. Serve facilitare le adozioni e serve una legge per riconoscere pienamente le figlie e i figli delle coppie omogenitoriali".

Il diritto all'aborto non è garantito in tutto il Paese.

"È vero, perché abbiamo purtroppo una legge, la 194, che non è riuscita ad assicurare pienamente l'accesso all'aborto sicuro e legale. Ci sono molte strutture dove c'è un'altissima percentuale di medici obiettori. Io credo che bisognerebbe garantire una certa percentuale di medici non obiettori in tutte le strutture dove si può ricorrere all'interruzione volontaria di gravidanza. Accanto a questo, poi, si aggiunge una cosa gravissima: abbiamo la prima premier donna che ogni giorno fa scelte contro le donne in questo Paese. L'ultima è quella di far entrare gli antiabortisti nei consultori per fare pressioni violente sulle donne e le ragazze che già con fatica accedono all'interruzione volontaria di gravidanza. Non è accettabile".

La legge 194 andrebbe modificata. 

"Io credo che intanto bisognerebbe assicurare una percentuale di medici non obiettori, altrimenti in troppi luoghi del Paese vediamo che la 194 rischia di rimanere sulla carta. Mi sembra che ci siano ben 18 strutture in Italia dove i medici obiettori sono il 100%: alle donne e alle ragazze che vivono in certi posti l'aborto non è garantito".

Le posizioni della segretaria dem in politica estera

Non solo diritti. Con Schlein parliamo anche molto di politica estera, un tema centrale in questa campagna elettorale. Per quanto riguarda la situazione in Medio Oriente, la segretaria insiste sulla necessità di riconoscere lo Stato palestinese: "Siamo per la soluzione dei due popoli e due Stati, ma bisogna dire le cose come stanno uno Stato esiste già e ha diritto a esistere senza bombe o attacchi terroristici. Il problema è che l'altro Stato non è mai stato pienamente riconosciuto e per noi anche i palestinesi hanno pieno diritto ad uno Stato in cui vivere in pace, in sicurezza come gli israeliani".

Poi aggiunge: "Noi chiediamo da ottobre un cessate il fuoco immediato per fermare il massacro in corso: è inaccettabile quello che vediamo, più di 35.000 morti tra i civili. La popolazione palestinese è fatta per il 40% di minori, quindi ragazze e ragazzi che con i terroristi di Hamas non hanno nulla a che fare e non possono subire una punizione collettiva per il brutale attacco del 7 ottobre".

Commentando l'immagine che è stata condivisa milioni di volte sui social, che recitava "All eyes on Rafah", Schlein prosegue sottolineando l'importanza di continuare a mobilitarsi: "Dobbiamo far sentire la nostra voce. Purtroppo intanto il tempo sta passando e tanti innocenti continuano a morire. Noi vogliamo un'Unione Europea che riesca ad avere una politica estera comune per costruire processi di pace. Perché l'Europa è nata come un progetto di pace e non può diventare un'economia di guerra".

Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, invece, commentando le parole del segretario della Nato – secondo cui l'Ucraina dovrebbe essere libera di colpire obiettivi in Russia con le armi che le sono state fornite dall'Occidente – la segretaria del Pd afferma: "La nostra posizione è sempre stata lineare: se non ci fosse stato un supporto – in ogni forma necessaria – a quest'ora noi staremmo discutendo di come Vladimir Putin, con le sue mire espansionistiche, abbia riscritto i confini europei attraverso l'uso della forza e dell'esercito. E questo da sinistra non lo possiamo accettare. Però dall'inizio noi chiediamo una cosa che è mancata totalmente, cioè un ruolo diplomatico e politico dell'Unione Europea per non rinunciare a costruire le condizioni per isolare Putin e per far cessare il fuoco anche in quel conflitto, in modo da permettere agli ucraini di negoziare una pace giusta. Quello che ci preoccupa oggi è il rischio di un'ulteriore escalation. Per quello ci battiamo per un'Europa che abbia una voce sola e forte in politica estera e che non rinunci a costruire un percorso di pace".

"Assolutamente favorevole alla legalizzazione"

Un altro tema di cui discutiamo con Schlein è quello della legalizzazione della cannabis: "Sono assolutamente favorevole", dice citando anche il recente esempio della Germania. Per poi parlare di come il modo migliore per avere controllo sulle sostanze che finiscono sul mercato e per, allo stesso tempo, strapparlo dalle mani della criminalità organizzata, sia proprio aprire alla legalizzazione. "Se vogliamo sottrarre terreno alle mafie, è  questa la direzione in cui andare. Il proibizionismo ha pienamente fallito. Oltretutto, con un sistema di legalizzazione si può garantire anche un consumo più consapevole, riducendo i rischi".

Affrontiamo poi il tema ambientale, anche questo particolarmente importante nella campagna elettorale che si sta per concludere. La leader dem sottolinea come l'emergenza climatica sia devastante, soprattutto per un Paese particolarmente fragile come l'Italia: "Non abbiamo più tempo, dobbiamo assolutamente realizzare una conversione ecologica, prendendo per mano lavoratrici e lavoratori, imprese, agricoltori, per accompagnarli: è a questo che serve un’Europa più unita, più solidale, che continui nella strada degli investimenti comuni che la destra vuole bloccare. L'Italia ha una vocazione industriale, così come le intelligenze e le maestranze e degli artigiani, ma ci manca il margine fiscale per fare investimenti. Pensiamo alle rinnovabili, noi abbiamo un potenziale enorme su queste tecnologie che non stiamo sfruttando e abbiamo un governo che è nemico delle rinnovabili. Noi non siamo per il nucleare, che ha tempi e costi di realizzazione incompatibili con gli obiettivi europei di decarbonizzazione. Ma perché non investiamo invece per fare una filiera che produca energia rinnovabile con il Sole, col vento e con l’acqua".

E ancora: "Noi vogliamo disseminare il paese di comunità energetiche, che permettono a persone, cittadini, imprese, associazioni ma anche scuole, case popolari e ai Comuni, di mettersi insieme per produrre energia pulita sui tetti, ad esempio, e condividerla. Questo vuol dire abbassare le bollette e abbassare le emissioni, che non solo stanno distruggendo il pianeta, ma che fanno male anche alla nostra salute".

Come fare con le correnti nel Pd?

Avvicinandoci alla conclusione, torniamo a parlare del Partito democratico. Schlein è stata eletta segretaria con la promessa di battersi contro il correntismo nel Pd e le chiediamo se è rimasta di quell'idea. "Noi dobbiamo spalancare le porte di questo partito ad energie nuove, fresche. Quello che dobbiamo contrastare è la cooptazione correntizia, cioè un meccanismo per cui si va avanti se ci si associa a un gruppo piuttosto che l'altro", risponde. Per poi precisare: "Quello che invece è sano è che ci siano aree di pensiero anche diverse, in un partito plurale. Non ci dobbiamo abituare in Italia ad avere i partiti personali, quelli che cambiano idea soltanto quando si sveglia di diverso avviso il capo che comanda. Non mi fido dei partiti dove non vola una mosca all'interno. Io ho scelto di candidarmi alla segreteria del Partito democratico, conoscendolo e sapendo che il suo essere plurale è una ricchezza. Ma per molti anni sembrava che sostenesse tutto e il contrario di tutto e in questo modo si finisce per non rappresentare più nessuno: quello che stiamo cambiando e che è il mio compito è la forza di fare la sintesi tra queste idee, anche plurali, per non perdere la chiarezza della linea.Ma che ci sia una discussione democratica dentro un partito è sano".

Schlein conclude commentando quella che per lei è davvero una parola chiave: Europa federale. "Noi abbiamo bisogno di riformare i trattati e superare la unanimità, perché l'unanimità ha tenuto a freno l'Europa, prigioniera degli egoismi nazionali e dei veti dei singoli Stati. Noi abbiamo bisogno di superare quell'unanimità per una vera e piena integrazione europea, che è mancata fino a qui ma che serve. Pensiamo alle politiche fiscali: noi vogliamo l'Europa degli investimenti comuni, non vogliamo più l'Europa dei paradisi fiscali, perché con 27 sistemi fiscali diversi una multinazionale legalmente riesce a pagare fino allo 0,005% di tasse quando lavoratori e imprese sono tassati a più del 40%. Non è per questo che abbiamo fatto l'Unione Europea", spiega la segretaria.

E poi conclude: "Superiamo i nazionalismi, che in questo continente producono solo la guerra, e procediamo per una vera integrazione europea, per un'Europa unita e solidale".

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