Legalizzazione della coltivazione di marijuana: depositato il quesito referendario
Le voci sempre più insistenti che vogliono Emma Bonino al Quirinale stanno riportando in auge la battaglia dei Radicali sui diritti, in particolare quello sulla coltivazione di marijuana: stamattina infatti il movimento politico guidato da Marco Pannella ha depositato in Corte di Cassazione sei quesiti referendari ed alcune proposte di legge di iniziativa popolare che hanno come oggetto il finanziamento pubblico dei partiti, il sistema dell'otto per mille, le leggi sull'immigrazione e sugli stupefacenti e il divorzio breve. Referendum con i quali, afferma il segretario Mario Staderini, si potrebbero risparmiare tra i 5 e 10 miliardi di euro. In tempi di spending review, non una cifra da poco.
Le 500mila firme necessarie andranno raccolte tra maggio e settembre: quella delle droghe leggere è una questione storicamente molto cara ai Radicali, e tornata prepotentemente d'attualità se si pensa a quel che è avvenuto a novembre con la liberalizzazione negli stati di Colorado e Washington. "E qui in Italia – racconta Mario Staderini – in un momento di stallo della democrazia, non possiamo far finta di niente: il proibizionismo è fallito, puntiamo alla legalizzazione. Dobbiamo ridurre i danni che si stanno facendo".
Tuttavia legalizzare la cannabis non è possibile, a causa di leggi internazionali: "Però – continua Staderini – si può decriminalizzare, depenalizzare. Nel Belpaese ci sono 400mila piccoli spacciatori, 28 mila detenuti per droga. Migliaia di agenti impegnati a combattere questo fenomeno. Ecco, chiediamocelo, che fenomeno è? Di lieve entità: è questo che dobbiamo riconoscere con il nostro referendum. In Italia ci sono 3 milioni di consumatori di cannabis, 4 milioni saltuari. Per violazione di reati di lieve entità rischiano una pena da 1 a 6 anni. E che accade? Aumenta il numero di detenuti, si implementa il mercato delle mafie vicino ai 30 miliardi di euro. Quand'è che cambieremo le cose?". Il referendum proposto dai Radicali "punta a cancellare la reclusione, a dare la possibilità di coltivare la propria pianta, a fare sì che non si incappi in sanzioni per piccole quantità. Ma soprattutto a mutare la mentalità su questo tema.