Lega presenta in Senato un ddl per far uscire l’Italia dall’OMS, Pd: “Annuncio inquietante”
È da tempo che la Lega promuove l'idea che l'Italia debba abbandonare immediatamente l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il partito di Matteo Salvini ha presentato oggi al Senato il suo disegno di legge, per annullare il decreto legislativo del 1947 che vincola l'Italia all'OMS: durante la conferenza stampa a Montecitorio, il senatore Claudio Borghi e il deputato Alberto Bagnai hanno espresso la speranza che anche i loro alleati politici possano sostenere questa iniziativa, auspicando che si verifichi un "effetto domino" sulla scia di Donald Trump, il quale ha annunciato l'uscita degli Stati Uniti dall'Oms, decisione che potrebbe portare allo smantellamento dell'organizzazione.
Borghi ha sottolineato che ci sono stati colloqui prolungati con i partner politici riguardo alla questione dell'OMS e ha voluto ringraziare il senatore di Fratelli d'Italia, Lucio Malan, per il suo supporto. Malan avrebbe infatti avuto un ruolo decisivo nel definire la posizione dell'Italia durante l'ultima assemblea dell'OMS in occasione della quale non è stato approvato il trattato pandemico.
Perché la Lega vuole uscire dall'OMS
Il disegno di legge verrà proposto anche alla Camera dei Deputati, come ha spiegato Borghi: "Ci impegneremo affinché venga discusso al più presto. Se il governo decidesse di adottare un'iniziativa autonoma e di seguire la rapida azione degli Stati Uniti tramite decreto, non avremmo alcun problema", ha aggiunto Borghi, ricordando che la Lega ha già avanzato un emendamento al decreto legge Milleproroghe.
"Non sappiamo se sarà considerato ammissibile, ma permetterebbe un'uscita immediata dall'OMS, fermando così le proroghe della nostra permanenza", ha detto ancora il senatore leghista, che ha concluso il suo intervento dichiarando che la proposta dovrebbe essere sostenuta anche dalle forze di opposizione: "Quei partiti che si sono sempre dichiarati atlantisti dovrebbero dimostrare coerenza e sostenere questa posizione anche in questa circostanza", ha concluso.
Per Borghi l'OMS è "tutt'altro rispetto ad un'organizzazione che fa del bene al mondo", perché farebbe del bene solo a chi è dentro all'OMS.
"Un terzo del suo bilancio va negli stipendi del personale", dichiara Borghi, che conclude: "Uno stipendio medio è vicino ai 150mila euro, completamente esentasse. Soltanto la spesa in viaggi è, in un anno, pari a 160 milioni. E si chiede a noi di finanziare questa gente? Il contributo italiano è di circa 100 milioni all'anno e sono convinto che potrebbero trovare migliore allocazione per il Servizio sanitario nazionale o per progetti insieme agli Stati Uniti come la lotta all'antibiotico resistenza".
Nel corso della conferenza stampa sono state mostrati slide e dati sul bilancio dell'OMS. Presente anche Roy De Vita, primario di Chirurgia plastica e ricostruttiva all'Istituto nazionale dei tumori Regina Elena di Roma, che ha dichiarato: "Tra i primi donatori c'è Bill Gates. Se considerassimo l'OMS come una società per azioni, il maggior azionista sarebbe lui con oltre il 30 per cento. Di fatto l'OMS è un'istituzione che sta seguendo le indicazioni di un privato".
"L'annuncio della Lega è inquietante. Dopo il Covid, la pandemia, le chiusure la Lega vuole uscire dall'OMS, e riportare così l'Italia ad una condizione di arretratezza culturale e sanitaria impressionante. Uscire dall'Oms significa uscire dal contesto internazionale. La presidente del Consiglio Meloni ne è al corrente?", ha dichiarato Ilenia Malavasi, deputata Pd componente della commissione Affari sociali della Camera.
"Un passo troppo azzardato", ha invece detto Paolo Barelli, capogruppo di FI alla Camera, a margine di un incontro nella sede del partito con gli amministratori locali con delega alla disabilità e al sociale, aggiungendo: "Non è sufficiente che un singolo partito possa esprimere la sua posizione per decisioni di questa portata. I leader ne parleranno, mi sembra sia un passo un po' troppo azzardato".
Ritiro degli Stati Uniti dall'Oms: le conseguenze
L'OMS, fondata nel 1948 e composta da tutti i membri dell'ONU eccetto il Liechtenstein, è impegnata nello studio e nel monitoraggio delle epidemie, nella promozione delle vaccinazioni e nelle campagne di sensibilizzazione. Le critiche all'agenzia Onu non sono un fenomeno isolato: negli ultimi anni, l'organizzazione ha subito attacchi per la sua presunta inefficacia nel gestire emergenze sanitarie da molti paesi, ed è stata definita obsoleta e politicizzata. Soprattutto da paesi come gli Stati Uniti.
Nel corso del suo primo giorno di secondo mandato, Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che avvia il processo di uscita degli Stati Uniti dall'OMS. Una mossa assai attesa: Trump ne aveva discusso frequentemente durante la sua campagna elettorale. Il ritiro degli Stati Uniti dall'agenzia delle Nazioni Unite, che si occupa della salute pubblica, potrebbe tuttavia avere ripercussioni significative, considerato che il Paese è uno dei principali finanziatori. Un taglio ai fondi statunitensi potrebbe insomma complicare la risposta globale a emergenze sanitarie e future pandemie.
Trump ha giustificato la sua decisione affermando che il contributo finanziario degli Stati Uniti, che rappresenta circa il 20% del budget dell'organizzazione, è eccessivo. Nel periodo tra il 2022 e il 2023, il Paese avrebbe poi versato circa 110 milioni di dollari in contributi obbligatori e 1,1 miliardi in donazioni volontarie. Tra le motivazioni per il ritiro, Trump ha citato anche la "cattiva gestione della pandemia da Covid-19" e la "mancanza di riforme necessarie" all'interno dell'OMS, senza però fornire ulteriori dettagli.
Durante la pandemia, Trump aveva frequentemente criticato l'agenzia, accusandola di essere influenzata dalla Cina e adottando decisioni basate su teorie complottiste. Già nel, ormai lontano, 2020, Trump aveva avviato la procedura per il ritiro, ma il suo mandato era scaduto prima di completare il processo e Joe Biden, subentrato alla presidenza, l'aveva annullata. Ora, con Trump di nuovo al comando, il futuro dell'OMS è incerto, e non è chiaro se il Congresso dovrà approvare il ritiro. I Repubblicani, attualmente uniti nel supporto al presidente, controllano sia la Camera che il Senato, ma le loro maggioranze non sono ampie.
Se il ritiro sarà confermato, l'uscita degli Stati Uniti dall'Oms diventerà effettiva nel gennaio 2026, portando a gravi problemi per l'organizzazione: l'uscita dagli Usa potrebbe infatti costringere l'agenzia Onu a rivedere e ridurre le proprie attività, con effetti negativi su programmi cruciali legati alla sorveglianza epidemiologica e alla definizione di standard sanitari internazionali.