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Lega e Pdl di nuovo insieme?

“Sarebbe un errore se la nostra divisione consegnasse il Paese alla sinistra”. Alfano ci riprova e manda segnali alla Lega Nord: un ritorno di fiamma o una boutade estiva?
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Alfano-Bossi

La foto che apre questo pezzo è in qualche modo esplicativa. Erano i bei tempi andati del Governo Berlusconi, dell'asse di ferro tra Lega Nord e Popolo della Libertà, quando in Aula si votava il legittimo impedimento (nel caso specifico) e quando i duri e puri padani non provavano remore nel sostenere nero su bianco che Berlusconi "credeva sul serio che Ruby fosse la nipote di Mubarak" (tanto per non dimenticare).

Certo, a ben guardare l'alleanza del Nord non è mai venuta meno né di fronte alle oscillazioni dello spread, né davanti al fallimento federalista o alla "rivoluzione tradita", né men che mai durante i passaggi parlamentari "al limite" affrontati dopo la scissione finiana. Ed in effetti, più che di frattura o di allontanamento, si dovrebbe parlare di un cammino interrotto, di un percorso comune rallentato dai rispettivi guai interni (tra un Belsito ed un "garbato invito alle dimissioni"). Poi la parentesi tecnica e la necessità di ricostruire tra le macerie, sia pure da posizioni lontane. Da una parte il Pdl orfano di Berlusconi e sotto la reggenza (poco coraggiosa) di Alfano, costretto ad un opaco (ma non meno influente, almeno considerando alcuni "strappi parlamentari") appoggio al Governo dei tecnici, con l'incubo di un crollo inarrestabile dei consensi. Dall'altra una Lega Nord ridotta ai minimi termini, dopo il tracollo politico e morale della "famiglia" e costretta a ripensare radicalmente la propria piattaforma politico ideologica, tanto da pensare addirittura a "saltare" le elezioni politiche del 2013.

E dunque, perché non riprovarci? Perché non tentare la strada della convergenza di intenti / limitazione dei danni? Deve averlo pensato Alfano, pronto a rilanciare una vecchia suggestione: "Crediamo che le condizioni per un’alleanza con la Lega Nord ci siano. Sarebbe un errore grave che una divisione tra noi e la Lega consegnasse il Nord al centrosinistra, anche perché è una sinistra, e me ne sono accorto durante le trattative sulla riforma del lavoro, che ha un grande pregiudizio anti-imprenditoriale”. Insomma, che si tratti di una boutade o di una reale volontà politica, è abbastanza evidente il tentativo di uscire dal vicolo cieco in cui sembra venuto a trovarsi il partito del Cavaliere. E del resto, che la Lega Nord accetti una simile proposta, date le "siffatte condizioni" appare altamente improbabile. Tanto più che Maroni non ha la minima intenzione di fare da spalla al ritorno in grande stile del Cavaliere, impegnato com'è nella vera mission impossible: ridare dignità e peso sul territorio al Carroccio, ripensare il "posto nel mondo politico" della Lega Nord e ricostruire dal basso ciò che Trota e compagnia hanno distrutto. E se vi pare poco…

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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