Lega e Fratelli d’Italia hanno votato contro la depenalizzazione dell’omosessualità al Parlamento Ue
La destra italiana si schiera contro i diritti, anche al Parlamento europeo. Si è votata oggi a Strasburgo la proposta di risoluzione sulla depenalizzazione universale dell'omosessualità, alla luce dei recenti sviluppi in Uganda. Si tratta di un appello – sia in generale che rivolto nello specifico alle autorità del paese africano – e non di una legge, certo, ma il dato politico rimane. Anche perché "le leggi che criminalizzano il fatto di essere gay rimangono una realtà in un terzo dei paesi del mondo", si legge nella risoluzione, nonostante i passi avanti fatti negli ultimi trent'anni. Nella stessa risoluzione è stato inserita, tramite un emendamento di Verdi e Sinistra Gue, la condanna a Italia, Polonia e Ungheria per la retorica anti-Lgbtq. Ma andiamo per gradi. Questa è la lista degli europarlamentari che hanno votato contro la risoluzione.
Il testo è passato con 416 voti a favore, 62 contrari e 36 astenuti. Tra i 62 contrari ci sono gli eurodeputati della Lega, presenti nel gruppo Id – Identità e democrazia, e quelli di Fratelli d'Italia nel gruppo dei conservatori europei Ecr. Voto contrario anche per due europarlamentari di Forza Italia. Il motivo del voto contrario, secondo alcune dichiarazioni degli europarlamentari di destra, sarebbe l'emendamento di Sinistra e Verdi votato a maggioranza. Questo il testo originale del passaggio della risoluzione:
19. esprime preoccupazione per gli attuali movimenti retorici anti-diritti, antigender e anti-LGBTIQ a livello globale, alimentati da alcuni leader politici e religiosi in tutto il mondo, anche nell'UE; ritiene che tali movimenti ostacolino notevolmente gli sforzi volti a conseguire la depenalizzazione universale dell'omosessualità e dell'identità transgender, in quanto legittimano la retorica secondo cui le persone LGBTIQ sono un'ideologia anziché esseri umani; condanna fermamente la diffusione di tale retorica da parte di alcuni influenti leader politici e governi nell'UE;
Questo l'emendamento approvato con 282 voti a favore, 235 contrari e 10 astenuti:
19. esprime preoccupazione per gli attuali movimenti retorici anti-diritti, antigender e anti-LGBTIQ a livello globale, alimentati da alcuni leader politici e religiosi in tutto il mondo, anche nell'UE; ritiene che tali movimenti ostacolino notevolmente gli sforzi volti a conseguire la depenalizzazione universale dell'omosessualità e dell'identità transgender, in quanto legittimano la retorica secondo cui le persone LGBTIQ sono un'ideologia anziché esseri umani; condanna fermamente la diffusione di tale retorica da parte di alcuni influenti leader politici e governi nell'UE, come nel caso di Ungheria, Polonia e Italia;
La riga aggiunta alla fine, per condannare le politiche contro le persone Lgbtq nei tre Paesi, ha fatto infuriare gli eurodeputati della destra italiana: "Strumentalizzare le recenti vicende dell'Uganda e delle leggi discriminatorie sull'omosessualità, che prevedono addirittura la pena di morte, su cui naturalmente noi non possiamo che ribadire la nostra più ferma e totale condanna, tirando in mezzo l'Italia è una vergogna – ha attaccato Chiara Gemma di Fratelli d'Italia – Solo pensare che nel nostro Paese esista la volontà di diffondere tale retropensiero da parte di alcuni leader politici viola qualsiasi regola del buonsenso e dell'obiettività. I fatti provano che l'operato quotidiano del nostro governo non abbia mai favorito nessuna discriminazione basata sull'inclinazione sessuale". Il risultato finale è stato il voto contrario degli europarlamentari di destra a tutta la risoluzione. È un dato politico, in ogni caso.