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Lega e Fratelli d’Italia attaccano (di nuovo) il direttore del museo egizio di Torino

Come già accaduto nel 2018, Fratelli d’Italia e Lega attaccano di nuovo il direttore del museo egizio di Torino, accusandolo di “razzismo contro gli italiani”. Christian Greco, da parte sua, evita le polemiche: “Mi occupo di antichità, non di politica”.
A cura di Annalisa Girardi
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Il direttore del museo egizio di Torino, Christian Greco, finisce nuovamente al centro degli attacchi di Lega e Fratelli d'Italia. Già nel 2018 la scelta di Greco di concedere uno sconto a tutti i visitatori di lingua araba era finita nel mirino della destra: il direttore del museo aveva sottolineato che si trattasse di una promozione (tra le tante altre che normalmente si fanno) per sottolineare il valore universale della cultura e per rendere omaggio alle origini del museo stesso, ma Lega e FdI non avevano voluto sentire ragioni e ne avevano chiesto le dimissioni. Ora, cinque anni più tardi, lo scontro torna a occupare il dibattito politico. Alcuni giorni fa Maurizio Marrone, assessore regionale di Fratelli d'Italia, aveva ribadito che Greco non andasse confermato alla guida del principale museo torinese. E ora Andrea Crippa, vicesegretario della Lega, in un'intervista con Affaritaliani.it, ribadisce: "Faremo di tutto per cacciarlo e chiediamo al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, di cacciarlo se non si dimette lui".

E ancora: "È un direttore di sinistra, che ha gestito il museo egizio di Torino in modo ideologico e razzista contro gli italiani e i cittadini di religione cristiana. Ha fatto sconti solo per i musulmani e per chi professa altre religioni. Va cacciato subito, meglio quindi se fa un gesto di dignità e se ne va lui".

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Insomma, Lega e Fratelli d'Italia non sembrano aver digerito quanto accaduto nel 2018. Allora, il video del confronto tra Greco e Giorgia Meloni (che lo accusava di essere razzista nei confronti degli italiani) era diventato virale. "State strumentalizzando il museo a fini politici. La cultura è universale, io sto cercando di avvicinare le persone che in Egitto purtroppo non vengono avvicinate al loro patrimonio", aveva risposto il direttore del museo, sottolineando che non fosse affatto una questione religiosa (in Egitto vivono milioni di cristiani) e che ci fossero moltissime altre promozioni di cui però nessuno diceva nulla.

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Anche oggi, come allora, Greco cerca di sviare le polemiche. "Non replico, non faccio politica, mi dedico all’antico e non alla contemporaneità. Mi piacerebbe che il direttore fosse invisibile, che parlasse la sua squadra", afferma. Per poi puntualizzare: "Qualunque cosa è insignificante rispetto alla vita dei nostri oggetti. Sono oggetti che hanno una vita media di 3.500 anni, vuole che si spaventino di un direttore? Andiamo avanti, il Museo Egizio va avanti. I direttori passano, il museo rimane. Da due secoli".

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