L’economista Tabarelli a Fanpage: “La benzina è molto più bassa di un anno fa, non c’è speculazione”
Dall'inizio del 2023, i prezzi di benzina e diesel sono aumentati in modo significativo. In gran parte la crescita è stata dovuta alla scelta del governo Meloni di eliminare i tagli delle accise sui carburanti, cosa che ha portato a un incremento immediato di 18 centesimi al distributore. Ma ultimamente enti come il Codacons hanno segnalato prezzi più alti di quanto atteso. Il governo ha spiegato gli aumenti con la speculazione, tanto che ha chiesto alla Guardia di Finanza di aumentare i controlli. Il timore è che ci siano ripercussioni anche sul prezzo degli alimentari e di tutti quei prodotti che, per arrivare nei negozi, vengono trasportati con mezzi a benzina.
Davide Tabarelli, economista e presidente della società di ricerca Nomisma Energia, ha spiegato a Fanpage.it che in realtà l'aumento è stato per la maggior parte contenuto, e che rispetto a un anno fa la situazione è comunque molto migliorata.
Professore, l'aumento del costo della benzina colpirà anche il carrello della spesa delle famiglie?
Tutta la mobilità delle merci e delle persone, in Italia come in Europa, si fa con i derivati del petrolio. Quindi gli aumenti potenzialmente ci saranno. Ma va detto che il prezzo della benzina è a 1,83 euro al litro: un valore molto più basso dello scorso marzo, quando avevamo toccato 2,20 euro al litro. Perciò, su base annuale c'è una diminuzione. Poi certo, meglio se fosse rimasto a 1,60 euro, come a fine dicembre, ma non può rimanere così all'infinito. La fine degli sconti era inevitabile.
Associazioni di consumatori come il Codacons hanno segnalato prezzi sopra i 2 euro per la benzina. Lei da dove prende il dato di 1,83 euro al litro?
Quello è il prezzo ufficiale comunicato dall'Italia all'Eurostat, il 3 gennaio. Ci sono varie agenzie e fonti ufficiali, che concordano su questo valore. E ci sono i prezzi ufficiali Eni, che è la compagnia dominante. E poi a Bologna guardo sempre un distributore self service di una grande compagnia, che è una buona via di mezzo. Insomma, tutti gli indicatori segnalano un prezzo attorno a 1,80.
Come si spiegano i prezzi, ben più alti, che vengono denunciati da alcuni?
Si sa che le cose cambiano a seconda, ad esempio, del luogo in cui ci si trova. Se io compro del pane su un'isola sperduta, o nell'entroterra della Sardegna, è ovvio che costa di più. C'è una forchetta molto ampia, questo è vero. Non se ne parla molto, ma a Gorizia, che è vicino alla frontiera, o a San Marino, si paga anche 1,50 al litro. Dall'altra parte, sull'autostrada, si può trovare oltre 2,30 al litro. Lì i prezzi sono più alti, e infatti i volumi di acquisti sono crollati, perché la gente è attenta. Vedremo nei prossimi mesi, ma per ora i prezzi sul mercato del petrolio sono più bassi di quanto mi sarei aspettato.
Pensava che la benzina sarebbe costata più del prezzo attuale?
Sì, con le condizioni che si stavano creando, mi aspettavo che il prezzo potesse arrivare anche 2,40 al litro, rispetto agli 1,80 che vediamo. In autostrada, poteva arrivare anche a 2,70. Il mercato mondiale del petrolio ha dei problemi, c'è uno squilibrio, ma per ora questi problemi non sono saltati fuori e questo ci sta salvando.
Quindi gli aumenti anche negli altri settori saranno contenuti?
Per il momento sì. Adesso siamo a 1,83 euro per la benzina, a marzo dello scorso anno eravamo a 2,20. Siamo sempre inferiori.
Il governo, ad esempio con il ministro dell'Ambiente Pichetto Fratin, ha parlato di ‘speculazione' per giustificare gli aumenti della benzina. C'è davvero?
Negli ultimi 50 anni tutti i politici, quando ci sono degli aumenti, tirano sempre fuori delle cose strane, tipo la speculazione. Io penso che in questo momento fenomeni speculativi sono da escludere. Anche perché sono un reato. Su questo la procura ha aperto dei fascicoli, poi vedremo, magari mi sbaglio io. Ma in Italia Italia il settore ha altri problemi.
Quali?
Ad esempio il sovradimensionamento: ci sono circa 20mila distributori, quando ne basterebbero 12mila. Questo porta a forte competizione, sofferenza, margini di guadagno bassi. Ci sono anche realtà illecite, in nero, su cui da anni cerca di intervenire la Guardia di Finanza, perché il settore è sofferente anche a causa dell'altissima tassazione. Poi è vero che i nostri prezzi sono i più alti d'Europa, dopo Finlandia e Svezia, proprio a causa della tassazione. Ma per adesso l'aumento è contenuto, ed è quello che si poteva prevedere con il taglio delle accise.
Quindi non serve tagliare di nuovo le accise?
Assolutamente no. Sono stati introdotti quando il prezzo era a 2,20 al litro. Il prezzo ridotto che avevamo a fine anno, 1,60 al litro, era praticamente un incentivo a consumare. Io non voglio essere un ambientalista, ma mi sembra assurdo. Anzi, il taglio andava tolto prima. Il governo Meloni l'ha ridotto a inizio dicembre, ma poteva farlo anche il governo Draghi prima del cambio di esecutivo. Tra l'altro, anche se si volessero reintrodurre per qualche motivo, mancano le risorse per farlo.
Intende risorse economiche, soldi pubblici?
Esatto. Ogni volta che facciamo discorsi come quello sul taglio delle accise dobbiamo ricordare che noi abbiamo il debito più grande del mondo dopo quello del Giappone, tra i grandi Paesi. Tutti vogliono l'aumento delle pensioni, le strade senza buchi, la sanità super efficiente con tanti medici e infermieri, gli infermieri giustamente chiedono dei compensi idonei…dove li prendiamo i soldi?