L’economista Galasso a Fanpage: “Tanti giovani non possono rifiutare il lavoro, anche sottopagato”
I giovani sono davvero pigri e non hanno voglia di lavorare o c'è un problema nel mondo del lavoro? E che ruolo ha in tutta questa storia il reddito di cittadinanza? Da mesi va avanti la polemica sulle nuove generazioni, al centro dell'attenzione da quando è cominciata la ripresa dell'economia dopo le ondate più dure della pandemia di Covid. Durante la diretta live di Fanpage.it su Youtube è intervenuto il professor Vincenzo Galasso, ordinario di Economia alla Bocconi di Milano, e ha risposto ad alcune domande su questo tema: "Se un giovane ha la possibilità di dire no a un lavoro sottopagato dice no dice no e fa bene, ma il problema è che tante persone hanno bisogno di quel lavoro e se lo prendono ugualmente", ha spiegato il docente proprio sui giovani sfruttati.
Poi ha fatto un passo indietro: "In passato ci sono state molte battaglie da parte dei lavori per avere salari più elevati, ma quello che vediamo nei dati degli ultimi venti o trent'anni è che la bilancia è andata più verso il capitale e meno verso il lavoro". Quando parliamo di produzione "abbiamo in mente il lavoratore da un lato e chi mette i soldi dall'altro". Il punto è: "Quello che viene prodotto come si divide? Questa è una lotta che va avanti da sempre – ha continuato Galasso – Negli ultimi anni pende un po' di più verso chi ha il capitale e meno verso chi ha il lavoro". Si tratta di una discussione aperta in molti Paesi, anche perché il Covid "ha cambiato le carte in tavola". Tante persone "sono rimaste a casa, anche grazie ai sussidi, senza lavorare" e "non solo in Italia". La gente "ha cominciato a dire ‘perché mi devo far sfruttare?' Alcune imprese poi sono andate molto bene, come le aziende online, ma gli operatori non si sono visti aumentare i salari". Ci troviamo però in una situazione in cui "magari i lavoratori riusciranno a ottenere un riconoscimento dal punto di vista salariale, e sarebbe positivo". Anche perché "abbiamo una situazione in cui il lavoro è tassato tanto, il capitale un po' meno".
Il Covid sembra aver rivoluzionato anche per alcuni versi il modo di pensare, dallo smart working all'ipotesi della settimana lavorativa di quattro giorni: "Lo smart working è una cosa un po' diversa, per alcuni è stata una panacea per altri un incubo – ha commentato il docente di Economia – Mentre sul secondo tema c'è ora questa yolo economy, you only live once, si vive una volta sola, perché ammazzarci di fatica senza venire retribuiti adeguatamente?". Ma attenzione: "Questa è una scelta che qualcuno può fare se ha le capacità finanziarie, ma per la maggior parte delle persone non funziona – ha sottolineato Galasso – Per poter vivere, per potersi emancipare, per non sentirsi giovane a 40 anni, le persone devono lavorare". Secondo il professore, a livello individuale, ai giovani servono competenze e professionalità. Le cosiddette skills: "Serve conoscenza delle lingue e disponibilità a muoversi, questo non ti rende schiavo del posto in cui sei e ti fa avere opzioni e opportunità". Ma c'è "un divario tra i giovani che fanno bene e diventano figli del mondo e chi invece fa molta fatica".
Quanto al reddito di cittadinanza, Galasso è stato chiaro: "È sempre possibile che quando si creano sistemi di welfare ci siano delle persone che li utilizzano in maniera impropria. Detto questo, sull'altro piatto della bilancia c'è il fatto che il reddito di cittadinanza aiuta le persone che altrimenti sarebbero in crisi – ha spiegato – Dare soldi a chi non ce la sta facendo è la normalità in tanti Paesi, che questo porti alcuni a fare i furbetti succede". Ma attenzione: "Il reddito ha ridotto la povertà, ma il lato delle politiche attive non ha funzionato". L'incontro tra domanda e offerta in economia "è estremamente difficile". E infine c'è il tema pensioni, tanto discusso in questi giorni: "Si avrà anche in futuro, ma non sarà molto generosa". In un sistema previdenziale come quello italiano "i lavoratori pagano l'Inps e l'Inps dà i soldi ai pensionati – ha cercato di semplificare il professore – Fino ad ora le pensioni sono state molto generose, più di quello che avrebbero dovuto avere". Ancora oggi "è sbagliato fare Quota 100 e Quota 102, i giovani dovrebbero innervosirsi per come vengono spesi i soldi".