L’economia va peggio di quanto previsto dal governo, il Pil cresce solo dello 0,5% secondo Istat e Ocse
Quest'anno, il Pil dell'Italia crescerà solamente dello 0,5%. Ad affermarlo sono l'Ocse, con il suo ultimo Economic Outlook, e l'Istat nel rapporto Le prospettive per l’economia italiana. Nel Def di aprile, il governo Meloni aveva stimato il doppio, cioè +1%. Poi alcuni aggiustamenti contabili dell'Istat avevano chiarito che questa soglia non era raggiungibile, ma l'aspettativa era che la crescita arrivasse comunque attorno allo 0,7 o 0,8%. E in effetti le ultime stime della Banca d'Italia e dell'Ufficio parlamentare di bilancio avevano parlato di un +0,8%.
Fonti del ministero dell'Economia hanno affermato che i dati di Istat – in linea con quelli Ocse non sono una sorpresa, e che alla base ci sarebbero soprattutto i problemi dell'industria dell'ultimo anno e mezzo. Le stesse fonti hanno sottolineato che il settore industriale è in crisi in tutta Europa, e che a livello di Ue serve una strategia di rilancio in questo campo.
Nel 2025, le cose dovrebbero migliorare leggermente. L'Ocse ha stimato una crescita dello 0,9%, l'Istat dello 0,8%. Quest'anno tra i Paesi del G20 l'Italia sarebbe comunque al quartultimo posto per crescita, davanti solo a Germania, Giappone e Argentina.
L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico si è spinta anche più in là, prevedendo un salto a +1,2% nel 2026. E il capoeconomista di Ocse, Alvaro Pereira, presentando il rapporto ha comunque sottolineato che nei prossimi anni in Italia "i consumi dovrebbero ripartire", e la crescita dovrebbe essere "in aumento".
Parlare di decimi percentuali può far sembrare che la differenza sia poca, ma bisogna ricordare che il Pil italiano vale circa 2.300 miliardi di euro. Perciò, lo 0,1% equivale a poco più di due miliardi di euro. Una differenza che, quando si parla dei bilanci dello Stato di anno in anno, può essere significativa.
I consigli dell'Ocse al governo
Secondo l'Ocse nei prossimi anni il governo Meloni dovrà effettuare "tagli alla spesa o aumenti delle tasse" per compensare gli investimenti pubblici e la riduzione dell'Irpef che vuole portare avanti. A pesare sarà, tra le altre cose, "l'aumento dei costi pensionistici associati all'invecchiamento della popolazione".
Perciò servirà una "azione coraggiosa", ha affermato l'Organizzazione. Bisognerebbe trovare un modo di "frenare la crescita della spesa per le pensioni". Ma anche aumentare "le tasse sulla proprietà, anche allineando i registri immobiliari ai valori di mercato", cosa che il governo Meloni – come i suoi predecessori – finora ha evitato di fare con una riforma del catasto. Infine, "affrontare l'evasione fiscale" e "condurre un'accurata revisione della spesa" pubblica.
Che effetto avrà la manovra del governo Meloni
L'Istat ha dato un'idea di come andrà l'economia italiana anche al di là della crescita del Pil. L'occupazione dovrebbe continuare a salire, dell'1,2% quest'anno e dello 0,8% il prossimo, mentre il tasso di disoccupazione si abbassa, più nel 2024 che nel 2025.
Ci si aspetta che gli stipendi aumentino, in termini reali (cioè di potere d'acquisto), così che i consumi delle famiglie potranno salire dello 0,6% quest'anno e dell'1,1% il prossimo. Diversa invece la situazione degli investimenti. L'anno scorso erano aumentati dell'8,7% grazie ai bonus edilizi, quest'anno solamente dello 0,4%. E l'Istat prevede che nel 2025 non crescano affatto.
L'Istituto riconosce anche che la manovra di quest'anno del governo Meloni avrà un effetto lievemente positivo sul Pil (circa un +0,2% all'anno nei prossimi tre anni). Dato che si concentrerà sul mantenere l'aumento degli stipendi per i redditi medio-bassi, questo potrà a un aumento dei consumi, e quindi anche delle imposte, "sia dirette sia soprattutto indirette". Così, anche il deficit potrebbe scendere più in fretta di quanto l'esecutivo aveva previsto.