Come conferma il Documento di Economia e Finanza 2016, per il prossimo anno il fabbisogno sanitario nazionale standard è fissato al livello di 111 miliardi, con un aumento di 1,3 miliardi di euro rispetto al 2015. Tale cifra, risultato delle modifiche introdotte dal decreto Enti Locali prima e dalla legge di stabilità 2015 poi, ha contribuito ad alimentare la polemica sui presunti tagli alla sanità operati dal Governo Renzi.
La realtà dei fatti, come vi abbiamo spiegato nella nostra scheda, è molto più complessa. La legge di stabilità 2015 e il DL Enti locali avevano tagliato risorse per circa 4,5 miliardi di euro rispetto a quanto messo nero su bianco dal Patto per la Salute, mentre il Governo sottolineava come il dato “netto” rispetto agli anni precedenti testimoniasse comunque un avanzamento di circa 1,3 miliardi di euro.
Parzialmente vero anche questo, considerando che ben 800 milioni di euro sono subordinati all’aggiornamento dei LEA, i livelli essenziali di assistenza. Dunque, per tirare le somme: non c'è una riduzione del finanziamento della sanità da parte del Governo Renzi, ma l'aumento vero è di "soli" 490 milioni di euro.
Tutto bene, dunque? Non proprio, perché converrà dare un’occhiata a ciò che c’è dietro i numeri. Cominciando, appunto, dalla revisione della spesa, che, si legge nel DEF, dovrà comunque continuare a interessare il settore della sanità, con le Regioni che entro il 30 giugno di ogni anno dovranno presentare dei piani di rientro aziendale per quegli enti che siano ancora in una situazione di disequilibrio economico o non abbiano recepito gli adeguamenti sui LEA. Ciò significa che a livello territoriale potrebbero verificarsi casi limite con disservizi e complicate ristrutturazioni. Il taglio delle guardie mediche e la revisione dei percorsi ambulatoriali sarà conseguenza inevitabile.
Il problema con il quale il Governo deve fare i conti, del resto, è piuttosto complicato: nonostante la riduzione del fabbisogno standard, la spesa "finale" aumenta a un ritmo più sostenuto delle previsioni del Def. Spiega la Corte dei Conti: "Su tale risultato hanno inciso le maggiori spese per farmaci innovativi, ma anche i minori risparmi rispetto alle previsioni nella spesa per assistenza specialistica e per dispositivi medici”.
Sul punto il Governo è intervenuto nuovamente col controverso intervento del ministro Lorenzin sull'adeguatezza prescrittiva di esami medici, visite specialistiche, ricoveri eccetera. È il provvedimento che opposizioni e (parte dei) sindacati hanno definito dei "200 esami" tagliati, che rappresenta un tentativo di razionalizzazione portato avanti con coerenza ma anche con tante contraddizioni. Tanto è vero che, dopo una lunga trattativa con i medici, sono rimasti solo "40" gli interventi per i quali i medici dovranno prestare particolare attenzione.
Sono in molti a pensare che la vera partita si gioca sui LEA, che disciplineranno proprio quelle prestazioni e servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione. I LEA comprendono l’assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro, l’assistenza distrettuale (le attività e i servizi sanitari e sociosanitari diffusi capillarmente sul territorio, dalla medicina di base all’assistenza farmaceutica, dalla specialistica e diagnostica ambulatoriale alla fornitura di protesi ai disabili, dai servizi domiciliari agli anziani e ai malati gravi ai consultori) e l’assistenza ospedaliera.
È il livello di assistenza “base” che lo Stato fornisce ai cittadini, che può essere alzato dalle singole Regioni, con risorse proprie. Capire cosa va o non va nei LEA è essenziale per i cittadini, soprattutto tenendo conto dei preesistenti squilibri nell’accesso ai servizi. La Lorenzin ha spiegato qualche giorno fa come la relazione sui LEA, elaborata dalla commissione ministeriale, sia al momento al vaglio dei tecnici del MEF, che dovranno esprimersi in relazione ai costi e alla sostenibilità dell'intero sistema.
La legge delega consente al Governo di procedere nella stesura dei LEA, dando “coordinate minime”: il rispetto degli obiettivi di bilancio, la novità dell’inserimento delle procedure di controllo del dolore nella fase travaglio – parto anche con anestesia locoregionale e le specifiche esigenze della medicina di genere. Con la delega, poi, il Governo si occuperà del riordino delle professioni sanitarie, inserendo tra l’altro la figura professionale dell’osteopata e del chiropratico, inquadrando le professioni di biologo e psicologo, stilando l’elenco nazionale degli ingegneri biomedici e clinici.
La Lorenzin ha presentato i nuovi LEA con delle slide, che sostanzialmente dicono tutto e niente. Ci sono però dei punti decisamente interessanti, a cominciare dalla rinuncia del Governo alla "stretta sugli esami". Come detto, dei 203 esami a rischio appropriatezza prescrittiva, ne sono sopravvissuti una quarantina. In più sono inserite una serie di modifiche all'assistenza specialistica ambulatoriale, con l'inserimento ad esempio delle cure per l'endometriosi, "le prestazioni di procreazione medicalmente assistita, compresa l'eterologa, che fino ad oggi erano erogate solo in regime di ricovero", ma anche delle consulenze di genetica e delle prestazioni di elevatissimo contenuto tecnologico (adroterapia) o di tecnologia recente (enteroscopia con microcamera ingeribile, radioterapia stereotassica).
Cambia anche l'assistenza protesica, con “ l’introduzione degli ausili informatici e di comunicazione, delle attrezzature domotiche, delle carrozzine con sistema di verticalizzazione e quelle per gravi disabilità”, oltre che del riconoscimento vocale e degli arti artificiali a tecnologia avanzata. Nuove norme anche sui vaccini, con l’introduzione nei LEA dell’antipapillomavirus, dell’anti-pneumococco e dell'anti-meningococco. Dopo 20 anni viene anche aggiornato l’elenco delle malattie croniche, con nuove patologie inserite (sindrome di talidomide, l'osteomelite cronica, le patologie renali croniche, il rene policistico), tra cui la celiachia e la sindrome di Down.
Il problema è sempre lo stesso: bastano gli 800 milioni del Governo per garantire l'operatività dei LEA?
(Un piccolo passo in avanti che potrebbe aiutare i cittadini a "rientrare" delle spese in eccesso era invece stato già avallato dal Governo nella legge di stabilità: "Da quest’anno la dichiarazione precompilata conterrà una consistente quota di spese sanitarie e un numero maggiore di oneri deducibili e detraibili e questa evoluzione farà crescere il numero delle dichiarazioni accettate con effetti positivi sull’attività di controllo dell’Agenzia delle Entrate").
Qui le slide sui nuovi LEA: