Le spese italiane per le armi non si sono fermate neanche dopo la caduta del governo
La campagna elettorale procede, le elezioni si avvicinano e la diciottesima legislatura volge al termine. Le spese militari, però, non si sono fermate neanche quando le Camere sono state sciolte da Sergio Mattarella il 21 luglio di quest'anno, dopo la caduta del governo Draghi. Lo segnala Milex, osservatorio sulle spese militari italiane. Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha sottoposto al Parlamento programmi di spesa per oltre 12 miliardi di euro nelle ultime settimane.
Si tratta, nel complesso, di 21 programmi di riarmo. L'investimento totale pluriennale, per le prime fasi, sarebbe di circa 12,5 miliardi di euro. Di questi, finora cinque progetti sono stati approvati ufficialmente, per una spesa di quasi un miliardo di euro. Con le fasi successive dei programmi, che sono già prefigurate ma non sono ancora state sottoposte a voto, si andrebbe a oltre 22 miliardi.
In particolare, i primi cinque programmi ad essere stati approvati riguardano uno scudo antimissile, l'armamento per droni Predator, elicotteri per i Carabinieri, sistemi di ricognizione aerei e razzi anticarro. Questi programmi sono stati sottoposti al Parlamento il 26 luglio, pochi giorni dopo la caduta del governo, e le due commissioni Difesa del Senato e della Camera li hanno approvati all'unanimità molto rapidamente, rispettivamente il 2 e il 3 agosto.
La spesa maggiore verrebbe da sei programmi – dedicati a nuovi pattugliatori e cacciamine della Marina, l'ammodernamento di elicotteri e cacciatorpedinieri per la stessa Marina e di carroarmati per l'Esercito e missili antiaerei – con un costo negli anni di oltre 6 miliardi di euro. Il Ministero li ha presentati al Parlamento tra il 3 e il 10 agosto, e dovrebbero essere discussi dalla commissione Difesa della Camera a partire da oggi, 8 settembre.
Infine, altri dieci programmi, per una spesa totale pluriennale di più di 5,5 miliardi di euro, sono stati inviati al Parlamento la scorsa settimana, l'1 settembre. In particolare si tratta di: elicotteri d’addestramento, spese per la gestione di droni, navi anfibie per la Marina, radiotrasmissioni, satelliti spia, bazooka, un sistema di piattaforma stratosferica, droni di sorveglianza, il potenziamento di capacità per brigata tattica e nuovi carri armati leggeri.
Non è chiaro se, con le elezioni previste tra poco più di due settimane, le commissioni di Camera e Senato riusciranno a mettere in calendario la discussione di questi programmi prima che la composizione del Parlamento cambi. Per legge, ricevere il parere delle commissioni è obbligatorio perché il governo possa procedere con gli acquisti.