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Le spese farmaceutiche non saranno nel 730 precompilato

La conferma del pasticcio arriva direttamente dal direttore dell’Agenzia delle Entrate: colpa delle farmacie, forse…
A cura di Redazione
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Qualche settimana fa, in una intervista a Repubblica, il direttore dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi aveva confermato che nel nuovo 730 precompilato, che quest’anno dovrebbe raggiungere la quasi totalità dei contribuenti italiani, sarebbero state inserite “le spese mediche, quelle universitarie e altro ancora”. Invece, come ammesso dalla stessa Orlandi in queste ore, l’operazione rischia di andare a sbattere contro uno scoglio enorme: quello delle spese per i farmaci e per alcuni servizi medici.

“Le spese farmaceutiche potrebbero non rientrare nel prossimo 730 precompilato”, ha spiegato il direttore dell’Agenzia delle Entrate, dando la colpa a “una serie di problemi tecnici”, che avrebbero compromesso in modo irreversibile l’inserimento di tutti i dati nella dichiarazione precompilata. L’errore sarebbe stato delle farmacie chehanno equivocato sul termine e non hanno conservato parte degli scontrini”. Il problema, come ha spiegato la Orlandi in una audizione alla Camera dei deputati, è che “c’è una difficoltà oggettiva della categoria, la memoria è stata cancellata e le informazioni sono irrecuperabili”.

Entro il 31 gennaio, quindi, al Fisco arriveranno solo i dati inviati dai medici e le spese sanitarie certificate dall’inserimento dei numeri della tessera sanitaria. Saranno quindi coperte le spese per “ospedali, aziende sanitarie locali, istituti di ricovero e cura o presidi di specialistica ambulatoriale”. Mentre mancheranno completamente le spese per farmaci e altri prodotti farmaceutici che, dunqu, non potranno essere detratte dalla dichiarazione dei redditi.

Cosa succede a questo punto? Succede che l’Agenzia delle Entrate potrebbe concedere una proroga di qualche giorno (si andrebbe fino alla prima settimana di febbraio) per gli utenti che intendessero trasmettere autonomamente i propri dati, anche se resterebbe da risolvere il problema relativo all’inserimento dei nuovi dati senza far slittare i rimborsi per circa 20 milioni di italiani.

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