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Le Slot machine non si riducono, anzi: una circolare ne autorizza 40 mila in più

Il Corriere della Sera riporta un documento dell’Agenzia delle dogane che aprirebbe le porte alle macchinette custodite nei magazzini. Nonostante secondo la legge sia previsto che il numero si riduca del 30% in quattro anni, la realtà dice che è cresciuto del 10,6% in quattro mesi, raggiungendo la quota di 418.210, tre per ogni bar.
A cura di Claudia Torrisi
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Ieri in sessanta piazze di altrettante città italiane c'è stata la Slot mob, mobilitazione contro il gioco d'azzardo. Nonostante secondo la legge sia previsto che il numero di macchinette si riduca del 30% in quattro anni, la realtà dice che è cresciuto del 10,6% in quattro mesi, raggiungendo la quota di 418.210, tre per ogni bar. Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella hanno spiegato sul Corriere della Sera le ragioni di questo "aumento improvviso":

Occhio alle date. A ottobre 2015 negli ambienti del governo, a dispetto della scelta di Renzi di firmare anni fa la proposta di legge di iniziativa popolare contro lo «Stato biscazziere» e delle sue sfuriate («È pazzesco, allucinante…»), spunta l’idea di tirar su mezzo miliardo con altre 22 mila slot-machine.  Ma i segnali che arrivano dal Quirinale e una rivolta politica capeggiata dal Movimento 5 stelle frenano tutto. Si decide anzi un giro di vite: e la legge di stabilità prescrive che il numero delle «slot» si debba gradualmente ridurre di almeno il 30%, entro quattro anni. A fine 2019, non potranno essere più di 265 mila. Una ogni 225 italiani. Non poche: in Spagna ce n’è una ogni 245 residenti e in Germania una ogni 261. Ma è un segnale. Per evitare furbizie dell’ultima ora, inoltre, si stabilisce che il taglio dovrà essere effettuato sulla base delle slot esistenti al 31 luglio 2015: cinque mesi prima dell’entrata in vigore della legge. Quando le macchinette erano 378.109. Con il 30% in meno dovranno calare a 264.676. Ci siamo.

Intorno alla fine di dicembre, però, viene fuori un gran numero di macchinette conservate nei magazzini dei concessionari, che farebbero alzare il totale al circa 424 mila unità. Il Corriere riporta una lettera, inviata in redazione dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli, secondo cui "la legge di stabilità fa riferimento a una data certa (il 31 luglio 2015) e, quindi, anche a un numero certo (378.109) che comprende sia gli apparecchi in esercizio che quelli in magazzino; pertanto numeri diversi che fossero stati raggiunti in data successiva non potranno mai costituire un diverso e superiore punto di riferimento". Dopo questa spiegazione, però, prosegure il quotidiano, spunta una circolare – sempre a firma dell'Agenzia – che "capovolge tutto": la legge di stabilità, sostanzialmente, fisserebbe solo un tetto oltre il quale "è precluso il rilascio di nuove autorizzazioni", ma il limite non si riferisce al numero di macchinette operative al 31 luglio (come prevedeva la legge), ma al 31 dicembre 2015. Un numero, precisa la circolare, "pari a 418.210 unità". Per il Corriere questa cifra si avvicina molto a quella di 424 mila dichiarata a dicembre dai concessionari, "e superiore di ben 40.101 slot-machine a quella linea del Piave fissata dagli stessi Monopoli a quota 378.109".

Nella circolare, tra l'altro, viene anche specificato che il taglio partirà dal primo gennaio 2017, ma che nel frattempo le concessioni scadute verranno messe da parte e in seguito "riassegnate a chi ne farà domanda in ragione di un tredicesimo del totale". Il numero tredici non è casuale. Spiega il Corriere:

Perché un tredicesimo? Semplice: tredici sono i concessionari. Il risultato è che per tutto il 2016 resteranno così in vita 418.210 slot machine, una ogni 143 italiani. Il 10,6% in più dello scorso anno.

Dal 2007 al al 2014 gli italiani indigenti sono aumentati da 7,5 milioni a oltre 10, mentre il business dell’azzardo è cresciuto del 350%, fino a 84 miliardi, ulteriormente saliti nel 2015 a 88,2. Secondo il giornale Avvenire gli incassi statali su questo giro d'affari sono cresciuti nel primo trimestre del 2016 di altri 413 milioni. Il tutto a fronte di oltre 17 miliardi persi dagli italiani.

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