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Opinioni

Le sette bugie di Giorgia Meloni sui centri per migranti dell’Italia in Albania

I “centri per migranti” in Albania, pagati dall’Italia quasi un miliardo, sono ufficialmente aperti. Sono stati voluti e difesi da Giorgia Meloni in persona, che per farlo continua però a raccontare bugie sulla loro efficacia e sulla loro gestione.
A cura di Saverio Tommasi
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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni

Sono ufficialmente aperti i "campi per migranti" in Albania, quelli pagati dal governo italiano per impedire alle persone di arrivare dove volevano arrivare quando sono partite. Secondo le opposizioni si tratta di quasi un miliardo di euro dei contribuenti italiani per non si sa bene cosa, a parte l'infelicità di chi era fuggito dal proprio Paese per raggiungere l'Europa e si trova chiuso in un "centro per migranti" in Albania, un centro pagato dall'Italia.

Alle critiche della ONG Sea Watch, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva risposto con un tweet su X, l'ex Twitter comprato da Elon Musk, da qualche tempo amico di Giorgia Meloni e Donald Trump, ma questi sono dettagli.

In questi "centri per migranti", distanti dall'Italia, le persone dovrebbero fare richiesta di asilo in Italia e avere una risposta in 28 giorni, usando le stesse norme più volte già bocciate dai giudici italiani. Se la richiesta d'asilo in Italia verrà respinta, non si sa poi cosa accadrà loro.

E ora vediamo le 7 bugie di Giorgia Meloni sui "centri per migranti" appena aperti in Albania, e pagati dall'Italia:

1.
"I campi in Albania sono un mandato chiaro ricevuto dai cittadini".

Non è vero. I Governi non ricevono "mandati", e in ogni caso i centri in Albania non erano neanche nel programma con cui il centrodestra si è presentato alle elezioni sostenendo la candidatura di Giorgia Meloni premier.

2.
"Io difendo i confini".

Falso. I confini si difendono da un'invasione, e anche se questa parola viene usata per descrivere l'immigrazione in Europa, è del tutto inappropriata. Non esiste nessuna invasione, sono flussi che in altre occasioni abbiamo dimostrato di saper gestire tranquillamente. Ad esempio negli ultimi due anni sono arrivati in europa 4,2 milioni di ucraini e non mi sembra che qualcuno abbia parlato di invasione. Tra l'altro i migranti, dal mare, arrivano disarmati e senza niente, non proprio un sinonimo di "invasione".
Ripetiamolo: i confini si difendono dalle guerre, dagli attacchi esterni, non dalle richieste di soccorso.

3.
"Nei centri per migranti in Albania si applicherà comunque la legge italiana".

Formalmente è vero, ma non è chiaro a chi sarà affidato il controllo che effettivamente sarà così. Sarà la stessa polizia albanese a dover controllare il lavoro dei propri colleghi? O sarà un mini contingente italiano, o – probabilmente – non controllerà nessuno?

4.
"Noi fermiamo i trafficanti di esseri umani".

Falso. Il Governo rimette i più disperati nelle mani dei trafficanti, tramite i respingimenti e gli accordi economici con Governi non democratici, penso ad esempio agli accordi con la Libia e le connivenze della cosiddetta guardia costiera libica con gli stessi trafficanti di esseri umani.
In pratica: se vuoi combattere i trafficanti non costringi i poveracci a tornare sotto il loro controllo, dal quale avevano provato a fuggire intraprendendo il viaggio per raggiungere l'Italia.

5.
"Con noi pene più dure per i trafficanti di esseri umani".

Non è vero. Verrà condannato con pene fino a 30 anni chi si è ritrovato, per necessità o disperazione, o anche costretto, a guidare un barcone. Ma non verrà toccato il business della tratta delle persone. Anzi: quello verrà alimentato anche tramite gli accordi dell'Italia con Paesi non sicuri, non soltanto la Libia, ma anche la Tunisia con la riconferma del premier Saied, accusato a buona ragione di deriva autoritaria. Non solo: nell'elenco dei Paesi sicuri, secondo il Viminale, rientrerebbero anche il Bangladesh e l'Egitto. Sì, proprio quell'Egitto dell'omicidio di Giulio Regeni da parte dei servizi segreti egiziani del premier al-Sisi.

6.
"Con noi meno morti in mare"

Il cosiddetto pull factor, secondo cui i migranti deciderebbero di partire o meno in ragione del governo in carica e delle politiche di salvataggio in mare, accoglienza e integrazione che mette in atto, è (ovviamente) una balla. Per salvare le persone il metodo ci sarebbe: aiutare le Ong nei salvataggi, oppure organizzarli al posto loro. E aprire i corridoi umanitari. Il Governo di Giorgia Meloni, invece, "vorrebbe obbligare gli aerei Ong di ricognizione a obbedire ai libici, perché non vuole testimoni scomodi in mare”, per dirla con le parole di Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch Italia.

7.
"Il Governo sull'immigrazione sta facendo bene".

Non è vero. La cosiddetta "Legge Cutro", già criticabile nei contenuti, si è rivelata inefficace anche da un punto di vista dei numeri, con gli sbarchi record del 2023. E si è rivelata sbagliata pure nella forma: più volte i Tribunali hanno deciso di disapplicare le nuove norme contro i richiedenti asilo, considerando illegittimi i primi decreti, poi trasformati in legge.

Per concludere: la parola "accoglienza" è stata barattata con le parole "privazione della libertà", e in alcuni casi con la deportazione nei centri in Albania. Tra l'altro cercando di far passare tutto questo come un grande accordo internazionale.
La verità è che le persone continuano a morire, chi prova a salvarle viene additato come "amico dei trafficanti", e assolutamente non si fa niente per risolvere le crisi nei Paesi di partenza.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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