Si comincia con Silvio Berlusconi, come da prassi: "Come può pretendere il Partito democratico che i nostri senatori e i nostri ministri continuino a collaborare con chi, violando le leggi, compie un omicidio politico, assassina politicamente il leader dei moderati?". Segue a ruota Angelino Alfano, con un commento decisamente ambiguo: "Speriamo che Berlusconi possa essere candidato premier al prossimo giro visto che se andassimo ora al voto ci andremmo senza candidato". Chiosa Letta in versione ecumenica da Malta: "Continuo a non vedere quali alternative serie per il paese ci siano intorno al cupio dissolvi: non porta a nulla, e oggi far scendere l'aereo non serve a nessuno e non cambia niente neanche al Pdl". In mezzo Renzi che riesce nella strana impresa di prendersela col Governo (caso Cancellieri) e con il partito che si propone di guidare, mentre Beppe Grillo si limita ad un pacato e misurato: "I partiti sono una montagna di sterco che fuma".
Insomma, il clima migliore per discutere della legge più importante per la stabilità economico finanziaria del nostro Paese e nel pieno di una crisi economica che, tralasciando alcune paradossali letture del tutto strumentali, sta erodendo risparmi, rendite e soprattutto sicurezze e risparmi di gran parte degli italiani. Eppure, detto nella maniera più esplicita possibile, il provvedimento del Governo è talmente vago e così poco risolutivo che davvero servirebbe uno sforzo reale e concreto, un lavoro serio e coerente, liberato tanto dalla propaganda quanto dai tatticismi e dalle strategie parlamentari.
Perché la logica dei due binari non ha davvero senso. Non serve, o meglio, non ha alcun senso provare a distinguere le tribolazioni della maggioranza che sostiene il Governo e il lavoro dell'esecutivo (è un mistero come nella lettura di qualcuno possano non essere connesse le cose, come cioè si possa pensare che la linea e i provvedimenti discussi e poi adottati siano qualcosa di "altro" rispetto alle indicazioni, ai programmi e alle proposte della maggioranza che forma il Governo). A maggior ragione se sul provvedimento debba intervenire in maniera massiccia ed incisiva il Parlamento. Insomma, basta un minimo di logica per capire che il risultato di un simile coacervo di "strategismi", tatticismi, propaganda, veti incrociati, non possa che essere l'ennesimo compromesso al ribasso, l'ennesimo pasticciaccio brutto o, alla meno peggio, l'ennesimo brodino caldo che non serve a nessuno. Probabilmente solo a garantire qualche altro giro di giostra ai soliti noti.