Conte-Draghi, le richieste del M5S per restare nel Governo: dal reddito di cittadinanza al superbonus
Ora tocca a Mario Draghi: Giuseppe Conte ha portato a Palazzo Chigi un documento in cui sono stilate tutte le richieste del Movimento Cinque Stelle per restare all'interno del perimetro della maggioranza e ora aspetta una sua reazione. Conte ha parlato di un "profondo disagio politico" e ha messo uno dietro l'altro i punti su cui il suo partito non sarebbe più disposto a scendere a compromessi. Ecco che cosa contiene il documento presentato da Conte a Draghi.
La premessa sottolineata dai Cinque Stelle è questa: "Il nostro faro è la transizione ecologica, quale efficace strategia ambientale, che abbraccia l’economia circolare. Lavoriamo costantemente per cercare di ridurre le distanze tra i privilegiati e gli ultimi, alla luce delle molteplici diseguaglianze che, peraltro, sono in continuo aumento: generazionali, territoriali, di genere". Si rimarca poi come il Movimento in tutti questi mesi abbia sempre lavorato per un "confronto sereno sui problemi", "senza mai creare difficoltà", nonostante questo "non sia stato l'atteggiamento di tutte le forze politiche di maggioranza". E ancora: "Abbiamo subito attacchi pregiudiziali, mancanze di rispetto, fino a subire invettive intese a distruggere la nostra stessa esistenza. C’è stata spesso indifferenza rispetto alle nostre legittime richieste".
Le ragioni dietro il "profondo disagio politico"
Nel documento si riconosce come la permanenza nel governo abbia pesato sull'elettorato Cinque Stelle, sfibrandolo ed erodendolo. "Pretendiamo adesso un segnale di forte discontinuità", si legge, "fuori dai palazzi sta montando un malessere sociale a cui dobbiamo dare urgente risposta". Nonostante non sia presente nella lista a punti delle richieste concrete, che illustreremo di seguito, viene citato la questione che ha creato così tante tensioni in questi mesi, cioè quella dell’invio di armi all’Ucraina. Già a fine marzo Conte aveva sottolineato "la nostra contrarietà alla corsa a riarmo", richiamando invece "l’urgenza di concentrare gli interventi e le risorse a sostegno di famiglie e imprese, alle prese con mille difficoltà dovute al caro-bollette, all’incremento del costo del carburante, all’esplosione inflazionistica, alla scarsità di materie prime".
E ancora: "Non ci sentiamo più di rinunciare a esprimere e a far valere le nostre posizioni, in nome di una generica “responsabilità”, che di fatto rischia di coincidere con un atteggiamento remissivo e ciecamente confidente rispetto a processi decisionali di cui veniamo messi al corrente solo all’ultimo". Il Movimento afferma quindi che, soprattuto in una situazione difficile come questa, non sia accettabile che il Consiglio dei ministri diventi semplicemente il certificatore di decisioni già prese. "Non possiamo rinunciare alle nostre idee e convinzioni sul disagio sociale, che impone un sostegno agli ultimi e la lotta alla povertà, in un momento in cui aumentano le distanze tra il privilegio e il disagio, tra il lusso e l’indigenza".
Le richieste del Movimento Cinque Stelle a Draghi
Ecco quindi uno per uno i punti su cui il Movimento non è disposto ad arretrare.
- Reddito di cittadinanza. "Non possiamo più accettare di stare in una maggioranza che, in molte sue componenti, rivolge attacchi pretestuosi e strumentali a questo minimale sistema di protezione sociale, scagliandosi vergognosamente contro le fasce più vulnerabili della popolazione", si legge. Il Movimento, prosegue il documento, ha già accettato di porre delle modifiche e ha aperto a un chiarimento sulla misura, ma non accetterà ulteriori restrizioni penalizzanti, volte ad annullare la misura. Al tempo stesso, però, si apre a soluzioni condivise per migliorare il sistema di politiche attive.
- Salario minimo. Con moltissime persone a rischio povertà pur lavorando, il M5s spinge per l'introduzione del salario minimo. "Non riteniamo possibile che questo governo rimanga indifferente e non dia chiare indicazioni sulla priorità di questa riforma, che coinvolge anche giovani e donne, che continuano a ricevere buste paga indecorose".
- Decreto dignità. Su questo punto i Cinque Stelle affermano: "Siamo disponibili a studiare insieme incentivi per favorire le assunzioni a tempo indeterminato, ma rimane fondamentale che i contratti a tempo determinato rimangano collegati a specifiche causali, per contrastare il precariato selvaggio".
- Aiuti a famiglie e imprese. Il M5s torna a chiedere uno scostamento di bilancio per finanziare nuove aiuti alle famiglie e imprese messe più in difficoltà dalla crisi economica in atto. Non solo, a questa voce si parla anche di contrastare le speculazioni (ad esempio quelle sui prezzi di gas e gasolio) e del taglio del cuneo fiscale.
- Transizione ecologica. "Non siamo disponibili a favorire investimenti nelle infrastrutture a gas o ad “allargare le maglie” delle concessioni di sfruttamento dei nostri giacimenti fossili, operazioni queste che peraltro richiedono tempi medio-lunghi, costi elevati e ritorni incerti", si taglia corto nel documento.
- Superbonus 110%. Un'altra richiesta al presidente del Consiglio riguarda il Superbonus al 110%, criticato apertamente dallo stesso Draghi durante il suo intervento al Parlamento europeo. Il M5s chiede una soluzione per sbloccare le cessioni e consentire il completamento dei lavori.
- Cashback fiscale. Dopo lo smantellamento della misura per spingere i pagamenti elettronici, i Cinque Stelle chiedono il cashback fiscale all'interno del testo della delega fiscale.
- Intervento su riscossione. Vista la recrudescenza della crisi economica, si chiede un intervento sulla riscossione "che dia maggiore serenità ai contribuenti". Per questo si parla di "elaborare una efficace misura di definizione agevolata dei debiti iscritti a ruolo presso l’Agente per la Riscossione, con rateizzazione sino a 120 euro". E si specifica: "Non vogliamo un condono, ma scontare sanzioni e interessi".
- Clausola legge di delegazione. Con quest'ultimo punto si punta ad avere un maggiore coinvolgimento del Parlamento: "Per maggiore rispetto nei confronti del Parlamento, introdurre una clausola, per ogni legge di delegazione, che preveda che ogniqualvolta il governo non si conformi al parere espresso dalle commissioni parlamentari, il governo stesso ritorni in Parlamento per motivare specificamente la sua scelta e solo dopo questo passaggio sarà possibile l’approvazione definitiva del decreto legislativo".
Il chiarimento su Europa e Nato
Quindi i Cinque Stelle concludono chiarendo la posizione in politica estera, uno dei punti su cui ha concretizzato la scissione Luigi Di Maio: "Le nostre idee hanno subito un travisamento malevolo da parte di molti. Sino ad arrivare a definire le nostre posizioni riguardanti il contesto internazionale, come anti-atlantiche e anti-europee. Vogliamo più che mai, e molto più di altri, essere e contare in Europa e mantenere la nostra storica alleanza dentro la Nato. Il punto è come si sta in queste sedi: con dignità e autonomia, consapevoli di essere una delle prime democrazie al mondo, oppure si svolge il ruolo di terminali passivi di decisioni assunte da altri?".