Le Regioni vogliono nuovi parametri per le zone di rischio: cosa cambia per il sistema a colori
Questo pomeriggio l'Istituto superiore di sanità pubblicherà il nuovo monitoraggio sull'andamento della situazione epidemiologica a cui seguirà l'ordinanza del ministro Speranza con i cambi di colore per le Regioni, come accade ormai dallo scorso autunno. Dalle prossime settimane, però, le cose potrebbero cambiare: le Regioni chiedono infatti di rivedere i parametri con cui vengono determinate le diverse fasce di rischio a partire dal superamento dell'indice Rt, uno dei principali indicatori utilizzati al momento. E il governo sembra aprire a questa richiesta, anche per non arrivare all'estate con il rischio delle chiusure generalizzate, che avrebbe sicuramente un impatto negativo sulla stagione turistica.
Ma che tipo di meccanismo vorrebbero utilizzare le Regioni? Si tratta di un sistema molto più semplificato, che tiene conto principalmente dell'incidenza settimanale e della percentuale di posti letto occupati dai pazienti Covid negli ospedali. Per questo motivo si parla di Rt ospedaliero piuttosto che l'indice Rt così come è stato considerato finora: in sostanza, dal momento che una diffusione tra la popolazione più giovane non è considerata preoccupante, si chiede di tenere più in considerazione l'impatto del contagio negli ospedali, che la trasmissione di per sé.
Se nelle prossime settimane le situazione epidemiologica dovesse essere in ulteriore miglioramento, i colori delle Regioni (attualmente potenzialmente divise in zone bianche, gialle, arancioni e rosse) potrebbero anche essere direttamente aboliti. La proposta delle Regioni è quella di adottare il nuovo pacchetto di parametri semplificati a partire da metà giugno. Come abbiamo detto, in un primo momento i quattro colori dovrebbero restare e verrà anche stabilito uno standard minimo di tamponi da effettuare a seconda delle diverse fasce di rischio, in modo da garantire un adeguato livello di monitoraggio dell'epidemia.
Nelle Regioni con un'incidenza superiore ai 250 casi ogni 100 mila abitanti, quindi dove la situazione è più grave, ogni settimana si dovranno eseguire almeno 500 tamponi, sempre ogni 100 mila abitanti. Infine, le Regioni chiedono anche di ripensare le tempistiche con cui le Regioni devono rimanere in una certa fascia di rischio prima di poter cambiare colore, riducendo la permanenza obbligatoria da due settimane a una sola.