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Le Regioni pensano a chiudere i confini per impedire fughe sulla neve in Austria o Svizzera a Natale

Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, al termine della Conferenza delle Regioni ha parlato della possibilità di chiudere i confini nazionali per evitare che gli italiani vadano in Austria o in Svizzera durante le vacanze di Natale. Dove non ci sarebbe alcuna intenzione di chiudere gli impianti sciistici: il governo teme che molti cittadini decidano allora di andare all’estero durante le feste, rischiando così di contagiarsi e riportare poi il coronavirus a casa.
A cura di Annalisa Girardi
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"Le Regioni si sono interrogate sulla possibile chiusura dei confini nazionali per evitare che il nostro pubblico vada a sciare in Svizzera, Slovenia o Austria": così il governatore della Liguria, Giovanni Toti, al termine della Conferenza delle Regioni ha parlato della possibilità di chiudere i confini nazionali per evitare che gli italiani vadano in Austria o in Svizzera durante le vacanze di Natale. Questi Paesi, infatti, non avrebbero alcuna intenzione di chiudere gli impianti sciistici: vista la linea del rigore prevista invece in Italia, il governo teme che molti cittadini decidano allora di andare all'estero per trascorrere comunque le feste sulla neve, rischiando però di contrarre il coronavirus e riportare poi l'infezione a casa.

Quello della settimana bianca è un nodo che si sta cercando di affrontare a livello europeo. Non avrebbe infatti alcun senso chiudere le piste da scii in Italia, provocando comuqnue un danno economico considerevole alle Regioni di montagna, se poi i cittadini sono liberi di andare nelle montagne svizzere o austriache, piuttosto che slovene, esponendosi al pericolo contagio. Nel caso non si riuscisse a trovare una sintesi a Bruxelles, ogni Paese dovrebbe però agire in autonomia.

Oltre alla questione chiusura dei confini, al termine della conferenza Toti ha anche parlato dei parametri che decidono quali Regioni si trovano in zona gialla, quali in arancione e quali in rossa. Indicatori che le Regioni da ormai settimane chiedono di semplificare: "Le Regioni chiedono un ulteriore confronto che dia trasparenza al processo decisionale che attiene alla divisione in fasce del Paese. Le Regioni ribadiscono che occorre semplificare e qualificare il processo decisionale, sapere come vengono interpretati i parametri. Quasi tutti i governatori hanno sottolineato che occorre accorciare il meccanismo di uscita da una zona, tenuto conto che nell’attuale Dpcm questo processo richiede almeno 21 giorni di calendario, riteniamo possa essere più rapido. Bisogna poi rendere più attuare i numeri su cui si basa l’attribuzione di una zona alle Regioni. Il principio del divieto di assembramento deve essere il cardine del prossimo Dpcm, anche per un criterio di mera equità rispetto alle varie attività", ha detto.

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