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Le Regioni chiedono che le restrizioni anti Covid non valgano per chi si è vaccinato

“Non chiediamo maggiori restrizioni per i non vaccinati. Non vuol dire che chiudiamo per i non vaccinati, ma che se c’è una chiusura generalizzata ai vaccinati lasciamo maggiori libertà, Chi ha partecipato alla campagna vaccinale, si è protetto, limita le ospedalizzazioni e salvaguardia il sistema di sanità pubblico non può pagare un prezzo di cui non ha nessuna colpa”: lo ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga.
A cura di Annalisa Girardi
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Nel caso in cui ci fossero passaggi di colore per le Regioni (e nelle prossime settimane ci saranno) con il ritorno delle restrizioni anti contagio, le Regioni chiedono che tali misure "possano trovare un'applicazione inferiore oppure una non applicazione per i vaccinati". Sono le parole del presidente della Conferenza delle Regioni e il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, durante un punto stampa. Oggi le Regioni hanno chiesto un incontro con i rappresentati di tutte le forze politiche in Parlamento per fare il punto sull'emergenza Covid, sottolineando che da sole non possono più sostenere i costi della crisi sanitaria. E hanno poi avanzato una proposta: nel caso in cui si dovesse tornare ad emanare misure restrittive, queste non dovrebbero valere per chi si è vaccinato.

Fedriga ha spiegato che da quando è scoppiata la pandemia le Regioni si sono dovute fare carico di circa 8 miliardi di spese straordinarie. Per non andare incontro a un dissesto finanziario notevole, ha sottolineato il governatore, servirebbero circa 2 miliardi da parte dello Stato, "per saldare almeno in parte questo deficit che altrimenti metterebbe in ginocchio i sistemi regionali".

La proposta delle Regioni

Nei giorni scorsi Fedriga aveva sottolineato che, al di là della questione economica, non fosse giusto far pagare il prezzo della crisi a chi si è vaccinato. Rispondendo a una domanda di Fanpage.it a margine della conferenza stampa, ha aggiunto: "Non chiediamo maggiori restrizioni per i non vaccinati. Ma che se ci saranno restrizioni perché una Regione passa di colore, quelle restrizioni possano trovare un'applicazione inferiore oppure una non applicazione per i vaccinati. Non vuol dire che chiudiamo per i non vaccinati, ma che se c'è una chiusura generalizzata ai vaccinati lasciamo maggiori libertà". E ancora: "Chi ha partecipato alla campagna vaccinale, chi si è protetto, chi limita le ospedalizzazioni, chi salvaguardia il sistema di sanità pubblico ovviamente non può pagare un prezzo di cui non ha nessuna colpa".

Parlando quindi delle restrizioni e del sistema della divisione in fasce di rischio, Fedriga ha sottolineato come i parametri per determinare il colore delle Regioni siano ancora oggi validi. Perché "se il vaccino limita la malattia grave, il nostro punto di vista non deve più guardare l'Rt o l'incidenza, ma deve guardare la capacità di assorbimento degli ospedali". Quindi ha concluso: "Sta oggettivamente funzionando. Se oggi guardassimo all'Rt, avremmo l'Italia in rosso".

Il governo è contrario

Fonti di governo riportate da alcune agenzie di stampa hanno però messo in chiaro che l'esecutivo non starebbe valutando alcuna stretta sul modello austriaco. Questo perché, hanno spiegato le stesse fonti, la situazione epidemiologica in Italia e i numeri sui contagi non sono paragonabili a quelli austriaci: la situazione nelle terapie intensive rimane infatti sotto controllo.

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