Le Regioni che rischiano la zona arancione e la zona rossa dalla prossima settimana
Da oggi l'Italia si ricomincia a tingere di arancione, e non sembra essere finita qui. Nelle prossime settimane diverse Regioni potrebbero veder peggiorare la condizione degli ospedali a causa dell'ondata della pandemia di Covid e, al netto delle modifiche che i governatori chiedono al ministero della Salute, da lunedì prossimo la zona arancione si potrebbe allargare a macchia d'olio. Ma attenzione: c'è chi rischia persino la zona rossa, che significherebbe lockdown leggero per tutti, anche i vaccinati con due o tre dosi. Dopo giorni di bollettini quotidiani con un altissimo numero di contagi, spesso oltre i 200mila, si stanno riempiendo progressivamente gli ospedali, come già successo in ogni ondata. Le Regioni stanno chiedendo di rivedere i conteggi escludendo gli asintomatici, perché sanno che altrimenti – in molti casi – la zona arancione è una certezza e la zona rossa un'ipotesi non così remota. Per capirci qualcosa di più, però, vediamo come sono messe terapie intensive e aree mediche.
La situazione negli ospedali: i dati Regione per Regione
Per capire quali saranno i colori delle Regioni dalla prossima settimana bisogna guardare, ancora una volta, i dati. È necessario ribadire che gli indicatori che determinano il cambio di zona sono tre: incidenza settimanale di casi Covid ogni 100mila abitanti, occupazione dei posti letto in area medica e in terapia intensiva. Il primo – il numero di casi – è ormai fuori controllo da settimane, se si guardasse solo quel valore lì l'Italia sarebbe praticamente tutta in zona rossa. Perciò diventano determinanti gli altri due valori: per l'ingresso in zona gialla le soglie sono del 10% in terapia intensiva e del 15% in area medica, in zona arancione salgono rispettivamente a 20% e 30% e in zona rossa a 30% e 40%. Vediamo i dati del portale Agenas, aggiornati a ieri sera, per capire la situazione negli ospedali delle singole Regioni:
- Abruzzo: 21% terapia intensiva, 29% area medica
- Basilicata: 3% terapia intensiva, 26% area medica
- Calabria: 19% terapia intensiva, 41% area medica
- Campania: 12% terapia intensiva, 29% area medica
- Emilia Romagna: 17% terapia intensiva, 27% area medica
- Friuli Venezia Giulia: 23% terapia intensiva, 29% area medica
- Lazio: 22% terapia intensiva, 27% area medica
- Liguria: 19% terapia intensiva, 38% area medica
- Lombardia: 15% terapia intensiva, 34% area medica
- Marche: 24% terapia intensiva, 27% area medica
- Molise: 5% terapia intensiva, 13% area medica
- Provincia autonoma di Bolzano: 17% terapia intensiva, 18% area medica
- Provincia autonoma di Trento: 23% terapia intensiva, 25% area medica
- Piemonte: 23% terapia intensiva, 30% area medica
- Puglia: 12% terapia intensiva, 21% area medica
- Sardegna: 14% terapia intensiva, 15% area medica
- Sicilia: 20% terapia intensiva, 35% area medica
- Toscana: 22% terapia intensiva, 25% area medica
- Umbria: 14% terapia intensiva, 33% area medica
- Valle d'Aosta: 24% terapia intensiva, 69% area medica
- Veneto: 18% terapia intensiva, 25% area medica
Quali Regioni rischiano la zona gialla, arancione e rossa
Da oggi, con il passaggio della Campania in zona gialla e della Valle d'Aosta in zona arancione, l'Italia si scurisce ancora di più, con le zone bianche che sono sempre più residuali. Partiamo proprio da queste: secondo i dati sull'occupazione degli ospedali, aggiornati a ieri sera, Puglia, Sardegna e Umbria hanno già ampiamente dati da zona gialla e se dovessero confermarli nel monitoraggio Iss di venerdì prossimo cambierebbero colore da lunedì 24 gennaio.
C'è anche chi è giallo e rischia la zona arancione, e non sono poche Regioni: l'Abruzzo è al 21% in terapia intensiva (oltre la soglia del 20%) e al 29% in area medica (a un punto dalla soglia del 30%), se dovesse oltrepassarla nel monitoraggio di venerdì cambierebbe colore. Ma non è l'unica Regione in questa situazione: la Calabria è al 19% in terapia intensiva, a un soffio dall'arancione, mentre in area medica è al 41%, praticamente già da zona rossa; il Friuli Venezia Giulia è al 23% in terapia intensiva e al 29% in area medica (a un punto dall'arancione); Lazio e Marche sono oltre la soglia arancione in terapia intensiva – rispettivamente con 22% e 24% – ma si salvano in area medica; discorso inverso per Liguria e Lombardia, oltre in area medica – rispettivamente con 38% e 34% – ma sottosoglia in terapia intensiva; la Provincia di Trento è oltre in terapia intensiva (23%) e sotto in area medica (25%); quasi identica la situazione in Toscana (22% – 25%); in Umbria – ancora bianca – le aree mediche sono già da zona arancione (33%).
Meritano un discorso a parte il Piemonte (23% in terapia intensiva e 30% in area medica) e la Sicilia (20% in terapia intensiva e 35% in area medica): entrambe le Regioni – salve per un soffio nell'ultimo monitoraggio Iss – hanno già dei dati da zona arancione. Se dovessero confermarli cambierebbero colore da lunedì 24 gennaio, passando appunto in zona arancione. Infine attenzione alla Valle d'Aosta, che in area medica è al 69% (la soglia della zona rossa è 40%) e in terapia intensiva è al 24%. Se la situazione nelle rianimazioni dovesse peggiorare, potrebbe scattare la zona rossa già dalla prossima settimana.