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Le Regioni che passano in zona arancione da lunedì e chi rischia la zona rossa

Da lunedì prossimo probabilmente un’altra Regione cambierà colore, mentre la situazione negli ospedali sembra migliorare leggermente e la zona rossa si allontana quasi per tutti.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La situazione negli ospedali sta lentamente migliorando. Negli ultimi giorni la pressione esercitata dai malati Covid sulle strutture sanitarie del nostro Paese è in diminuzione (o al massimo è stabile), come dimostrano i dati che arrivano dalle singole Regioni. È ovviamente una buona notizia, che dimostra che è cominciata per quasi tutti gli indicatori la parte discendente della curva di quest'ultima ondata (la prima di Omicron). Ma fa anche tirare un sospiro di sollievo ai governatori, che vedono allontanarsi il rischio di trovarsi in una fascia di colore più scura. Il rischio zona rossa è evitato quasi per tutti, ma c'è ancora qualcuno che può passare in arancione da lunedì prossimo. Per saperlo con certezza bisogna aspettare il prossimo monitoraggio Iss, che arriverà tra qualche ora. Ma guardiamo i dati di ieri – gli stessi su cui decide il ministro Speranza – per farci un'idea.

Chi passa in zona arancione e chi si avvicina alla rossa

Per capire cosa succederà da lunedì bisogna guardare ancora una volta i dati: il portale Agenas rileva i due indicatori fondamentali che decidono i colori delle Regioni, ovvero l'occupazione dei posti letto in terapia intensiva e area medica. Questi sono i valori aggiornati a ieri sera:

  • Abruzzo: 17% terapia intensiva, 36% area medica
  • Basilicata: 5% terapia intensiva, 26% area medica
  • Calabria: 11% terapia intensiva, 37% area medica
  • Campania: 10% terapia intensiva, 30% area medica
  • Emilia Romagna: 17% terapia intensiva, 28% area medica
  • Friuli Venezia Giulia: 21% terapia intensiva, 39% area medica
  • Lazio: 20% terapia intensiva, 33% area medica
  • Liguria: 13% terapia intensiva, 38% area medica
  • Lombardia: 12% terapia intensiva, 28% area medica
  • Marche: 21% terapia intensiva, 33% area medica
  • Molise: 5% terapia intensiva, 23% area medica
  • Provincia autonoma di Bolzano: 11% terapia intensiva, 23% area medica
  • Provincia autonoma di Trento: 24% terapia intensiva, 30% area medica
  • Piemonte: 18% terapia intensiva, 29% area medica
  • Puglia: 12% terapia intensiva, 23% area medica
  • Sardegna: 15% terapia intensiva, 23% area medica
  • Sicilia: 16% terapia intensiva, 38% area medica
  • Toscana: 17% terapia intensiva, 27% area medica
  • Umbria: 10% terapia intensiva, 33% area medica
  • Valle d'Aosta: 15% terapia intensiva, 34% area medica
  • Veneto: 14% terapia intensiva, 25% area medica

In sostanza, a partire da lunedì 7 febbraio, non ci dovrebbero essere grossi cambiamenti. La zona bianca resterà invariata, così come la zona gialla. In arancione, però, arriverà probabilmente una nuova Regione: le Marche, che superano il limite del 20% in terapia intensiva e del 30% in area medica. Verso il rischio evitato, invece, per Lazio e Provincia di Trento, al limite tra giallo e arancione. La zona rossa si allontana un po' per tutti intanto, proprio in virtù del leggero calo generale dei ricoveri. La Regione più vicina è ancora il Friuli Venezia Giulia: non deve andare oltre il 30% in terapia intensiva e il 40% in area medica.

Come cambiano i colori delle Regioni con il nuovo decreto

Il rischio zona rossa si allontana, almeno secondo quanto lascia pensare l'andamento di questa ondata. Ma a renderla ancora più inefficace ci ha pensato il governo con il nuovo decreto Covid varato mercoledì. Con il testo, che ha ricevuto il via libera del Consiglio dei ministri, è stato deciso che in zona rossa le restrizioni non varranno per i vaccinati. In sostanza si tratta di chi è in possesso del super green pass, e quindi ha la certificazione verde rafforzata ottenuta con vaccinazione o guarigione. Così come era accaduto prima in zona gialla e arancione. Insomma, niente lockdown leggero in zona rossa, ma delle restrizioni più rigide per la minoranza non vaccinata.

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