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Le Regioni a rischio zona rossa: i dati su terapie intensive e ricoveri

I dati su ricoveri in area medica e in terapia intensiva continuano a indicare al governo i colori delle Regioni. C’è chi potrebbe passare in zona arancione, e chi invece vede avvicinarsi la zona rossa.
A cura di Tommaso Coluzzi
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L'impianto delle Regioni a colori potrebbe essere eliminato presto. Lo chiedono i governatori, e anche nell'esecutivo si appoggia l'idea di rivedere un sistema ormai datato, visto che nel frattempo sono state varate delle misure che azzerano quasi del tutto le differenze tra zona bianca, gialla e arancione. Resterà in piedi la zona rossa, ormai unico vero timore delle Regioni, che comunque non dovrebbe essere eliminata. Potrebbero essere riviste le soglie d'ingresso o riconsiderato il conteggio dei malati Covid ricoverati in ospedale. Al momento l'impianto resiste, con poche Regioni in bianco, alcune in arancione e molte in giallo. La zona rossa, però, per alcune si avvicina. E vorrebbe dire lockdown leggero per tutta la popolazione, compresi i vaccinati. La soglia è fissata al 30% in terapia intensiva e al 40% in area medica.

I dati su area medica e terapia intensiva

Per capire chi rischia di finire in zona rossa dobbiamo guardare i dati delle singole Regioni. Sul portale Agenas vengono riviste quotidianamente le percentuali dei posti letto occupati in ospedale, vediamo la situazione aggiornata a ieri sera:

  • Abruzzo: 20% terapia intensiva, 32% area medica
  • Basilicata: 6% terapia intensiva, 27% area medica
  • Calabria: 12% terapia intensiva, 37% area medica
  • Campania: 11% terapia intensiva, 31% area medica
  • Emilia Romagna: 17% terapia intensiva, 30% area medica
  • Friuli Venezia Giulia: 24% terapia intensiva, 41% area medica
  • Lazio: 22% terapia intensiva, 33% area medica
  • Liguria: 15% terapia intensiva, 40% area medica
  • Lombardia: 14% terapia intensiva, 29% area medica
  • Marche: 24% terapia intensiva, 31% area medica
  • Molise: 8% terapia intensiva, 21% area medica
  • Provincia autonoma di Bolzano: 13% terapia intensiva, 25% area medica
  • Provincia autonoma di Trento: 27% terapia intensiva, 29% area medica
  • Piemonte: 20% terapia intensiva, 31% area medica
  • Puglia: 12% terapia intensiva, 25% area medica
  • Sardegna: 16% terapia intensiva, 23% area medica
  • Sicilia: 17% terapia intensiva, 39% area medica
  • Toscana: 20% terapia intensiva, 27% area medica
  • Umbria: 13% terapia intensiva, 32% area medica
  • Valle d'Aosta: 21% terapia intensiva, 39% area medica
  • Veneto: 16% terapia intensiva, 25% area medica

Le Regioni che vanno verso la zona rossa

Dati alla mano, ci sono alcune Regioni che si avvicinano pericolosamente alla zona rossa. Intanto, finché l'impianto a colori rimarrà in piedi, ci saranno probabilmente nuovi cambi di fascia: l'Umbria sembra destinata alla zona gialla, avendo superato le soglie di 10% in terapia intensiva e 15% in area medica, ma potrebbe calare entro giovedì; il Lazio ha entrambi i dati, secondo Agenas, da zona arancione, anche se in questo caso i posti letto comunicati al ministero sarebbero molti di più e quindi potrebbe restare in giallo; le Marche hanno superato entrambe le soglie della zona arancione, se uno dei due dati non calerà entro giovedì passeranno in zona arancione dalla prossima settimana; al limite tra zona gialla e zona arancione ci sono Emilia Romagna, Provincia di Trento e Toscana.

Per quanto riguarda la zona rossa, invece, il Friuli Venezia Giulia è la Regione che ci si avvicina di più: ha superato la soglia in area medica, fissata al 40%, ed è distante pochi punti percentuali da quella di terapia intensiva, fissata al 30%. Attenzione anche a Sicilia e Valle d'Aosta. Il lato positivo, però, è che la situazione è stabile più o meno ovunque, mentre i nuovi casi Covid sono in calo da qualche giorno. Il che significa una cosa sola: a breve comincerà a diminuire anche la pressione sugli ospedali, che cala in ritardo di due o tre settimane rispetto ai contagi. Per le Regioni, forse, la zona rossa potrà essere evitata.

I colori delle Regioni al 1° febbraio 2022
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