Le proposte di legge sul fine vita non sono state incardinate in Senato perché il governo era assente
I disegni di legge sul fine vita oggi non sono stati incardinati in Senato – come inizialmente previsto – a causa dell'assenza del governo in commissione. Per tutta l'attività parlamentare è infatti necessaria la presenza di un esponente del governo, ma oggi i senatori delle commissioni Giustizia e Affari costituzionali hanno ricevuto una comunicazione che faceva sapere che la seduta fosse sconvocata, proprio a causa della "improvvisa indisponibilità del governo".
"Siamo contrariati, è evidente che ci sia un problema politico, dato che per incardinare un provvedimento basta un qualsiasi sottosegretario", ha commentato Alfredo Bazoli, capogruppo del Partito democratico in commissione Giustizia e firmatario di una delle proposte di legge. "Si trattava solo di incardinare il testo e probabilmente si sarebbe discusso del calendario dei lavori. Bastava qualunque sottosegretario, con qualunque delega, anche il sottosegretario allo sport", ha aggiunto. E ancora: "Non conosciamo il motivo vero ma se la sconvocazione non viene seguita da una convocazione a strettissimo giro, ad esempio domani, e invece ci obbligano a perdere una settimana o più sarebbe inaccettabile".
Secondo Bazoli si tratta di "ostruzionismo" da parte del governo rispetto a un provvedimento "su cui il Parlamento ha l'obbligo di intervenire". Il senatore spiega che un regolamento di Palazzo Madama obbliga entro tre mesi ad esaminare la proposta di legge delle opposizioni, per poi sottolineare che ci sia "un obbligo etico, politico e giuridico", visto che anche la Corte Costituzionale, con la sentenza Cappato, ha chiesto al Parlamento di legiferare.
In una nota firmata insieme alla capogruppo dem in commissione Affari sociali, Sandra Zampa, Bazoli ribadisce: ""Sorprendente e inspiegabile che, a pochi minuti dall'inizio della seduta, siano state sconvocate le commissioni riunite per l'esame della legge sul Fine vita. La motivazione, una improvvisa indisponibilità del governo, non è accettabile, perché si trattava di incardinare il provvedimento, di fare le relazioni introduttive e stabilire un calendario dei lavori, per il che bastava un sottosegretario privo di delega specifica".
Anche il capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, Peppe De Cristofaro, ha condannato quanto accaduto: "In Italia manca una legge sul fine vita. Un vuoto legislativo che è diventato una voragine dopo la sentenza della Corte Costituzionale del 2019. Vuoto che ha costretto alcune Regioni a provare a legiferare autonomamente anche in assenza di una legge nazionale. Su questo tema è intervenuto anche il Presidente della Corte Costituzionale Barbera sollecitando il Parlamento ad approvare al più presto una legge. Per colmare questo vuoto oggi si sarebbero dovute incardinare al Senato le proposte sul gine vita, tra cui quella di Avs. Ma l'assenza del governo in commissione ha impedito la calendarizzazione dei disegni di legge presentati. Una cosa grave che rischia di affossare un dibattito su una legge più che mai necessaria".
Sulla stessa linea anche Italia Viva: "È incredibile che a 15 anni dalla morte di Eluana Englaro, dopo innumerevoli appelli della Consulta e dopo il recentissimo pronunciamento del Presidente Barbera, la politica non sia in grado di fare un passo avanti sul Fine vita. Veramente patetico che oggi nuovamente le commissioni Giustizia ed Affari sociali che dovevano incardinare i ddl sulla materia, siano saltate per l'assenza del governo. In pratica, guarda caso, non si è trovato neanche un sottosegretario in grado di farlo", ha commentato la deputata di Italia Viva, Isabella De Monte.