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Le panchine rosse contro la violenza sulle donne “sono da papponi”: bufera su Salvini

Panchine colorate come antidoto all’indifferenza contro la violenza sulle donne: la delibera comunale proposta da alcuni consiglieri del Pd di Torino è al centro di numerose polemiche. Secondo Matteo Salvini, contrario all’iniziativa, “Sulle panchine rosse si siedono i papponi”. Dura la protesta dei torinesi contro le parole del segretario del Carroccio.
A cura di C. M.
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Panchine rosse Torino

La campagna elettorale di Torino prosegue sulla scie delle polemiche. Questa volta, ad attirare le critiche dei consiglieri comunali di centrodestra e del segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, è una delibera comunale che propone l'installazione di 10 panchine rosse nei parchi cittadini, un'iniziativa simbolica per contrastare la violenza di genere e scuotere le coscienze dei torinesi circa la questione "femminicidio". In risposta alla proposta, i consiglieri della circoscrizione 6 del comune di Torino hanno votato contro, quelli di Forza Italia invece hanno preferito uscire dall'aula. "Sulle panchine rosse si siedono i papponi", avrebbe commentato Matteo Salvini, difendendo il comportamento tenuto dal consiglieri torinesi. La polemica contro l'iniziativa delle "panchine rosse" nascerebbe dall'idea che per contrastare la violenza sulle donne andrebbero messe in campo iniziative concrete: "Serve sicurezza, non prese in giro", ha commentato tranchant Salvini.

Per contestare la posizione espressa da Salvini e dai consiglieri di centrodestra,  nel giro di pochissime ore, su Twitter è partita la controffensiva con l'hashtag #iononsonounpappone, rilanciato da migliaia di utenti. Secondo tanti cittadini, infatti, l'iniziativa proposta dal Pd in circoscrizione 6 sarebbe comunque un'utile campagna di sensibilizzazione che nulla toglierebbe alla messa in campo di altre iniziative volte ad aumentare la sicurezza delle donne in città. Un antidoto contro l'indifferenza, semplicemente. Il sindaco Fassino, commentando l'accaduto, ha sottolineato come "l’installazione delle panchine rosse è una sollecitazione per tutti a sostenere e condividere ogni azione che tuteli le donne da offese e discriminazioni". "Sono stanco della sinistra che si lava la coscienza con queste iniziative inutili", ha risposto laconico Matteo Salvini.

I consiglieri leghisti e forzisti di Barriera di Milano hanno cercato di difendersi dalle centinaia di critiche piovute sui social network sostenendo non solo l'inutilità dell'iniziativa in sé, ma anche che "dipingere le panchine di rosso è un affronto, una strumentalizzazione politica sotto elezioni". Solo una consigliera leghista, Roberta Borio, ha preso le distanze dalla polemica, parlando di "errore politico" commesso dai suoi compagni di partito e dichiarando di sentirsi "sola" nella Lega, in cui sostiene inoltre ci sia carenza di democrazia al proprio interno.

Le "panchine rosse" contro la violenza di genere nascono in realtà già nel 2014, come una sorta di evoluzione dell'iniziativa nazionale "scarpette rosse", altra campagna di sensibilizzazione contro la violenza di genere. A Torino sono già state installate numerose panchine colorate, infatti, in svariate zone della città e comuni dell'hinterland: a Borgaro, Alpignano, Nichelino, per esempio. Non solo a Torino, anche in altre parti d'Italia l'iniziativa è stata adottata, dall'Abruzzo al Salento, e infatti alcuni sindaci da tempo chiedono che questo tipo di iniziativa possa diventare una campagna di sensibilizzazione a livello nazionale, proprio come fu per quella della "scarpette rosse".

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