Le opposizioni chiedono al governo Meloni di festeggiare il 25 aprile rispettando la verità storica
"Adottare le iniziative necessarie affinché le commemorazioni delle date fondative della nostra storia antifascista si svolgano nel rispetto della verità storica condivisa". Questa è la richiesta che tutti i partiti di opposizione hanno deciso di fare al governo Meloni, con una mozione presentata dai rispettivi capigruppo: Francesco Boccia per il Partito democratico, Barbara Floridia per il Movimento 5 stelle, Raffaella Paita per il Terzo polo di Azione e Italia viva, Julia Unterberger per le Autonomie linguistiche e Peppe De Cristofaro per l'Alleanza Verdi-Sinistra. È previsto che il Senato discuta la mozione il 12 aprile.
La motivazione presentata nella mozione è che solo rispettando la verità storica di ciò che si festeggia – la liberazione dall'occupazione nazifascista – i festeggiamenti possono "essere terreno fertile per il mantenimento e la costruzione di un'identità collettiva e del senso di appartenenza a una comunità". Il testo non si riferisce solo al 25 aprile, ma cita anche il 1° maggio, festa del lavoro, e il 2 giugno, festa della Repubblica. Il riferimento più immediato, comunque, vista la tempistica con cui è stata presentata la mozione, è alla festa della liberazione.
La polemica implicita con La Russa sulla "verità storica"
Anche la scelta della camera in cui presentare la mozione, il Senato, non sembra casuale. Pochi giorni fa il presidente del Senato Ignazio La Russa ha scatenato forti polemiche parlando dell'attacco partigiano di via Rasella: affermando cose storicamente false, ha detto che "in via Rasella quelli uccisi furono una banca musicale di semi-pensionati e non nazisti delle SS". L'intervento di La Russa, peraltro, aveva lo scopo di sminuire un'altra polemica, quella rivolta alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per il suo discorso sulle vittime delle Fosse Ardeatine.
La mozione, quindi, chiede che il governo si impegni a rispettare la verità storica delle prossime celebrazioni nazionali. Per fare sì che le "date che scandiscono un patto tra le generazioni, tra memoria e futuro" possano essere "oggetto di condivisione, di riflessione, di monito e di insegnamento non solo per i giovani, ma per tutti i cittadini", scrivono i senatori, "è necessario che le Istituzioni in primis si adoperino per la trasmissione della conoscenza della Storia, frutto del rigore della ricostruzione storica unitaria e condivisa".
La citazione di Liliana Segre: "Perché mai il 25 aprile dovrebbe essere divisivo?"
Nella premessa della mozione viene citata la senatrice a vita Liliana Segre, che il 13 ottobre 2022 fu presidente provvisoria del Senato e tenne il discorso di avvio della nuova legislatura. Allora, Segre ricordò che "le grandi nazioni (…) dimostrano di essere tali anche riconoscendosi coralmente nelle festività civili, ritrovandosi affratellate attorno alle ricorrenze scolpite nel grande libro della storia patria".
Dunque, aveva chiesto la senatrice sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz, "perché non dovrebbe essere così per il popolo italiano? Perché mai dovrebbero essere vissute come date divisive, anziché con autentico spirito repubblicano, il 25 aprile, festa della liberazione, il 1° maggio, festa del lavoro, il 2 giugno, festa della Repubblica? Anche su questo tema della piena condivisione delle feste nazionali, delle date che scandiscono un patto tra le generazioni, tra memoria e futuro, grande potrebbe essere il valore dell'esempio, di gesti nuovi e magari inattesi".