Le opposizioni all’attacco su Meloni: “Vittimista, ha un problema gigantesco di classe dirigente”
All'indomani della conferenza stampa di "fine anno", dove la presidente del Consiglio ha risposto per circa tre ore alle domande dei giornalisti, i leader dell'opposizione non risparmiano critiche. Secondo Giuseppe Conte, "pur di coprire i suoi fallimenti in economia, immigrazione e politica estera, Giorgia Meloni dice bugie e ricorre al solito ‘vittimismo meloniano‘: accuse agli avversari politici e complottismi anziché autocritica sui suoi tanti errori". Una teoria, espressa in un'intervista con Repubblica, che lo mette d'accordo con la segretaria dem Elly Schlein, che in un post diffuso sui social ieri aveva puntato il dito contro "il solito atteggiamento vittimista, i soliti attacchi alle opposizioni, la solita creazione di nemici immaginari, senza mai dare risposte".
Conte ha proseguito allargando la critica a tutto il governo e i partiti di maggioranza: "In questo governo abbiamo visto sottosegretari che divulgano informazioni riservate per attaccare l’opposizione, ministri che vengono in Parlamento a mentire sulle attività societarie svolte, altri che fermano treni. Un premier deve scegliere: solidarietà di partito e di coalizione o tutela delle istituzioni? Lei ha scelto la prima alternativa".
Secondo Matteo Renzi, intervistato sempre da Repubblica, il problema di Giorgia Meloni è la sua classe dirigente: "Ha un gigantesco problema di classe dirigente. Li ha scelti lei, uno per uno. Per non parlare del cognato, il ministro Lollobrigida". Un altro nome citato dal leader di Italia Viva è quello del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro: secondo Renzi è lui a dover pagare per quanto accaduto alla festa di Capodanno in provincia di Biella. "Lui è il primo responsabile. Anche se adesso è sparito. Ha organizzato il cenone in cui il suo amico ha tirato fuori la pistola sparando davanti ai bambini. Sono dei pazzi irresponsabili", ha detto, accusando anche Delmastro di usare "la polizia penitenziaria come una falange privata".
Alla festa in questione, infatti, erano presenti anche gli uomini della scorta del sottosegretario. La persona ferita dal colpo esploso dalla pistola del deputato di Fratelli d'Italia, Emanuele Pozzolo, non era che il genero di uno degli agenti.