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Le Ong dicono che non rispetteranno il codice di condotta del nuovo decreto Sicurezza

Le Ong protestano contro il nuovo decreto del governo Meloni e diverse navi annunciano che non rispetteranno il codice di condotta nel salvataggio dei migranti in mare.
A cura di Tommaso Coluzzi
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C'è chi annuncia il ritorno in mare, chi deve sbarcare con le nuove regole, chi dichiara apertamente fin da subito che di seguire il codice di condotta del governo Meloni non se ne parla. Tra le Ong che salvano migranti nel Mediterraneo, in queste ore, sta montando la rabbia. L'esecutivo italiano ha varato ieri un nuovo decreto legge che prevede una serie di regole da seguire per le navi umanitarie – pena multe e sanzioni, che arrivano fino al sequestro dell'imbarcazione – alcune delle quali limitano sensibilmente il loro margine di manovra. Come ad esempio l'imposizione di svolgere un solo salvataggio alla volta, come se si potesse negare il soccorso a dei naufraghi in mare.

"Sea-Eye non seguirà alcun codice di condotta illegale o qualsiasi altra direttiva ufficiale che violi il diritto internazionale o le leggi del nostro Stato di bandiera, nel nostro caso la Germania – ha detto Annika Fischer, membro del consiglio di amministrazione della Sea-Eye – Rifiutiamo questo cosiddetto codice sulle Ong e temiamo che ciò possa portare a conflitti con le autorità italiane. Ci aspettiamo che il governo tedesco ci protegga". E ancora: "Ci aspettiamo che il governo tedesco tuteli le organizzazioni di soccorso in mare sotto bandiera tedesca dal comportamento illegale delle autorità italiane e ci sostenga con decisione in caso di conflitto. Qualsiasi ritardo nelle nostre operazioni mette in pericolo vite umane".

Sulla stessa linea un'altra Ong: "Sebbene le navi di soccorso abbiano sempre rispettato il diritto internazionale, i governi italiani da sempre cercano modi fantasiosi per impedirne l’operatività – è l'accusa che arriva da Sea Watch – Questa volta la strada è quella di limitare il più possibile le attività di soccorso e di inviare le navi dopo ogni salvataggio verso porti il più lontano possibile dalle zone in cui ogni giorno muoiono uomini, donne e bambini in fuga dalla Libia". Poi l'attacco: "Nessun governo può impedire a una nave di sottrarsi all’obbligo di soccorso, e nessuna nave si rifiuterà di accogliere chi chiede aiuto nel Mediterraneo centrale".

Nel frattempo la nave Geo Barents di Medici senza frontiere ha annunciato che tornerà in mare per continuare a salvare i naufraghi a partire dal 31 dicembre, stesso giorno in cui è previsto l'arrivo della Ocean Viking nel porto di Ravenna. Sarà la prima nave umanitaria a sbarcare in Italia con le nuove regole.

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