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Le notizie false di Bocchio (Pdl) per diffondere odio attraverso Facebook

L’addetto stampa del Consiglio regionale del Piemonte ha postato su Facebook l’immagine cruda della crocifissione di un gatto. Spacciata per una recente manifestazione anti-cristiana a Ragusa, la foto, in realtà, racconta una protesta cristiana avvenuta in Africa più di un anno fa.
A cura di Redazione
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La capacità di diffusione capillare dei social network da un lato e la malafede di chi adopera la Rete per diffondere odio. Questa la sintesi dell'azione di Mario Bocchio (Pdl), addetto all'ufficio stampa del Consiglio regionale del Piemonte, descritta dal blog Mazzetta. L'addetto stampa, infatti, ha postato sul proprio profilo Facebook, mercoledì 12 giugno, l'immagine che apre il presente articolo, affermando che la crocifissione del gatto è stata operata da alcuni immigrati a Ragusa in una protesta anticristiana, corredando l'articolo del seguente commento:

In Italia gli stranieri non solo ci mangiano per traverso, ma crocifiggono anche i nostri animali. Cos’ha da dire la ministra Kyenge?

L’hanno messo in croce, semplicemente per inscenare una protesta anticristiana. E’ successo in Italia, a casa nostra, nel Ragusano. A farlo sono stati alcuni “coloureds”, limitiamoci a chiamarli così, di fede musulmana. Esprimo tutto il mio sconcerto per questo episodio d’inciviltà e di gratuita crudeltà. Al di là dell’amore e del rispetto che si può avere per qualunque essere vivente, dunque anche per gli animali, la vicenda ha qualcosa di turpe e di inqualificabile.

I veri italiani, non quelli che sempre si piegano a novanta gradi nel nome del buonismo, non meritano di essere accomunati a questi selvaggi, individui che dovrebbero essere puniti severamente e che io auspico vengano individuati soprattutto per distinguerli dai tantissimi cittadini onesti che si occupano con tanto volontariato della tutela degli animali e dell’ambiente, e che sicuramente provano lo stesso disgusto che stanno provando, nei confronti di tanta inciviltà, tutti coloro i quali leggono o sentono questa notizia.

E poi sorge spontanea una duplice domanda: se questi signori non si trovano bene in Italia, perché non se ne tornano al loro paese? Ed ancora: cosa sarebbe successo a uno di noi se fosse andato in uno stato musulmano e avesse crocifisso l’immagine di Maometto?

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Peccato che in realtà quella crocifissione non sia stata eseguita a Ragusa, né riguarda una protesta anticristiana. Si tratta, infatti, della punizione inferta ad un gatto da alcuni ghanesi cristiani nel loro stesso paese. Un errore? Secondo la ricostruzione di Mazzetta no. La stessa notizia falsa, infatti, era stata postata sulla bacheca della Lega Nord – da cui probabilmente Bocchio l'ha prelevata – il 7 maggio 2012 (più di un anno fa), che riportava "Gatto crocefisso in manifestazioni anticristiane in Africa". Anche qui l'errore sulla motivazione dell'atto efferato, ma, almeno, con il riferimento geografico esatto.

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