Le intercettazioni di Renzi? Ora sarà aperta un’inchiesta
Non accenna a placarsi il polverone sollevato dalla pubblicazione delle intercettazioni telefoniche ed ambientali riguardanti tra gli altri Enrico Letta, Matteo Renzi e Giorgio Napolitano da parte del Fattoquotidiano. Come ricorderete, infatti, il quotidiano diretto da Marco Travaglio aveva riportato sia la conversazione intercorsa fra Matteo Renzi e Michele Adinolfi, comandante della Guardia di Finanza in Emilia Romagna e Toscana ed amico del segretario del Partito Democratico, nella quale si faceva riferimento ad una imminente sostituzione di Enrico Letta a Palazzo Chigi (con giudizi non proprio lusinghieri nei confronti dell’allora Presidente del Consiglio), sia quella del NOE fra lo stesso Adinolfi e l’attuale Sindaco di Firenze dario Nardella (nella quale si esprimevano giudizi sull’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano).
Ora sulla questione è intervenuta anche Maria Elena Boschi, ministro delle Riforme e dei Rapporti col Parlamento, nel corso di un question time alla Camera dei deputati. Per la Boschi è grave che “intercettazioni senza alcuna rilevanza penale siano finite a un giornale e purtroppo non è la prima volta, speriamo sia l'ultima” e non c’è dubbio che non vi fosse “nulla di segreto, di nascosto o di nuovo nelle conversazioni di Matteo Renzi intercettate e pubblicate”. Infatti, ha spiegato, “l'ipotesi del rimpastino, ovvero il cambio di qualche ministro del governo Letta, o del rimpastone, ovvero un cambio di più ministri, non è nulla di più o meno di quello che si poteva leggere su tutti i giornali”. La questione però è di una certa rilevanza, considerando che serviranno verifiche per “accertare eventuali responsabilità” e dunque “il ministro della Giustizia ha disposto i primi accertamenti e il procuratore generale di Cassazione ha aperto un fascicolo”.
