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Opinioni

Le idee (poco) chiare degli italiani: ridurre parlamentari e via bicameralismo

Il Governo diffonde i dati del questionario Partecipa!: gli italiani vogliono la fine del bicameralismo, la riduzione delle spese del Parlamento e in ogni caso “cambiare”.
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Oltre 200mila questionari compilati e convalidati, oltre 70mila questionari di approfondimento e 4 milioni di minuti spesi: sono questi i dati della Consultazione pubblica per le riforme promossa dal ministro per le Riforme Costituzionali. Un esperimento concluso con un buon riscontro e, come recita la nota ufficiale, con la partecipazione diffusa "su tutte le categorie la partecipazione per titolo di studio e per professione", propedeutica alla terza fase di lavoro "nella quale i risultati e le azioni di sensibilizzazione si sposteranno verso una discussione pubblica per approfondire i temi trattati nei questionari e che coinvolgerà, scuole, università ed enti territoriali".

Ad un rapido sguardo e rimandando ad altra sede la discussione sui limiti e sui meriti di un simile esperimento, è opportuno mettere in evidenza alcuni aspetti, peraltro ben sintetizzati nei documenti diffusi dal ministero, consultabili a questo link.

Forte volontà di cambiamento, ma opinioni diverse su come cambiare la forma di governo. Il 68% dei cittadini vuole cambiare lo status quo, con un 29,1% che rafforzerebbe i poteri del governo (parlamentarismo razionalizzato) e un 39% che vorrebbe l’elezione diretta del Presidente della Repubblica (anche se di questi solo il 44 percento opterebbe per un sistema semi-presidenziale). Il dato più rilevante è quello relativo alla fine del bicameralismo, auspicata dall'87,8% degli italiani (il 41,8% per il monocameralismo, il 40% per la differenziazione delle funzioni di Camera e Senato, con il 56% che preferirebbe in ogni caso un Senato composto da rappresentanti degli enti territoriali). L'abolizione delle province invece è auspicata dal 42,1 percento degli italiani, così come oltre il 70% di loro ritiene che sia necessario prevedere accorpamenti o riorganizzazioni della struttura dei Comuni.

La parte relativa al Parlamento mostra invece quali siano le priorità per gli italiani:

  1. la riduzione del numero di parlamentari;
  2. riduzione delle indennità e benefici accessori;
  3. miglioramento della qualità e della quantità e tempi di produzione delle leggi;
  4. trasparenza dell’operato del parlamento

C'è poi da registrare l'interesse per i meccanismi elettorali e di partecipazione, con il 69% dei cittadini che "vorrebbe che fossero introdotti meccanismi per agevolare il raggiungimento della validità del risultato del referendum, anche elevando il numero di firme necessarie per la sua richiesta". Netta invece la propensione a valutare in maniera più chiara e vincolante le proposte di legge di iniziativa popolare: per il 53,6% degli intervistati il Parlamento dovrebbe sempre discutere una proposta di legge di iniziativa popolare, per il 38,5% va discussa ma previo aumento del numero minimo di firme necessarie.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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