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Le eurodeputate della Lega che attaccano l’Unione europea perché “promuove il velo islamico”

Tra le pagine di un pamphlet dal titolo “Guida all’Ue” ci sono le foto di una ragazza seduta sull’autobus con addosso l’hijab e di un’altra con i capelli raccolti in un velo mentre è al computer. Secondo due eurodeputate della Lega le immagini del velo islamico non rappresenterebbero “i valori europei”. Dimenticano però come la libertà delle donne di indossare ciò che vogliono, senza subire per questo discriminazioni, sia esattamente uno dei valori dell’Ue.
A cura di Annalisa Girardi
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Due eurodeputate della Lega attaccano l'Unione europea a la accusano di "promuovere simboli di sottomissione". In che modo? Inserendo tra le pagine di un pamphlet dal titolo "Guida all'Ue" anche la foto di una ragazza seduta sull'autobus con addosso l'hijab e di un'altra con i capelli raccolti in un velo mentre è al computer con delle coetanee. Delle immagini, quelle del velo islamico, che non rappresenterebbero "i valori europei" secondo le europarlamentari, che evidentemente dimenticano come la libertà delle donne di indossare ciò che vogliono, senza subire per questo discriminazioni, sia esattamente uno dei valori dell'Ue.

La nota in questione è firmata da Isabella Tovaglieri e Simona Baldassarre, e recita:

È assurdo e preoccupante che Bruxelles continui a promuovere simboli di sottomissione a spese dei cittadini europei. L’ennesima campagna promossa dall’Unione Europea con protagonista una donna velata, questa volta per pubblicizzare l’Anno Europeo dei Giovani 2022, non può lasciarci indifferenti. Già in precedenti occasioni, dove donne con hijab apparivano nelle campagne promozionali per la Conferenza sul futuro dell’Europa, la Lega aveva fatto sentire la propria voce in Ue contro questa pericolosa e inaccettabile deriva del politicamente corretto. Il velo islamico non rappresenta né il futuro dell’Europa, né l’anno europeo dei giovani, né i valori europei: La sinistra che mal governa in Ue se ne faccia una ragione.

La pagina dove appaiono le discusse immagini (che non ritraggono altro che una ragazza seduta su un autobus e una insieme a delle coetanee mentre lavora al computer) riguarda le varie possibilità che offre l'Unione europea ai suoi cittadini, tra diritti dei passeggeri appunto, roaming, assicurazione sanitaria eccetera.

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Tovaglieri, in un post su Facebook, ha aggiunto: "L’ipocrisia dell’Europa politicamente corretta non ha purtroppo limiti: mentre il Parlamento ha dedicato con coraggio il premio Sakharov a Masha Amini e alle donne iraniane uccise perché non portavano il velo, altre istituzioni Ue hanno mostrato il loro vero volto, dando alle stampe una “Guida all’Ue” nella quale, per illustrare la legislazione in materia di mobilità, hanno scelto la foto di una ragazza seduta su un treno tutta bardata dall’hijab islamico. Un nuovo manualetto dell’indottrinamento all’inclusione a ogni costo, anche al prezzo delle libertà femminili, negate in Iran e altri Paesi islamici, dove le donne rischiano il carcere e la vita per rivendicare i propri diritti". E ancora: "Quegli stessi diritti che i progressisti europei difendono solo a parole, mentre nei fatti promuovono, con i mezzi più subdoli, i simboli della sottomissione femminile anche nella nostra Europa. Noi diciamo no”.

Sono parole, quelle dell'eurodeputata, che dimostrano come alla fine ci si riduca sempre, in un modo o nell'altro, a dire alle donne cosa devono fare, come si devono vestire e come devono apparire. Invece, i valori dell'Unione europea che vengono citati dall'eurodeputata vorrebbero ogni donna libera e padrona del proprio corpo, senza dover per questo subire discriminazioni. Sicuramente in molti Paesi tantissime donne vengono obbligate a coprire il proprio corpo, ma questo non significa che l'hijab sia per tutte un simbolo di costrizione. Tutt'altro, e impedire loro di portarlo è contro quei valori occidentali per cui tanto le nostre società si sono battute.

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