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Le condizioni di Renzi: “Segretario Pd deve essere candidato premier”

“Vorrei cambiare l’Italia, non solo il partito” dice il sindaco di Firenze alla stampa tedesca. Poi punzecchia il governo Letta: “Fa cose pragmatiche, non rivoluzionarie, non basta”. Gli altri candidati a segreteria Pd, Cuperlo e la new entry Fassina discordanti con il sindaco.
A cura di Andrea Parrella
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Manco a dirlo, il Pd si divide. Accade in questi giorni, quando si discute su un elemento ritenuto di primaria importanza dalla  compagine di centrosinistra per il prossimo futuro, ovvero la discussione sulla compatibilità del segretario di partito come figura direttamente indicata anche come candidato premier. Da settimane si affronta la questione, specie a fronte della presenza di un soggetto, Matteo Renzi, che porta sulle spalle il grave di una personalità forte, la quale rischierebbe di soppiantare l'identità di un partito che ha difficoltà a digerire soggetti di questo tipo. E proprio oggi, Renzi, non ha fatto altro che avvalorare questa spaccatura interna, o se vogliamo, divergenza. In un'intervista al Frankfurter Allgemeine Zeitung il sindaco di Firenze è abbastanza diretto nel definire la sua linea: "La sfida più grande sarebbe certamente la posizione di premier e per questo diventa importante il partito. Chi vince le primarie aperte dovrebbe essere il candidato a guidare il governo. Certo, non vorrei diventare capo del Pd per cambiare il partito, ma per cambiare l'Italia". 

E' da evitare dunque, per Renzi, e la cosa pare del tutto ragionevole, l'idea che un segretario sia una figura dalle competenze burocratiche più che politiche, almeno nella maniera in cui il sindaco le intende: che il segretario sia anche l'automatico candidato premier. Inoltre arriva anche una critica al governo Letta, non è personale, ma una valutazione generale sull'operato e le possibilità dell'esecutivo: "Enrico Letta è un amico, solido, abile, competente ed è un grande europeista ma tutto quello il suo governo che fa è pragmatico e non rivoluzionario. E nella nostra situazione piccoli passi non bastano". Una valutazione in merito alla quale nessuno mette bocca, ma non è così per quanto riguarda proprio la questione partitica.

Ad opporsi in maniera vigorosa sono Cuperlo, tra i noti candidati alla segreteria per il prossimo Congresso, ed anche Fassina, new entry in questa lista. "Questo è un congresso di cui dobbiamo discutere dell'identità, della cultura politica, del profilo, del ruolo di questo partito. Le candidature ognuno è in grado di giudicarle. Chi si candida lo fa perché sente il dovere di poter dare un contributo e queste candidature sono tutte energie positive" dice Cuperlo e continua "Non c'è nessun automatisma che determina una relazione tra la segreteria e la candidatura alla guida del paese"

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