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Le accuse di Oxfam ed Emergency alle farmaceutiche sul costo dei vaccini: “Speculazione gravissima”

“Questo è forse il caso di speculazione più grave della storia”: lo affermano Oxfam ed Emergency presentando un nuovo report in cui denunciano il rialzo dei prezzi dei vaccini anti-Covid da parte dei Big Pharma. E affermano che se i colossi farmaceutici non detenessero i monopoli sui brevetti, il costo della campagna di immunizzazione globale potrebbe essere almeno cinque volte più basso.
A cura di Annalisa Girardi
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Se le aziende farmaceutiche non detenessero i monopoli sui brevetti dei vaccini anti-Covid, il costo della campagna di immunizzazione globale potrebbe essere almeno cinque volte più basso. E questo vale specialmente per quanto riguarda gli innovativi vaccini a mRna: si calcola che gli Stati stiano pagando fino a 24 volte il costo stimato di produzione che sostengono i colossi farmaceutici. È quanto afferma un nuovo rapporto pubblicato oggi da Oxfam ed Emergency, membri della People's Vaccine Alliance, secondo cui solo Pfizer/BioNTech e Moderna quest'anno potrebbe far pagare agli Stati 41 miliardi di dollari in più rispetto all'effettivo costo di produzione stimato.

La denuncia di Oxfam ed Emergency parte da alcune analisi realizzate dal think tank Public Citizen, affiancato dagli ingegneri dell'Imperial College, secondo cui gli innovativi vaccini a mRna potrebbero essere realizzati con un costo medio che varia dall'1,18 ai 2,85 dollari a dose. Questo significa che ad esempio l'Italia avrebbe speso ad oggi 4,1 miliardi di soldi pubblici in più del costo effettivo. Le Ong calcolano che con questa stessa cifra il nostro Paese avrebbe potuto allestire oltre 40 mila nuovi posti letto in terapia intensiva o assumere 49 mila nuovi medici.

Le accuse a Big Pharma

"Nel frattempo, mentre meno dell’1% delle persone nei Paesi a basso-medio reddito è stata vaccinata e le varianti corrono, i CEO di Moderna e BioNTech con i profitti realizzati sono diventati miliardari. E le due aziende – nonostante il rapido aumento dei decessi nei Paesi in via di sviluppo – hanno venduto oltre il 90% dei loro vaccini ai paesi ricchi, facendo pagare a tutti i Governi del mondo da 4 fino a 24 volte il potenziale costo di produzione per dose", si legge nel comunicato delle due organizzazioni. Sara Albiani, policy advisor per la salute globale di Oxfam Italia e Rossella Miccio, Presidente di Emergency, hanno aggiunto: "Questo è forse il caso di speculazione più grave della storia. Le ingenti risorse che gli Stati sono costretti a pagare arricchendo CEO e azionisti potrebbero essere utilizzate per costruire nuove strutture sanitarie nei Paesi poveri, tagliare le liste di attesa per le prestazioni mediche, garantire servizi essenziali dignitosi".

"Il fallimento dell'iniziativa Covax"

In tutto questo, secondo il rapporto anche Covax, cioè l'iniziativa dell'Organizzazione mondiale della Sanità nata per portare il vaccino contro il coronavirus nei Paesi più poveri, avrebbe pagato le dosi Pfizer/BioNTech in media cinque volte in più del reale costo di produzione. Senza contare che questo rialzo dei prezzi ha consentito ai Paesi più ricchi, disposti a pagare cifre molto più elevate, ad avere una corsia preferenziale nei contratti con le case farmaceutiche produttrici. "Un meccanismo perverso che ha portato a un enorme fallimento: secondo le stime della People's Vaccine Alliance i soldi spesi fino ad oggi dal Covax sarebbero stati sufficienti a garantire un ciclo di vaccinazione completa ad ogni persona nei Paesi a basso e medio reddito, se i prezzi garantiti fossero stati equi e a fronte di un'offerta sufficiente di dosi. Al contrario, nella migliore delle ipotesi, con il Covax sarà vaccinato appena il 23% della popolazione dei Paesi in via di sviluppo entro la fine del 2021", si legge ancora nel comunicato.

Che conclude avvertendo che la corsa al rialzo continuo dei prezzi non sembra essersi ancora arrestata, con l'Unione europea che ha pagato ancora di più per gli ultimi ordini da Pfizer/BioNTech. Una tendenza che, senza l'azione dei governi, è destinata a continuare: "Se tutti i governi non spingeranno per la condivisione dei brevetti e il trasferimento delle tecnologie necessarie a consentire di aumentare la produzione mondiale di vaccini, ancora innumerevoli vite andranno perse. Consentire ai Paesi in via di sviluppo di produrre i propri vaccini è il modo più rapido e sicuro per aumentare l'offerta e ridurre drasticamente i prezzi", chiudono Albiani e Miccio.

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